Come coltivare la pazienza e vivere serenamente

Coltivare la Pazienza

Vivere con calma fa bene: Ecco come fare
di Anna Fata

La fretta della vita quotidiana, il lavoro, la famiglia, gli impegni domestici ci mettono a dura prova imponendoci ritmi di attività che spesso finiscono col superare la nostra umana sopportazione ed espongono il corpo e la psiche ad alti livelli di stress. La perdita della pazienza può essere uno dei sintomi più evidenti che per prima insorge.

 

Che fare, a quel punto, per vivere una vita più sana e serena?

La buona notizia è che è possibile continuare a fare tutto (o quasi) quel che si è fatto fino a quel momento, ma con una qualità interiore differente. Ed è proprio questo che può aiutarci a vivere meglio.
Un’arma segreta, ma alla portata di ciascuno di noi, che ci può aiutare in tale processo è la pazienza.

 

Cos’è la pazienza?

La pazienza non ha nulla a che vedere con la passività o la rassegnazione, ma al contrario è una disposizione attiva, segno di grande potere. E’ una pratica emotiva liberatoria che ci aiuta ad aspettare, osservare, e decidere come agire al meglio. Non è una forma di attesa, ma è un duro lavoro che si effettua dentro di sé mentre si aspetta. Non è un ignorare i problemi, ma concedersi del tempo, laddove possibile, per affrontarli con maggiore lucidità ed evitare azioni avventate. E’ la capacità di dilatare nel tempo la gratificazione al fine di ottenerne una più grande in seguito. E’ l’abilità di calmare la mente quando si è sotto stress.

Esortare una persona agitata ad avere pazienza può essere molto controproducente ed elevare ulteriormente la sua frustrazione, fastidio, malessere e impazienza. Avere pazienza, infatti, non significa trattenersi, perché questa modalità interiore crea tensione, inibisce e eleva ulteriormente l’aggressività latente.

La pazienza può essere paragonata aduna forma di compassione, un riconnettersi al proprio potere intuitivo, al proprio baricentro profondo evitando di cadere nelle trappole che la frustrazione crea. Spesso, infatti, quando si è in preda all’impazienza si finisce per commettere azioni di cui a posteriori ci si può pentire amaramente. La pazienza è anche legata alla fiducia, alla fede, alla speranza, alla motivazione, alla persistenza. Non è un’azione, ma uno stato mentale.

 

Come si perde la pazienza?

Tutte le volte in cui i nostri intenti, desideri, aspettative non vengono soddisfatte sorge in noi la frustrazione. La frustrazione è una sensazione di agitazione, malessere, fastidio, intolleranza che ha a che fare con l’incapacità di rimandare la gratificazione. La società in cui oggi viviamo con i suoi ritmi sempre più frenetici ci sta abituando, spesso erroneamente, ad ottenere tutto e subito, e magari anche senza sforzo. Questo, alla lunga, ci disabitua alla pazienza, alla perseveranza, all’impegno differito nel tempo, e ci rende sempre più intolleranti alla frustrazione.

Scaricare, spesso aggressivamente, la frustrazione, come spesso alcune correnti psicologiche suggeriscono, nel tempo non risolve il problema, anzi, rischia di perpetrarlo, perché rende più impazienti, meno tolleranti alla frustrazione, alla procrastinazione, dispone al cattivo umore, rende poco ironici, tesi, irritati. Tale disposizione interiore non solo nuoce alla salute personale, ma rischia di danneggiare le relazioni con gli altri.

 

Come sorge la pazienza?

Coltivare la pazienza ha a che fare con la propria interiorità. Non dipende dalle persone che abbiamo intorno, da quel che stiamo facendo, dal luogo in cui ci troviamo. In questo senso lavorare sulla nostra pazienza può essere emotivamente liberatorio.

Coltivare la pazienza implica una dinamica interiore attiva, costruttiva, a partire dalla riconnessione con il proprio intuito. L’intuito risulta fondamentale in questo processo perché ci permette di comprendere che ciò a cui ci stiamo dedicando, il tempo e le energie che stiamo investendo, valgono la pena, hanno un senso che per noi ha un valore.

Se l’impazienza ha il suo focus fuori, la pazienza lo ha dentro ciascuno di noi, per questo quest’ultima porta con sé grande saggezza.

Coltivare la pazienza non significa essere disposti a tutti, farsi prevaricare o sfruttare dagli altri. Al contrario, la pazienza conduce al porre dei limiti perché fondandosi sull’intuito consente di nutrire uno sguardo ampio sulle situazioni e scegliere le giuste azioni.

 

Come coltivare la pazienza?

Senza dubbio esistono tratti di personalità che ci predispongono verso maggiore o minore pazienza, nonostante ciò la pazienza, al pari di un muscolo, si può allenare. Ciascuno può crearsi la sua palestra interiore ovunque e in qualsiasi momento.

Di seguito alcuni esercizi pratici e semplici:

  • focalizzarsi sul ritmo del respiro e la percezione del corpo e ascoltare tutte le sensazioni che sorgono
  • nei momenti di impazienza e irritazione riconnettersi al corpo e al respiro, osservando il disagio che si prova, senza contrastarlo, ma semplicemente osservandolo, senza giudicarlo. Ci accorgeremo con sorpresa che passerà da sé se non facciamo alcunché per allontanarlo
  • se si hanno delle persone intorno, ad esempio, in fila in ufficio postale, in riunione con dei colleghi, oltre alla connessione interiore col proprio respiro e corpo, cercare di empatizzare con le emozioni, le parole, i gesti di chi ci sta intorno, senza giudicare
  • sorridere il più possibile e osservare il lato positivo e ludico delle situazioni
  • usare l’immaginazione per prepararsi alle situazioni che si pensa metteranno in condizioni di stress al fine di coltivare la calma: la mente, infatti, non distingue tra le situazioni immaginate e quelle vissute concretamente, è come se fossero reali entrambe
  • pensare agli obiettivi per cui ci si sta impegnando e che si sente che hanno un valore per noi.

 

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