Il contatto fisico come strategia anti conflitto nella coppia
di Anna Fata
In ogni relazione di coppia, anche in quelle più armoniche, a volte possono sorgere dei dissapori, delle divergenze, delle contrarietà che possono sfociare in veri e propri conflitti. Il conflitto, in sé e per sé, non ha alcunché di negativo o catastrofico: quello che conta è saperlo gestire, orientarlo in modo costruttivo e fare sì che possa, a suo modo, contribuire allo scambio, al dialogo, alla costruzione di nuovi e più solidi equilibri.
Cos’è un conflitto
In psicologia con l’accezione “conflitto” si intende una condizione in cui ci si sente sottoposti alla pressione di tendenze, bisogni e motivazioni fra loro contrastanti.
Spesso esso sorge in virtù delle contraddizioni tra ciò che si sente, si desidera nell’intimo e ciò che una persona, il partner si aspetta o desidera da noi.
Il conflitto in genere ha a che fare con una frustrazione a causa della compresenza di desideri, bisogni, necessità che restano insoddisfatti, o in alcuni casi anche inconsci.
I conflitti possono essere intrapersonali, tra gli aspetti mentali, per lo più consci e inconsci, che abitano ciascuno di noi, oppure interpersonali, come è il caso di quelli di coppia, quando la soddisfazione di un desiderio o il conseguimento di un obiettivo da parte del singolo entra in contrasto con i desideri o gli obiettivi dell’altra persona.
Le tecniche di gestione dei conflitti
Imparare a gestire, risolvere e superare un conflitto in modo costruttivo, in genere, è possibile. Le diverse consulenze o gli appositi corsi tendono ad insegnare alle persone come risolvere i problemi quando sorgono, come comunicare al meglio, come essere più empatici e compassionevoli.
Anche se queste strategie possono essere utili, purtroppo quando un conflitto scaturisce d’improvviso, la carica emotiva sottostante può essere altamente esplosiva pertanto anche le migliori tecniche e intenzioni si rivelano fallimentari.
Quando si è in preda alla rabbia, ad esempio, si finisce quasi inevitabilmente per urtare il partner, per trattarlo in malo modo e magari per recriminare presunti torti subiti nel passato, rovesciando su di lui tanto astio, rancore, risentimento che trascendono dalla situazione contingente, magari arrivando agli attacchi personali che ben poco hanno a che vedere con la concretezza delle circostanze immediate.
Tutti i conflitti, inoltre, elevano ampiamente il tasso di stress. Quando ci si trova sotto stress può emergere il peggio di noi.
In tali casi, per affrontare al meglio un conflitto, la prima cosa da fare è ripristinare la calma. Successivamente si dovrebbe cercare di risolvere il conflitto avendo come scopo principale il miglioramento della relazione di coppia e non il semplice porre fine alla questione.
I benefici del contatto fisico affettuoso
Una ricerca condotta da Brittany Jayubiak e Brook Feeney ha esaminato l’efficacia del contatto fisico affettuoso per contribuire a risolvere i conflitti.
Il contatto fisico affettuoso comporta dei benefici biochimici, tramite il rilascio dell’ossitocina, l’ormone che facilita l’instaurarsi dei legami. Il tocco affettuoso, inoltre, stimola la liberazione delle endorfine, gli ormoni del benessere e del piacere, e la riduzione della presenza del cortisolo, l’ormone dello stress e che aumenta la frequenza del battito cardiaco.
Nel corso della ricerca sono state osservate 140 coppie coppie durante una discussione conflittuale. Inizialmente ad esse veniva chiesto di compiere una attività neutra, costruire qualcosa tramite i mattoncini Lego. Ad alcune coppie veniva chiesto di tenersi per mano mentre facevano questo, ad altre invece di sorreggere un leggero peso con una mano. Ad un terzo gruppo, quello di controllo, veniva impedito di toccarsi tra loro.
Successivamente a tutte le coppie veniva chiesto di trascorrere 6 minuti a discutere su un disaccordo di coppia. Mentre compivano ciò sono state videoregistrate. In aggiunta, alle coppie è stato proposto di rispondere a numerose domande sia prima, sia dopo tale discussione.
Quando il conflitto diventa costruttivo
Dall’analisi dei dati è emerso che le coppie che si tenevano per mano si sono impegnate in modo più costruttivo ad affrontare il loro conflitto, hanno cooperato, si sono assunte la responsabilità dei loro comportamenti, hanno mostrato emozioni positive verso il partner.
Nel complesso, il contatto affettuoso non ha influito sulla probabilità di intraprendere azioni distruttive come gli atteggiamenti critici, di difesa, in quanto tali atteggiamenti erano relativamente rari tra i partecipanti allo studio.
Tuttavia, tra le coppie che hanno riferito una scarsa soddisfazione complessiva nei confronti della loro relazione, coloro che potevano toccarsi in modo affettuoso hanno dimostrato meno comportamenti negativi rispetto al gruppo di coppie a cui era stato impedito di toccarsi.
Il contatto affettuoso come antidoto allo stress
Le coppie nella possibilità di toccarsi affettuosamente, oltre a gestire meglio le loro strategie di conflitto, hanno saputo anche affrontare meglio le loro emozioni. Nello specifico si sono sentite meno stressate rispetto a coloro che non potevano toccarsi.
In due ulteriori ricerche in cui ai partecipanti è stato chiesto di immaginare che il partner accarezzasse il loro braccio durante una discussione conflittuale ha determinato un abbassamento dei livelli di stress. Il tocco affettuoso, quindi, sembra essere benefico sia se esercitato concretamente, sia anche se solo immaginato.
Queste ricerche dimostrano come il tocco affettuoso, esercitato sia prima, sia durante una discussione accesa possa sedare gli animi, calmare il corpo e la mente, rendere più sereni, collaborativi, cooperativi, cognitivamente ed emotivamente meglio disposti verso il partner.
Quando evitare il contatto fisico
Tali ricerche, però, comportano anche dei limiti. Ad esempio, pare che il contatto fisico esclusivamente successivo ad una lite non sia sufficiente né particolarmente efficace per risolvere la situazione e placare gli animi. Inoltre, tale approccio necessita di un impegno e di uno sforzo deliberato da parte di entrambi.
Se, ad esempio, un conflitto esordisce in modo violento e improvviso può essere difficile che un contatto fisico affettuoso possa aiutare a cambiare il proprio e l’altrui stato d’animo. Inoltre, per le coppie che hanno dei problemi già da molto tempo il contatto fisico può essere fonte di ulteriore disagio, può essere interpretato negativamente, come invasione, intrusione, manipolazione o controllo e come tale, forse, in tali casi da evitare.
In conclusione: anche se il contatto fisico non può essere considerato la panacea valida in ogni conflitto, in molti di essi, se la coppia è già abbastanza affiatata di suo, può essere uno strumento in più di comunicazione, scambio, cooperazione e consolidamento del legame.
Per approfondire leggi il libro: “Amore Zen“