Vivere bene con se stessi e gli altri in azienda
di Anna Fata
Che le aziende non siano solo un mero affare economico è ormai noto da tempo, che non si tratti esclusivamente di questioni di amministrazione, gestione, politica interna ed esterna è sempre più evidente, ma quali sono le condizioni che consentono ad una realtà produttiva di effettuare un salto di qualità verso un funzionamento più consapevole del suo essere articolato, complesso e, in ultima analisi, intrinsecamente umano?
Riportare l’individuo al centro, a prima vista, può sembrare un paradosso, laddove il lavoro di squadra, le sinergie sono indispensabili per raggiungere gli obiettivi in modo efficace, in tempi brevi. In realtà, ogni cosa, ogni situazione va costruita un po’ per volta, a partire dalle sue fondamenta, dalle sue singole cellule e l’elemento primo è il singolo essere, che con la sua essenza peculiare, unica, può apportare un contributo veramente significativo, espressione del suo essere solo dove c’è sinergia con se stesso e armonia con chi sta intorno.
Si comincia da se stessi, per arrivare agli altri, e poi tornare a sé, e ancora agli altri, in un circolo virtuoso che per fini esplicativi viene separato, ma in realtà avviene senza soluzioni di continuità e si autoalimenta costantemente. E’ la relazione, con se stessi e con gli altri, che consente di conoscere sé, gli altri, che permette la definizione della propria identità, dei proprio ruolo, la comprensione, l’accettazione, il miglioramento e la creazione di progetti complessi con gli altri.
Questa è la filosofia che orienta i manager “illuminati”, i “visionari”, quelli che sanno guardare oltre la contingenza presente, che hanno dei sogni, che credono in essi, nella vita privata e ancor più in quella professionale, che si danno da fare per realizzarli e che coinvolgono chi li circonda in questi progetti.
Questo è il senso del concetto di benessere in azienda.
Cos’è il benessere in azienda
Se per benessere si intende quel rapporto di armonia tra mente, corpo, spirito e ambiente, che porta a vivere un senso di soddisfazione, di pienezza, e, in ultima istanza, di felicità, questo per analogia può essere esteso anche all’organismo azienda, che nasce non da una mera somma delle singole cellule, i singoli individui, ma anche e soprattutto dalle sinergie e dai legami che si instaurano tra loro. L’equazione: persona che sta bene, felice, produttiva = azienda che sta bene, produttiva è eccessivamente semplicistica.
Occorre rimettersi in gioco come persone, è indispensabile affiancare alle immancabili competenze tecniche, all’aggiornamento costante, all’esperienza sul campo, un bagaglio di vita, di passioni, di emozioni che arricchiscono l’uomo e la donna, che danno loro valore aggiunto che poi si esplica anche in azienda e nell’immagine che questa offre a tutti gli stakeholder. Credo che sia sempre da ricordare, oggi più che mai che:
Ogni azienda è composta da persone e si rivolge a persone, anche e soprattutto nell’epoca dei maggiori progressi della scienza e della tecnica.
L’azienda come organismo
L’azienda è in tutto e per tutto assimilabile ad un essere vivente: l’”organismo azienda” è composto dai singoli individui e dalle relazioni tra loro, che come un insieme gestaltico danno luogo ad una somma che è maggiore dell’insieme delle singole parti.
Così come coltivare l’essere, prima ancora che il fare, di cui è la naturale espressione, è fondamentale per un individuo autentico, soddisfatto, realizzato, lo stesso si può dire di un’azienda, nutrire la sua essenza per dare vita a forme espressive, a prodotti e servizi in piena sintonia con i suoi principi e valori.
Occorre ritrovare il senso del proprio essere, del proprio esserci e del proprio fare. Ciascuno di noi dà un valore a ciò che vive e che compie ed è su questo che si basa il significato profondo della nostra esistenza, che oggi siamo chiamati più che mai a riscoprire. Il lavoro, in questo processo, costituisce una parte importante di questa costruzione di senso, in quanto fonte non solo di strumenti atti alla sussistenza, ma anche e soprattutto di autorealizzazione.
Laddove si riesce a creare una continuità, basata sull’essere, tra la vita privata e quella professionale – non intesa come sconfinamento e perdita della propria privacy e dei tempi leciti e sani di riposo e riservatezza, ma in quanto l’essere umano che ne sta alla base è sempre il medesimo, pur con diversità di ruoli e funzioni, a seconda del contesto in cui si trova – quando le persone si trovano nelle condizioni di poter mettere a frutto le proprie inclinazioni, i talenti, le potenzialità, l’essere si esprime fluidamente nel fare e dà luogo a performance di livelli assai elevati, soddisfacenti e automotivanti.
Questo modello di benessere aziendale si può applicare ad ogni aspetto della vita aziendale, dalla creazione o ridefinizione dell’identità, alla comunicazione interna ed esterna, dalla costituzione delle squadre di lavoro, alla leadership di se stessi, dalla creatività, all’empatia, dall’ottimismo, all’etica.
Vivere meglio con se stessi (e con gli altri), a casa e al lavoro, è possibile ed è molto più semplice di quanto si possa pensare. Mettersi in gioco, essere più autoconsapevoli, aperti, ricettivi, disponibili al cambiamento, sono le chiavi di volta.
Per approfondire leggi i libri
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