Il cambiamento accade, anche se non lo perseguiamo attivamente
di Anna Fata
Il cambiamento è l’essenza della nostra esistenza.
Che ci piaccia o no, cambiamo ogni istante, nel corpo, nei pensieri, nelle emozioni.
Eppure, il modo in cui ci disponiamo di fronte a questo continuo fluire non è per tutti il medesimo.
C’è chi lo teme e fa’ di tutto per opporsi ad esso e chi, all’opposto, cerca di cavalcarlo, accentuarlo, accelerarlo. Nel mezzo un’infinità varietà di diverse sfaccettature.
Esistono dei momenti dell’anno e della vita in cui siamo più propensi ad osservare l’avvicendarsi delle cose: l’inizio dell’anno, la primavera, l’autunno, la mattina presto, la sera, il giorno del compleanno sono i momenti in cui più di frequente siamo propensi a formulare delle buone intenzioni e a iniziare a percorrere nuove strade.
Per lo più ci affacciamo a tali momenti con numerosi buoni intenti, progetti, fantasie, desideri, rispetto a cui devolviamo i nostri sforzi e la nostra volontà.
Talvolta riusciamo a raggiungere ciò che ci prefiggiamo, altre volte molliamo la presa stremai, lungo il cammino.
In ogni caso, quello che accomuna entrambe le situazioni sono lo sforzo, la tensione, la contrazione, l’assenza del libero fluire, del lasciare andare, del fidarsi e dell’affidarsi. Cerchiamo di fare in modo di procedere in una direzione che abbiamo stabilito noi.
Nella nostra società veniamo educati a pensare che qualsiasi cosa si possa e si debba ottenere con grande sforzo, che tutto o quasi è in nostro potere, se lo si vuole veramente, e che il mondo, e noi stessi in primis, dovremmo, vorremmo, potremmo essere in modi diversi da quel che siamo.
Nonostante i nostri sforzi e le migliori intenzioni, anche laddove riusciamo nei nostri intenti di cambiamento molto spesso o non siamo comunque soddisfatti di quello che conseguiamo, o tale appagamento dura poco o non è veramente profondo e radicale come ci saremmo aspettati.
I desideri sono destinati, per loro stessa natura, a restare perennemente inappagati. Nel desiderio, affinché sia veramente tale, c’è sempre qualcosa che ci sfugge. Il desiderio è tale proprio perché irraggiungibile, inappagabile, inafferrabile fino in fondo. E anche quando lo afferriamo, ci sfugge immediatamente di mano e viene sostituito da qualcosa di noi. E’ una dinamica pressoché senza fine.
Questa insoddisfazione di fondo dovrebbe farci dubitare della correttezza dello schema comportamentale che da generazioni portiamo avanti.
E’ necessario, a tal proposito, compiere un passo indietro.
Il cambiamento accade, indipendentemente dalla nostra volontà e spesso anche dalla nostra consapevolezza.
Nella vita, contrariamente a ciò che siamo portati a credere abbiamo un controllo solo parziale di quanto accade o potrebbe accadere. Possiamo programmare, progettare, cercare di prevedere, (leggi al proposito: Come imparare a gestire i propri cambiamenti al meglio) ma quello che accadrà, in realtà è in ampia parte fuori dal nostro potere.
Quello che ciascuno può fare non è cercare di manipolare, controllare, prevedere, né trattenere in flusso del cambiamento, cosa destinata al fallimento, alla frustrazione, che comporta, in ultima analisi, la mancata realizzazione della propria natura, ma semmai cercare di conoscere, comprendere, accettare quel che si sta verificando e creare le condizioni – abbassando le difese, le resistenze, le barriere, mettendo a disposizione le proprie energie affinché tutto ciò possa fluire al meglio – affinché la propria essenza più profonda possa fiorire e con essa si possano conseguire gli obiettivi che ci si pone.
Per concludere: ciascuno di noi ha delle potenzialità, dei talenti, una sorta di piano di vita che attiene alla propria natura più profonda. Possiamo decidere di assecondarla, oppure di opporci. Possiamo apportare delle modifiche, possiamo cambiare abitudini, stili, azioni, percorsi, ma le deviazioni possono essere marginali rispetto ad un piano vi fondo. In sintesi, metaforicamente, se ciascuno di noi è intimamente predisposto a fiore come una rosa, un tulipano, una margherita, perché ostinarsi ad opporsi?
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