Intervista a Emanuele Casale sul valore della esistenza umana
di Anna Fata
Da che mondo è mondo l’essere umano, dotato di ragione, emozione, intelletto, sente, percepisce, analizza, esamina, osserva, riflette e trae le sue considerazioni.
Si cercano risposte alle proprie domande. Non è un caso che fin da piccoli, ad un certo punto, cominciamo a bersagliare i nostri amati, pazienti genitori con infiniti “Perché?”.
Vorremmo una spiegazione a ogni manifestazione che ci appare, dentro, attorno, di fronte a noi.
Vogliamo sapere, siamo avidi, affamati, non siamo mai sazi di un sapere che non si può esaurire nell’arco di una sola esistenza terrena.
Eppure non ci stanchiamo di cercare. Da piccoli, da grandi, in età avanzata.
Cambiano le domande, i dubbi, gli interrogativi, la stessa sete di sapere, su ogni cosa, ci anima.
Ogni cultura, filosofia, spiritualità, religione, scienza, società, epoca offre le sue cornici interpretative. Nessuna assoluta, nessuna giusta o sbagliata a priori. Tutto appare relativo, in mutamento, in evoluzione. Persino la scienza, in cui molti credono ciecamente, mentre altri rigettano a priori come inaffidabile, proprio, forse, rinnegando questa corrente evoluzionista che inevitabilmente connota una disciplina che ha a che fare con la vita e come tale da ridefinire costantemente.
Molto probabilmente uno dei quesiti più affascinanti, misteriosi, insoluti e forse in ultima analisi irrisolvibili riguarda il senso del vivere e, inevitabilmente, del morire. Anche se spesso siamo portati a negarlo, a dilazionarlo, ad allontanarlo, in primis come pensiero, e di riflesso anche come emozione e contatto fisico.
Ci inorridisce quel che finisce, che ha una scadenza, una conclusione. Piccole morti che si susseguono momento per momento, nell’arco della giornata e di cui fatichiamo a prendere coscienza.
Oggi, in modo particolare, che risposte possiamo offrire a questo intramontabile quesito?
Ne abbiamo discusso con Emanuele Gerardo Casale, Psicologo clinico a indirizzo analitico, fondatore della community nazionale di riferimento per la Psicologia Complessa (“junghiana”), conosciuta col nome “Jung Italia”, che vanta circa 105mila iscritti nei suoi vari canali social e sito web. (www.jungitalia.it).