Come andare d’accordo in una relazione di coppia

Come andare d’accordo in una relazione di coppia

Non conta quello che ricevi, ma quello che offri

di Anna Fata

Spesso iniziamo le nuove relazioni di coppia con numerose aspettative e sotto i migliori auspici. Al principio ci sembra tutto molto romantico, passionale, sdolcinato, a seconda delle preferenze. In una parola: perfetto. La migliore relazione che ci saremmo mai aspettati, quella che, per certi versi abbiamo sempre atteso, quella che, forse, sarà la definitiva per la nostra felicità.

Gradualmente, con lo scorrere del tempo, l’instaurarsi della routine e la conoscenza del partner, ci rendiamo conto che, forse, le cose non stanno esattamente come ce le eravamo immaginate all’inizio. Non solo ci lasciano perplessi e destabilizzati le differenze, a volte anche notevoli, rispetto alle aspettative iniziali, ma quello che, talvolta, ad un esame più attento e approfondito emerge, sono alcuni schemi che si ripetono, costantemente uguali a se stessi.

E’ come se qualcosa si continuasse a replicare, con il susseguirsi delle relazioni, che inevitabilmente le porta a naufragare o quantomeno a ridimensionarsi progressivamente fino magari a concludersi o restare nel limbo dell’indecisione sul proseguire.

Il condizionamento emotivo

Talvolta, all’atto della scelta del potenziale partner, veniamo attratti da persone molto diverse da noi, per certi versi all’opposto, oppure complementari. Ad esempio, se si è una persona molto incline a offrire sostegno e affetto, magari ci si ritrova di fronte un possibile partner disposto ad accettare quanto siamo in grado di dare, e viceversa.

Pare che rispondere emotivamente alle richieste, consce o inconsce, altrui derivi da una sorta di condizionamento emotivo. Soprattutto quando questi meccanismi si verificano al di là della nostra consapevolezza possono presentarsi dei problemi, anche perché non siamo pronti a fronteggiarli e tendiamo a reagire in modo automatico, come abbiamo sempre fatto in passato, anche se non necessariamente è il modo più appropriato.

Secondo Homer B. Martin, autore del libro “Living on Automatic” noi apprendiamo degli schemi emotivi fin dall’infanzia e li portiamo avanti anche da adulti. Lui definisce questo processo “condizionamento emotivo”.

Quando sorgono i conflitti

Quando si trova un partner con un condizionamento emotivo complementare al proprio le relazioni riescono a fluire discretamente. Se, però, questo non accade possono affiorare numerosi conflitti. Ad esempio, se entrambi i partner sono più propensi a chiedere affetto che non a concederlo, prima o poi diverbi, diatribe e, alla lunga magari anche separazioni provvisorie o definitive, possono verificarsi.

Di rado ciascuno di noi è disposto a compiere un esame obiettivo di coscienza per osservare i propri schemi di comportamento e le proprie emozioni e per individuare le ricorrenze e gli schemi. Per lo più ci si limita ad accusare il partner, a segnalare le sue manchevolezze, a giudicarlo e a prendervi le distanze progressivamente.

Quando entrambi i partner hanno lo stesso condizionamento emotivo e nessuno è disposto a riconoscerlo ed, eventualmente, modificarlo ci si trova inevitabilmente di fronte a due grossi ostacoli: da un lato non ci si sente a proprio agio con quello opposto, come nel caso di chi è più incline a dare, ma ha difficoltà a ricevere, o viceversa, dall’altro si percepisce inconsciamente il congiunto come colui che non è disposto a dare quello che ci si aspetta, si desidera e si è convinti che, volendo, possa offrire.

Tutti e due i partner detengono degli standard perfezionistici di sé, dell’altro, della relazione, non ammettono deroghe, ma non si rendono affatto conto di quello che stanno compiendo. In questo modo si finisce col diventare ipercritici, non supportivi sul piano emotivo,, si crede di essere dalla parte del “giusto”, ci si pone in posizione di presunta superiorità e, alla fine, si logora, spesso definitivamente, il rapporto.

Come andare d’accordo in una relazione di coppia

Anche se non esiste una formula magica unica né definitiva valida per l’armonia di tutte le coppie, alcune piccole strategie potrebbero contribuire ampiamente a migliorarle:

  1. Conosce il proprio “condizionamento emotivo” instauratosi fin dall’infanzia e attivo anche da adulti, come agisce, condiziona le proprie relazioni e si interfaccia con quello del partner. Questa consapevolezza può aiutare a rendere meno automatiche e istintive le proprie reazioni di cui poi magari a volte ci si pente a posteriori.
  2. Se si riesce a evidenziare il “condizionamento emotivo” dell’altro, i suoi schemi ricorrenti di azione, come agiscono su di noi e sul complesso del rapporto si possono avere a disposizione degli strumenti in più per comprendere l’andamento della relazione in funzione delle proprie e altrui aspettative e, magari, modificarle di conseguenza.
  3. Oltre a identificare i propri condizionamenti e schemi e quelli del partner è anche importante rilevare quando sono troppo simili da creare conflitti, oppure sufficientemente complementari per integrarsi e completarsi a vicenda. Se entrambi i partner, ad esempio, si aspettano affetto dall’altro, ma non sono disposti o nelle condizioni di offrirlo difficilmente possono creare un cammino congiunto in serenità ed armonia.

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