Come evitare che l’ansia danneggi le tue relazioni

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5 Modi per superare l’ansia e avere buoni rapporti con gli altri
di Anna Fata

Molti di noi conducono una esistenza frenetica, con ritmi veloci, giornate piene di impegni, attività, responsabilità, preoccupazioni. La sensazione di non avere mai il tempo sufficiente per portare a termine quello che si vorrebbe, nel lavoro così come nella vita privata sta diventando uno dei vissuti principali che accomuna tante persone.

Si tratta di sensazioni così diffuse e comuni al punto tale che tendiamo ad assuefarci, crediamo che questo sia l’unico modo possibile di vivere e di lavorare, anche se questo, alla lunga può danneggiare la nostra salute e il nostro equilibrio psicofisico esponendoci ad un aumentato rischio di cadere vittime di ansia, stress, depressione, attacchi di panico e somatizzazioni in vari organi (stomaco, intestino, testa, pelle, cuore, tra i più frequentemente colpiti).

L’ansia in modo particolare, a volte può essere talmente pervasiva e invalidante da renderci difficile portare a compimento le nostre attività, sia a casa, sia al lavoro, riduce l’efficacia delle nostre performance, induce distrazione, confusione mentale, sovraffaticamento psicofisico, può renderci rudi, ostili, poco empatici e disponibili per il prossimo portandoci a rovinare le nostre relazioni e l’intera vita di relazione.

 

Come l’ansia danneggia le proprie relazioni e come evitarlo

L’ansia tende ad innescare dei meccanismi di pensiero, emotivi e di comportamento che possono nuocere al buon andamento delle nostre relazioni in diversi modi. Tra le modalità più frequenti possiamo ritrovare:

1. Pensare di essere continuamente sotto esame

Credere che gli altri siano costantemente orientati verso di noi, ci osservino, ci controllino, siano sempre pronti a valutarci, giudicarci, ci crea una enorme pressione interiore. Anche se porsi obiettivi ambizioni, cercare di dare, fare, essere sempre al meglio può essere molto motivante, sia nella vita privata, sia in quella professionale, quando questo atteggiamento viene portato all’estremo rischia di diventare un ossessione, ci distrae, ci porta via energia e sposta il focus dal raggiungimento dell’obiettivo al semplice creare una buona impressione sugli altri .

Cosa fare?
Per evitare di diventare vittime delle proprie stesse convinzioni è fondamentale accettare se stessi per quello che si è, con i propri limiti e le proprie potenzialità. Ci si può impegnare ad essere e agire al meglio, ma sarebbe opportuno restare focalizzati sul raggiungimento degli obiettivi stabiliti più che sul fare questo al fine di ottenere accettazione, approvazione, consenso da parte degli altri.

Ogni persona è un essere unico, ma soprattutto non controllabile né prevedibile. Ogni persona può avere una diversa visione di noi, percezioni e aspettative: non è nel nostro potere poter agire su di esse. In questi casi, forse, può valere maggiormente la pena essere consapevoli ed elaborare l’immagine e le aspettative che abbiamo noi stessi su di noi in modo che siano realistiche, che non sfocino nel perfezionismo e ci permettano in tal modo di porci al prossimo in modo trasparente, onesto, sereno, rilassato e coltivare al meglio un rapporto con lui.

Coltivare le relazioni con gli altri con autenticità e sincerità ci può arrecare molte opportunità che le nostre ansie ci potrebbero fare perdere.

 

2. Tendere a rimandare le cose e aspettare il momento perfetto

Quando si è molto ansiosi talvolta si tende a procrastinare le azioni, si cercano le condizioni perfette per poter agire, si pensa che possa arrivare un momento in cui sia possibile avere tutto sotto controllo, ma così facendo si finisce con l’evitare di agire, si perdono importanti occasioni. Come se non bastasse, paradossalmente quando si agisce lo si fa in ritardo e si rischia di apparire superficiali, affrettati, disorganizzati, inaffidabili, poco professionali, anche se magari non lo si è affatto.

Cosa fare?
Per non cadere in questa trappola è fondamentale stabilire e seguire con attenzione i propri valori, priorità e obiettivi in modo da orientare i propri comportamenti secondo essi. Programmarsi in anticipo, laddove possibile, può aiutare a contenere l’ansia, soprattutto se si prevedono situazioni in cui ci si sentirà molto sotto pressione.

Avere un forte e solido orientamento interiore mette al riparo, ancora una volta, dalle pressioni, aspettative, richieste esterne. Poiché non è possibile tenere sotto controllo le pressioni esterne, soprattutto delle altre persone, è possibile, però, lavorare un po’ su se stessi per sentirsi focalizzati, centrati, allineati con i propri obiettivi e priorità e, in questo modo, essere un po’ più sereni.

 

3. Non essere sensibili alle emozioni altrui

Quando si è in preda all’ansia la confusione interiore, la disattenzione possono essere molto forti. In questo modo le relazioni subiscono delle conseguenze negative perché le persone che abbiamo di fronte non si sentono ascoltate, accolte, non solo sul piano cognitivo, ma anche e soprattutto emotivo. L’ansia, infatti, tende a rende meno empatici, disponibili, capaci di ascoltare e comprendere chi ci sta di fronte. In quei momenti, infatti, la quasi totalità delle nostre risorse è impegnata a fronteggiare il forte stress che stiamo provando.

Cosa fare?
Quando ci si relaziona con le persone care con cui si ha un rapporto di apertura, stima, fiducia, confidenza si può chiedere direttamente loro di segnalarci quando siamo disattenti, quando sembriamo non ascoltare o non essere abbastanza empatici.

Quando ci viene comunicata la risposta è importante non prenderla sul piano personale, ma semplicemente riconoscerlo come un sintomo di un nostro disagio d’ansia, senza giudicarlo. Ritrovare la calma e la pace interiore si può riconfermare come uno dei modi ottimali per rinforzare una relazione che ci sta particolarmente a cuore.

 

4. Appoggiarsi ad un numero limitato di persone care

La maggior parte di noi ha un numero ristretto di persone care a cui fare riferimento e con cui intrattiene rapporti di condivisione, fiducia, intimità e un numero più ampio di conoscenze più superficiali. Quando, però, si tende a sfogare la propria ansia ripetutamente su poche persone si rischia di diventare soffocanti, pesanti, asfissianti e si caricano questi individui di un eccesso di responsabilità che non competono loro.

Questo alla lunga può stressare le persone e può finire con l’usurare la relazione stessa. Questo atteggiamento, talvolta, viene complicato proprio dal fatto che le persone molto ansiose hanno difficoltà a fidarsi, a chiedere aiuto, a condividere, per questo quando incontrano una persona di cui sentono di potersi fidare tendono ad abusare dello spazio che viene offerto loro.

Cosa fare?
Affidarsi ad un numero limitato di persone non solo tende a produrre una forma di burnout in esse, a compromettere la relazione stessa, ma sottrae l’opportunità concomitante di coltivare anche altre relazioni che si possono rivelare foriere di altrettante occasioni e risorse a cui attingere.

Offrirsi l’opportunità di coltivare nuove relazioni, al tempo stesso cogliere i segnali di insoddisfazione e insofferenza da parte delle persone care che frequentiamo abitualmente può aiutarci a gestire meglio la propria ansia e a vivere più in armonia con noi stessi e con gli altri.

 

5. Non esprimersi chiaramente

A volte l’ansia conduce a comportamenti eccessivi: se, da una parte, c’è chi fatica a chiedere, ad aprirsi, a condividere, all’estremo opposto vi può essere chi è troppo soverchiante, eccessivo, insistente, pervasivo. Oppure vi è anche chi alterna continuamente entrambe le posizioni, mettendo in ogni caso a dura prova le relazioni.

Tra chi si espone a chiedere, però, spesso lo fa in modo indiretto, velato, non chiaro. Al limite, talvolta lasciano per sottinteso ciò che, secondo loro, gli altri dovrebbero autonomamente intuire senza che venga espresso direttamente.

Questa mancanza di chiarezza, che magari per loro può essere sinonimo di rispetto e delicatezza, alla lunga può condurre a distorsioni comunicative da ambo le parti e crescente frustrazione. Riconoscere che talvolta può essere l’ansia il motore che induce ad agire in questo modo può aiutare a sbloccare la situazione e con essa anche la relazione.

Cosa fare?
In questo caso si può agire su più fronti: da un lato ci si può impegnare a parlare in modo aperto e chiaro, dall’altro si può esortare i propri interlocutori a fare altrettanto in modo da diventare consapevoli di quando, eventualmente, siamo troppo insistenti con le nostre richieste. Anche in questo caso è importante accogliere le risposte che ci vengono offerte come indicatore delle nostre ansie e non come una manchevolezza o difetto personale.

 

L’unicità di ognuno e delle sue relazioni 

Per concludere: ogni individuo ha il suo modo particolare di esprimere i propri pensieri, emozioni e di comportarsi di conseguenza. Non esiste un modo giusto o sbagliato di essere o di agire, ma, forse, semplicemente quello che meglio è capace di adattarsi alle circostanze, salvaguardando al tempo stesso noi stessi, l’altro e il rapporto che con lui abbiamo.

L’ansia in questo senso può, talvolta, rappresentare un ostacolo sia per il nostro benessere, sia per quello altrui e per la relazione che abbiamo con lui. Essere consapevoli e cercare di trovare modi più sani ed equilibrati per affrontarla può migliorare l’intera nostra esistenza.

 

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