Apprendere dalla Vita ..

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In quante occasioni ci sarà capitato di avvertire un senso di insoddisfazione di fondo, di pensare che le cose, se solo l’avessimo veramente voluto, sarebbero potute andare diversamente? A volte può essere effettivamente così: un pizzico d’impegno in più ci avrebbe potuto fare conseguire risultati maggiori. Ma, forse, sarebbe più opportuno chiedersi che cosa si desiderava veramente se non ci si è sentiti disposti, più o meno consapevolmente, a farlo

Altre volte, invece, si pensava che quella fosse la strada giusta, in realtà i modi e/o i tempi non sono stati adeguati.

Facciamo qualche esempio.

Molti di noi, anche da adulti, non sono in grado di prendersi cura di se stessi, vanno costantemente alla ricerca di chi si occupi di loro, li coccoli, li vezzeggi, si assuma le loro responsabilità, risolva i loro problemi. Perché? In genere perché, non è stata offerta loro la possibilità di diventare autonomi, di camminare con le proprie gambe, molto semplicemente non è stato insegnato. Quando viene fatto notare loro la quasi totale incapacità di assolvere le più ordinarie faccende della vita quotidiana si riceve in tutta risposta uno sguardo attonito, proprio come quello di un bambino che si trova di fronte a qualcosa di nuovo e rispetto al quale risulta del tutto spaesato.

In altre situazioni l’incontro con ciò a cui non siamo stati abituati ad eseguire avviene più in forma di scontro, e qui sorgono i dolori più grandi, quelli che nella maggior parte dei casi richiedono un lungo percorso di elaborazione interiore – spesso con il sostegno di un professionista – oltre che di sviluppo di abilità pratiche.

La prima reazione d’acchito di fronte al non sentirsi in grado, al non sapere da che parte cominciare, proprio come accade al bambino, che deve rivedere la sua illusione di onnipotenza quando si confronta con la realtà, è la frustrazione, a cui si accompagna la rabbia. Di fronte alla scoperta di una propria incapacità viene altrettanto spontaneo rigettare tale astio nei confronti di chi sta attorno, ma soprattutto verso chi si pensa che avrebbe dovuto offrire gli strumenti più adatti per affrontare la situazione in oggetto, ma che una serie di motivazioni non ha fatto.

E così ci si sente nudi, indifesi, anche rispetto alle più piccole mansioni quotidiane, quelle che, almeno dall’esterno, sembra che chiunque sia in grado di assolvere. La vera e propria crisi subentra in seguito all’accumulo di tante piccole incombenze oppure di fronte ad una grande prova di vita che si presenta.

Che fare a quel punto?

Prima di tutto riconoscere che non si sa come fare, che non si hanno i mezzi necessari per confrontarsi e superare la situazione: essere obiettivi con se stessi, sebbene sia doloroso, triste, umiliante, è il punto di partenza per un’analisi sincera di se stessi e avviare così un processo di cambiamento. Quel che non sapevo riguardo le mie capacità, ora lo so.

In secondo luogo si dovrebbe evitare che il senso di frustrazione e di rabbia vengano rivolti contro chi riteniamo che avrebbe dovuto aiutarci a coltivare quelle abilità necessarie per cavarcela da soli, o comunque facendo leva su un adeguato rapporto di interconnessione e interdipendenza. Infinite possono essere le motivazioni per cui questo non è avvenuto, a cominciare da una forma di ‘amore distorto’ rispetto al quale qualcuno ci ha voluto proteggere a tutti i costi, si è voluto sostituire a noi e illudendosi di fare il ‘nostro bene’ non ci ha permesso di metterci alla prova in contesti più protetti e sicuri rispetto a quelli che poi successivamente ci si trova a vivere.

Allo stesso modo, si dovrebbe evitare di rivolgere quei vissuti di rabbia contro se stessi, indugiando in critiche efferate, autosvalutanti, che conducono all’autodistruzione. Si dovrebbe più opportunamente cercare di mettere a frutto quella mole di energia che è stata mobilitata per raggiungere ciò a cui si aspira.

Continuiamo con l’esempio precedente: come imparare a prendersi cura di noi?

Così come i bambini apprendono a camminare a piccoli passi, a volte anche cadendo, anche noi possiamo avviarci verso una marcia sempre più decisa e sicura in modo graduale. Esistono tante piccole ‘sfide’, o opportunità che la vita quotidianamente ci pone a cui possiamo decidere di rispondere, dal ricordarci di pagare mensilmente le utenze, all’imparare a stirare le camicie, dal telefonare ad un amico per il piacere di ascoltarlo e non solo perché si sente il bisogno di essere ascoltati, all’imparare a cucinare, dal consolarci in modi del tutto personali quando ci sentiamo un po’ giù di morale, all’essere in grado di confortarci nel mezzo di un attacco d’ansia.

Verosimilmente quasi tutto si può imparare, se si è realmente motivati a farlo, alcune cose ci possono riuscire meglio, altre meno bene rispetto ad altre persone, l’importante è sapersela cavare, non perdere la fiducia in sé ed essere soddisfatti di sapere che si è fatto del proprio meglio.

 

Anna Fata

 

(fonte immagine: http://www.lamentemente.com/2015/01/12/larte-della-meditazione-per-apprendere-pensare-risolvere/)

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