Come decidere se confermare un appuntamento

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Appuntamento sì o no? Questo è il dilemma
di Anna Fata

Oggi più che mai il nostro tempo tende ad essere saturo di impegni di varia natura. Diventa sempre più raro avere a disposizione qualche minuto completamente libero da dedicare a se stessi, per il riposo, l’ozio o la semplice improvvisazione nel momento presente.

Nutriamo una crescente ansia da prestazione, di efficienza, di iper organizzazione che in molti casi trasmettiamo anche ai nostri figli. Tutto è attentamente schedulato e scadenzato, è sempre molto difficile restare nei giusti tempi e modi, anche perché i contrattempi possono essere costantemente dietro l’angolo.

A volte, pur con tutta la nostra buona volontà e le buone intenzioni, ci troviamo nelle condizioni di dover disdire o rimandare un appuntamento. A volte finiamo anche col dimenticarcene o trascuriamo di avvisare per tempo delle nostra mancanza.

 

Il ruolo dei social network

Pare che un ruolo importante in questa crescita di rinuncia e in molti casi di deresponsabilizzazione di fronte agli appuntamenti presi si possa imputare ai Social Network. All’interno di essi veniamo ripetutamente bombardati da notizie, inviti, eventi, proposte di ogni tipo. Talvolta rispondiamo sull’onda dell’entusiasmo del momento, non soppesando adeguatamente il carico di tempo, di energie, di impegno che essere presenti può comportare.

Ci troviamo, pertanto, sempre più spesso ad aderire a proposte, impegni, appuntamenti che poi magari all’ultimo minuto disdiciamo oppure ce ne dimentichiamo apertamente con tanto di disappunto di chi, invece, ha puntualmente onorato il suo impegno.

Questo atteggiamento pare che si stia diffondendo tra le persone in modo trasversale, a prescindere dall’età, dal sesso, dalla professione svolta.

L’uso non solo del Social Media, ma anche in generale dei dispositivi elettronici, sembra che stia avvallando molto questo comportamento. Il fatto di poter sparire letteralmente dalla circolazione, il passare la propria presenza o assenza sotto silenzio, oppure il limitari a scrivere un breve messaggio di rinuncia sembra che possa rendere più facile il processo di rinuncia.

Secondo Kurt Lewin questo fenomeno si definisce “fattore di canalizzazione” in base al quale se si rende il corso di un’azione più probabile, cioè si crea un canale per essa, è più probabile che tale azione si verifichi. I Social, ad esempio, e le loro modalità comunicative sembra che possano indurre tale processo.

In tali contesti annullare la propria presenza, il proprio impegno non solo è molto facile e veloce, in molti casi anche solo tramite un click, ma anche la presenza di un gruppo che si comporta in modi simili genera il fenomeno della deindividualizzazione che riduce il carico di disagio che può essere insito in tale comportamento. In questo modo ci si sente meno responsabili perché si pensa di essere nel diritto di farlo tranquillamente perché già altri compiono questo. La diffusione della responsabilità personale di fronte alle proprie azioni diluisce l’imbarazzo di fronte ad una possibile propria maleducazione.

 

L’aumento esponenziale dello stress

I ritmi di vita sempre più veloci, contratti, affannosi, il multitasking, il tempo sempre troppo pieno di attività fibrillanti, sia nella vita privata, sia in quella professionale danno adito ad un incremento anche della quota di stress che sta inquinando l’esistenza di molti di noi.

Ansia, nervosismo, aggressività, insonnia, disturbi gastrici, intestinali sono tra i sintomi collaterali che più di frequente accompagnano lo stress oggi. In questo marasma generale si può arrivare a pensare che liberare un po’ del proprio tempo annullando impegni e appuntamenti possa essere una valida soluzione.

Quando si disdice un impegno, nella nostra mente, più o meno consapevolmente, si tende anche a soppesare le possibili alternative ad esso. Questo meccanismo si verifica ancora più di frequente quando l’impegno è stato fissato tramite una comunicazione testuale, sms, mail, messenger, o social network. A volte la scelta finale viene condizionata, specie nei Social, anche dal comportamento di amici, parenti e conoscenti: si aspetta di vedere cosa decidono loro per aggregarsi o rinunciare di conseguenza.

L’osservazione e il confronto con gli altri è anche ciò che ci induce ad diventare vittime del falso consenso”. Anche se crediamo ad una convinzione falsa essa può indurci a comportarci in modo consono ad essa. Ad esempio: se crediamo che tante altre persone si defilano da un evento, un appuntamento, un impegno senza avvisare, oppure solo all’ultimo minuto, ci sentiamo autorizzati anche noi a fare altrettanto, senza alcun conflitto di coscienza. In generale noi tendiamo a sovrastimare il valore della realtà delle nostre opinioni, arrivando a credere che siano vere, giuste, condivise e praticate dalla maggior parte delle persone.

Un altro fattore che spesso può condurci a dare la nostra adesione ad un evento, un incontro, un appuntamento con troppa leggerezza, senza soppesare adeguatamente ciò che comporta è la scarsa capacità di visualizzare il futuro. In parte questo, di fatto, non è possibile, nella misura in cui possono esistere sempre e comunque degli imprevisti. In parte, però, può essere anche il frutto della nostra scarsa capacità organizzativa, della tendenza a sopravvalutare il nostro tempo e le nostre forze, a reagire più sull’onda emotiva che non su base razionale.

 

Quando disdire un appuntamento e quando confermarlo

Coltivare la vita sociale fa bene alla salute. Numerose ricerche nel campo della Psicologia Positiva confermano questa conclusione. Le persone che alimentano quotidianamente le loro relazioni godono di migliore salute, sia fisica, sia psichica, e la recuperano più velocemente se si ammalano, hanno minore probabilità di essere vittime di malattie cardiache, hanno una possibilità di vita più lunga, sono più serene, soddisfatte, realizzate e in ultima analisi anche felici.

Dedicare anche solo 30 minuti di tempo ogni giorno per coltivare una relazione sana e significativa in cui ci sentiamo accettati, apprezzati, sereni, felici, può essere un ottimo investimento per il presente, così come per il futuro nel medio, breve e lungo termine.

A volte, però, può essere altrettanto sano riconoscere che abbiamo dei limiti, fisici, psichici, di tempo e di energia e non sempre riusciamo ad onorare gli impegni presi. In tali casi potrebbe essere opportuno ricalibrare la propria agenda in modo più appropriato e magari declinare educatamente qualche invito che in precedenza si aveva accettato.

Disdire un appuntamento, di per se stesso, non è un grave disonore: l’importante è farlo nei modi e tempi giusti, in maniera tale da non creare eccessivo disagio al prossimo e consentendogli, eventualmente, di riorganizzzarsi. Per il futuro, eventualmente, si potrebbe pensare di organizzare la nostra agenda tenendo meglio conto delle nostre reali possibilità, interessi, disponibilità in modo da non sollecitare il nostro stress, in caso di eccessivi impegni, non agire troppo sull’onda emotiva del momento, sopravvalutando le nostre possibilità, oppure cercando di assecondare l’altro, o di non rispettare i nostri interessi.

 

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