Come sviluppare la gratitudine

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I benefici di essere più grati nella vita e nel lavoro
di Anna Fata

Alla maggior parte di noi sarà capitato almeno una volta nella vita di ricevere un favore, magari inatteso, una gentilezza, un dono, una forma di beneficio e di provare un intenso affetto e un desiderio profondo di ricambiare con riconoscenza.

Nutrire sentimenti di gratitudine fa bene alla salute non solo di chi la riceve, ma anche di chi la prova. Essa ci rende più felici, ottimisti, migliora le relazioni con gli altri, ci fa sentire meno soli, aumenta il senso di benessere, fiducia, autostima, connessione. Nonostante ciò alcune persone sembrano non essere particolarmente propense a manifestare gratitudine al prossimo.

Quando si interagisce con loro il senso di disagio che può sorgere può essere notevole. A volte sono persone che condiscono con un ”Grazie” pressoché ogni loro frase, ma la sensazione che ne deriva è di mera formalità, superficialità, manierismo che nulla ha a che fare con una manifestazione autentica e sentita. Quando le persone manifestano vera gratitudine sanno andare al di là di un semplice ringraziamento.

Altre persone, invece, sembrano comportarsi in modo esclusivamente autocentrato, egocentrico, dispotico, come se tutto fosse dovuto loro e disconoscendo quello che il prossimo può avere fatto per loro.

 

La gratitudine come tratto di personalità

Pinhas Berger, del Ruppin Academic Center in Israele, ha contribuito a mettere in luce i benefici personali, sociali, familiari, professionali che un comportamento prosociale come la gratitudine può alimentare.

Nelle sue ricerche ha distinto la gratitudine come stato e come tratto: nella prima si è grati in un momento specifico, ma non necessariamente si è una persona tendenzialmente grata, nel secondo si è una persona che tende ad esprimere gratitudine come caratteristica intrinseca della propria personalità.

I benefici maggiori che si hanno per la salute, il benessere, la felicità, le relazioni si riscontrano nel caso della gratitudine come tratto di personalità.

Nonostante i tratti di personalità siano relativamente stabili nel tempo è possibile che, con i giusti stimoli, nel tempo, si possa diventare più grati in quanto persone, a prescindere dai piccoli e grandi slanci che possiamo manifestare in modo estemporaneo nelle singole situazioni.

In precedenza sono stati tentati degli interventi per sviluppare la gratitudine nelle persone, ma essi non si sono rivelati particolarmente efficaci, specie nel lungo termine, proprio perché non si è distinta la gratitudine come stato da quella come tratto.

Inoltre, non è stata effettuata la distinzione tra la gratitudine interpersonale, cioè diretta verso le persone, da quella non interpersonale, cioè verso le cose buone della vita.

Si ipotizza che per aumentare la gratitudine interpersonale si dovrebbe fare leva sulle relazioni preesistenti, mentre per quella non interpersonale avrebbe bisogno di un altro tipo di training. Si suppone anche che quando il tipo di intervento e i risultati coincidono, la gratitudine aumenta. Nello specifico: se alle persone viene detto che l’obiettivo di un training è essere più grati in modo personale, tenderanno a sviluppare tale propensione, se, invece, viene detto che la finalità è incrementare quella non interpersonale, i cambiamenti andranno proprio in tale direzione.

 

Come aumentare la gratitudine

Nella ricerca condotta da Berger e Colleghi sono stati esaminati 150 partecipanti che sono rientrati in 5 condizioni differenti per tre settimane:

  1. La gratitudine interpersonale: i partecipanti hanno ricevuto un promemoria quotidiano al fine di scrivere tre cose per cui essere grati ad altre persone
  2. La gratitudine non interpersonale: i partecipanti sono stati chiamati ad elencare tre cose positive ogni giorno, senza che ciò coinvolgesse altre persone
  3. Le lettere della gratitudine: i partecipanti hanno scritto tre lettere, una alla settimana, in cui hanno espresso riconoscenza verso qualcuno che sentivano di voler ringraziare
  4. La doppia gratitudine: raddoppiando l’intervento sulla gratitudine, i partecipanti hanno scritto le liste e le lettere verso le persone a cui sentivano di essere grati
  5. La condizione di controllo: i partecipanti hanno registrato un evento al giorno in cui hanno provato una emozione positiva e uno in cui ne hanno vissuta una negativa.

 

Al termine della ricerca ai partecipanti sono stati consegnati dei questionari per valutare la gratitudine personale, interpersonale, la gratitudine come tratto, la soddisfazione nella vita, la sperimentazione di vissuti depressivi, le emozioni positive e negative.

Dopo tre mesi sono stati somministrati nuovamente tali questionari per valutare gli effetti immediati e a lungo termine dell’intervento.

Al termine della condizione sperimentale si è visto che tutti i tipi di intervento sulla gratitudine interpersonale sembrano in grado di incrementare tale tratto e che scrivere lettere di ringraziamento agli altri può produrre un incremento di tutti i tipi di gratitudine.

Sembra che il tratto della gratitudine interpersonale possa cambiare più rapidamente rispetto a quella non interpersonale, anche se ogni tipo di esercizio può innalzare la soddisfazione nella vita e diminuire le emozioni negative.

 

La gratitudine come pratica quotidiana

In conclusione: anche i nostri tratti di personalità che possono sembrare più stabili e acquisiti da tempo, con i giusti esercizi, possono cambiare. Imparare a dire “Grazie”, volendo, sembra possibile e pare che tutti e i benefici che ne possono derivare per la salute, le relazioni, la qualità complessiva della vita e del lavoro possono ripagare abbondantemente lo sforzo profuso.

In particolare, sembra che le modalità di gratitudine più intime, private, dirette a persone specifiche, meglio ancora se per iscritto, siano le più efficaci nella coltivazione di tale disposizione.

 

Per approfondire, leggi il libro: “99 Esercizi per il Benessere e la Felicità nella Vita e nel Lavoro

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