Perché andare dallo psicologo?

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Chi è lo psicologo, cosa fa e come ti può aiutare
di Anna Fata

Ora vi spiego perché un amico, il partner, un familiare con possono farvi da psicologi. (E allo stesso modo il tuo psicologo non può anche diventare un tuo amico, partner né familiare, e non solo per motivi etici e deontologici).

Quando abbiamo a che fare con le persone a noi care c’è sempre un coinvolgimento emotivo, di qualsivoglia natura esso possa essere. Tale emotività per certi versi complica il rapporto e ci impedisce di vedere chiaramente la situazione, noi stessi, l’altro. Ci proviamo, ci impegniamo, ma alla fine il coinvolgimento tende a sottrarci la lucidità.

Non che questo sia un male, né un bene. E’ un dato di fatto, accade, se ne siamo consapevoli può essere una buona cosa.

Lo psicologo, d’altro canto, ponendosi come specchio, non dico necessariamente oggettivo – potete andare da cento psicologi diversi e l’immagine che vedrete rispecchiata di voi può essere anche molto differente, non giusta, non sbagliata, semplicemente diversa, perché siamo esseri molto complessi noi e perché lo psicologo di turno ha un suo modello interpretativo che lo porta a cogliere alcuni dettagli prevalentemente, ma magari meno altri – riesce a rimandarci un’immagine di noi un po’ più scevra da quel legame emotivo che intratteniamo con le persone che frequentiamo abitualmente.

Il mito dello psicologo freddo è impassibile credo sia destinato a restare tale, sia per l’umanità che ciascuno porta con sé, sia per i modelli interpretativi di cui sopra, che conducono a dare una lettura del mondo e delle persone che è peculiare.

Lo psicologo, inoltre, non vi darà consigli, suggerimenti, soluzioni, ma strumenti e strategie per affrontare le situazioni.
Perché?
Perché se applicate le risposte, soluzioni, consigli che vi offre qualcun altro, anche se nell’immeditato possono risultare comodi ed efficaci, alla lunga finiscono con l’estraniarvi da voi stessi. Il rischio è trovarvi a vivere la vita di qualcun altro, cioè di chi vi ha consigliato, e non la vostra.

Lo psicologo vi offrirà gli strumenti per guardarvi dentro, per comprendere quello che veramente sentite, pensate, volete, percepite e vi aiuterà a scegliere di conseguenza. Vi offrirà degli strumenti per farlo, in modo che possiate procedere in autonomia.

Lo psicologo vi sta affianco, non si sostituisce a voi, non sa quale possa essere il “vostro bene” (chi può saperlo?) perché crede in voi e sa che, volta per volta, situazione per situazione, momento per momento, solo voi potete sapere quale sia il vostro bene, solo il vostro e non quello di qualcun altro a vostra volta.

Lo psicologo incoraggia la vostra indipendenza ed autonomia, cammina con voi, ma non vi porta sulle spalle, non vi spinge, né vi indirizza. E’ lui che segue voi.

Vi stimolerà, passo dopo passo, a fare il punto della situazione, a prendere atto di dove siete e di dove volete andare. E se e quando vi troverete nella confusione e nella nebbia sarà lì con voi. E non vi dirà di certo che la nebbia è “male” e che dovete a tutti i costi uscirne in fretta. Si adatterà ai vostri tempi.

Lo psicologo vi riconoscerà e rispetterà per quello che siete: degli esseri sconosciuti a voi stessi e a maggior ragione anche all’altro, nonostante l’altro che avete di fronte in quel momento è colui che entra insieme a voi nei vostri meandri più intimi e reconditi che non avete mai svelato ad anima viva, talvolta neppure a voi stessi.

Lo psicologo non vi dirà: “Tanto ormai ti conosco”, perché sa che nessun essere umano è conoscibile fino in fondo di fronte a se stesso, men che meno di fronte a qualcun altro.

Se lo psicologo ogni tanto vi dice un “No”, è perché evidentemente c’è bisogno di porre un limite, che in quel momento può risultare curativo. Per vivere la nostra libertà abbiamo anche bisogno di confini.

Lo psicologo è uno specchio, vi restituisce la vostra immagine, qui e ora. E domani potrebbe essere differente.
Lo psicologo è un essere umano, al pari vostro: è questa umanità unitamente alle tecniche e alle teorie che gli permettono di starvi accanto.
Lo psicologo non è un mago, un veggente, un santone, non vi legge attraverso la mente, non prevede il futuro. Può sentire che volete nascondere qualcosa di voi, ma non saprà di cosa si tratta, se noi non gli concediamo di saperlo.

Con lo psicologo vige un rapporto basato sulla fiducia, senza di essa non potremmo aprirti, rivelarci. Se di una persona si sente di non potersi fidare, proviamo a rivolgerci a qualcun altro, finché non troviamo quello con cui ci sentiamo in sintonia.

Dallo psicologo ci andiamo non perché è una moda, non perché qualcun altro ci ha spinto a farlo o per farlo contento. Ben presto rinunceremmo o faremmo di tutto per ostacolare, consciamente o inconsciamente, il processo. Dallo psicologo ci andiamo perché sentiamo che è arrivato il momento, che è una nostra libera scelta, perché sentiamo che è ora di assumerci la responsabilità di noi stessi di fronte a noi stessi.

Dallo psicologo ci andiamo perché sentiamo che vogliamo offrirci una opportunità.
Dallo psicologo ci andiamo perché non ci riconosciamo più.
Perché vogliamo sapere fino in fondo chi siamo.
Perché vogliamo affrontare le nostre difficoltà.
Perché vorremmo stare meglio con i nostri cari.
Perché vorremmo lavorare con più soddisfazione.
Perché stiamo bene, ma vorremmo poter stare ancora meglio.

E perché, in realtà, abbiamo capito che una vita migliore dipende da noi e non da chissà cosa fuori di noi (anche se un po’ potrebbe aiutare..).

 

Per approfondire leggi anche:

10 Indizi per smascherare un cattivo terapeuta

Come la psicoanalisi può contribuire al nostro benessere

 

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