Una lettura spirituale di un vissuto che tutti cerchiamo, ma in pochi troviamo
di Anna Fata
Amore, una condizione decisamente insolita, per alcuni del tutto sconosciuta, che non ha nulla a che spartire con i sentimenti e le emozioni che molti di noi provano quando si trovano vicino o lontano dal loro partner. E che, per lo più, alla minima incomprensione finisce per rivoltarsi nel suo opposto, l’odio, con tutte le sue infinite manifestazioni ed espressioni. E così, via libera a rancori, ripicche, ritorsioni d’ogni sorta, che spesso vanno anche a colpire chi direttamente non è implicato, figli, parenti, amici, come se ci fosse ben altro dietro questa condizione interiore.
Facciamo un passo indietro.
Torniamo ad Amore.
Amore non è qualcosa che si vive in relazione ad un’altra persona.
Amore è uno stato interiore che, improvvisamente sboccia, fiorisce, ogni volta in cui siamo disposti a lasciare andare, i nostri pensieri, le pretese, le aspettative, i tentativi di controllo, insubordinazione, progettazione, programmazione.
Amore ha bisogno della libertà interiore per poter proliferare e coinvolgere tutto il nostro Essere, ed estendersi anche al nostro fare, all’agire, e alle persone che, eventualmente, potrebbero stare intorno.
Ma Amore non è un fare, un agire. Amore può esprimersi in siffatte forme, ma non si risolve in esse.
Amore è uno stato interiore, intimo, profondo, che sgorga quando si è in contatto autentico non solo con se stessi, ma anche con quel Qualcosa che ci trascende, ci accomuna e che è in grado dì infrangere ogni barriera, limite, confine, e riportarci ad una dimensione dell’Uno, che si esprime in un senso d’integrazione interiore, così come con tutto ciò che ci circonda.
Ecco perché quando si parla di Amore non ha alcun senso parlare dell’Altro.
Un Altro non esiste.
Se sentiamo che c’è un ‘altro’, non è Amore, ma qualche suo blando surrogato.
Amore è il gesto di pagare il latte al supermercato alla persona bisognosa a cui mancano gli spiccioli davanti a noi, ma esattamente come se stessimo pagando il nostro conto, non quello di un altro. Amore è dedicare una mezz’ora del proprio tempo ad ascoltare le lamentele del vicino di casa, come se stessimo facendo la cosa più importante del mondo. Amore è lasciare la precedenza in auto ad un conducente in difficoltà, come se stessimo facendo passare noi stessi. Amore è la condivisione fisica ed emotiva e spirituale con il partner, ma non in quanto tale, come individuo separato da noi, ma come estensione del Sé, di cui tutti siamo parte.
Amore è quel risvegliarsi interiore improvviso di Qualcosa di cui si avverte l’immensità, il senso di sconfinato e di infinito, rispetto al quale diventa automatico e del tutto fisiologico esprimerlo, in quel che si è, si sente, si fa. Ed in questa espressione non ci si sente deprivati, ma al contrario si avverte un senso di auto nutrimento tale per cui dare, ricevere, non esistono più in quanto tali, come momenti distinti, ma come parte di un circolo virtuoso che continua ad autoalimentarsi.
Ecco perché in questo processo risulta fondamentale l’apertura: quando ci si chiude – al pari del tenere una pianta al buio – Qualcosa dentro comincia ad avvizzire. Nel tentativo egoistico di trattenere per sé, di accumulare, si diventa improvvisamente ‘poveri’. Nel cercare di arraffare come mendicanti Qualcosa a chi ci circonda si diviene dei ladri. Dipendenti, oscuri, in balia della nostra stessa incapacità di andare incontro alla vita e ai doni che costantemente ci offre, e di cui noi stessi possiamo fungere da canali.
Quando regna l’apertura interiore, lo scambio, anche ciò che sta fuori, che incontriamo per strada o dentro casa ci corrisponde, parla di noi. Se solo abbiamo il coraggio di metterci in gioco, di porci a disposizione, ecco che la vita, quasi magicamente, ci viene incontro, crea tutte le condizioni e gli strumenti per la nostra realizzazione, espressione, scambio e condivisione.
“Nessun uomo è un’isola”, affermava John Donne, ma l’apertura in senso sociale che non sia anche e soprattutto coronata da un’apertura e disponibilità interiore, crea solo maschere e mascherate di ‘amori’ destinati all’infelicità, che disperatamente cercano fuori quel che non sanno né sentono di avere già dentro e che nessuno – salvo la loro stessa chiusura – potrà mai sottrarre.
Amore va ben oltre il singolo, pur servendosi di esso come strumento di espressione e di realizzazione, trascende i confini spaziotemporali, per collocarsi un una dimensione d’infinito in cui tutto appare possibile e realizzabile.
La prossima volta in cui ci troviamo di fronte al partner, riflettiamoci. Proviamo a mettere in discussione noi, più che il cosiddetto ‘altro’ da noi.
Se hai delle difficoltà affettive, relazionali, le possiamo affrontare insieme. Prenota il tuo appuntamento nel mio studio a Senigallia (Ancona).
Oppure ti potrebbe essere utile il libro “Amore Zen“, Edizioni Crisalide.