La depressione autunnale: esiste veramente?

Depressionen autunnale

Il Disturbo Affettivo Stagionale, cosa è e come si può curare
di Anna Fata

 

autunno depressione

 

Ogni cambio del meteo e della stagione, nonché lo stesso ritmo circadiano influenza il nostro corpo e la nostra mente.
La cronobiologia nello specifico è la scienza che si occupa dello studio dei ritmi biologici e comprende i ritmi circadiano, settimanale, mensile, stagionale, annuale. Il ritmo circadiano riguarda tutte le funzioni organiche, nervose, neuro ormonali, cardiache, muscolari, digerenti, riproduttive influenza la fisiologia, il comportamento, il tono mentale, umorale, l’alternanza sonno-veglia.

Affinché l’organismo possa funzionare al meglio è necessario che i ritmi biologici possano susseguirsi in modo regolare, se questo non accade la salute può essere compromessa oppure si possono aggravare patologie e/o sintomi già in atto. Alcune malattie organiche fisiche, ma anche alcuni disturbi psicologici possono squilibrare i ritmi biologici.

Esiste, però, un vero e proprio disturbo dell’umore che si chiama “Disturbo Affettivo Stagionale” (o Seasonal Affective Disorder) riconosciuto del Manuale Diagnostico Statistico per i disturbi psichiatrici dell’American Psychiatric Association, che si caratterizza per episodi lievemente depressivi in autunno e inverno, e lievemente euforici in primavera ed estate. Esso viene inquadrato come un sottotipo di episodio depressivo maggiore, una sorta di depressione atipica rispetto a quelle comunemente riconosciute.

I sintomi cardine del DAS sono umore triste e scarsa energia. I pazienti sono spesso irritabili, stanchi o letargici (si può dormire fino a 16 ore al giorno, anche se dormire 1-2 ore in più d’inverno è fisiologico) presentano difficoltà di concentrazione, spesso evitano il contatto sociale. Inoltre è presente tendenza all’aumento di peso e craving per i carboidrati.
Più di rado si manifesta un “disturbo da sonno ritardato” con marcata difficoltà di addormentamento serale e di risveglio mattutino. A volte si tende anche ad abusare di caffeina e alcool.

La sintomatologia depressiva ha inizio durante la stagione autunnale, raggiunge il massimo dell’intensità durante la stagione invernale e si risolve, parzialmente o totalmente, all’inizio della stagione primaverile.
Calo della temperatura, della luce, vento, variazioni di ionizzazione dell’aria, umidità, pioggia, temporali, pare che siano i maggiori responsabili di questi cambiamenti psicofisici.

Vi sono inoltre: disturbi somatici quali dolori e rigidità muscolare, cefalea, stipsi, marcate difficoltà in campo lavorativo e nei rapporti sociali.

L’umore dei pazienti è deflesso, ma comunque reattivo. Il tono affettivo tende a peggiorare nelle ore serali (a differenza delle sindromi depressive tipiche, in cui l’umore è più deflesso al mattino).

Il DAS è più frequente nelle donne rispetto all’uomo, in un rapporto di 3 a 1, l’età d’esordio è tra 18 e 30 anni, le popolazioni che vivono a latitudini più lontane dall’equatore sono maggiormente suscettibili. Si visto che le donne soggette a forti sbalzi di umore concomitanti alla sindrome premestruale possono essere più a rischio di DAS.
Altrettanto frequente il DAS tra bambini e anziani. Ad esempio negli USA il DAS è presente nell’1% della popolazione in Florida e nel 9% in Alaska. Calcolare l’esatta prevalenza del DAS è però difficile poiché il disturbo spesso non viene descritto al proprio medico e quindi è ampiamente sotto diagnosticato. DAS può essere concomitante con altre forme depressive, disturbo bipolare, deficit di attenzione, alcolismo e turbe alimentari, rendendo difficile discriminare le singole condizioni.

 

Fisiopatologia
Ad oggi non si conoscono le cause esatte del DAS. Sono state formulate alcune ipotesi: poiché si è visto che la produzione degli ormoni risente dell’alternanza luce-buio, e che l’uso della luce bianca può ridurre questo disturbo, si ipotizza che la luce agisca attraverso le connessioni tra retina e cervello, cioè a parità d’intensità luminosa l’esposizione degli occhi ha maggior potere curativo rispetto all’esposizione della pelle.

 

Approcci terapeutici

Le possibili opzioni terapeutiche includono terapia antidepressiva, fototerapia, assunzione di vitamina D e psicoterapia.

Farmaci

Il DAS, come altri disturbi depressivi, è stato associato a disfunzioni serotoninergiche. Pertanto gli SSRI, in particolare la fluoxetina, sembrano particolarmente promettenti. In uno studio canadese che ha comparato l’efficacia dei vari trattamenti disponibili, la fluoxetina si è dimostrata efficace e meno costosa della fototerapia.
Inoltre pare siano utili: paroxetina, sertalina, venlafaxina.

 

Fototerapia

Poiché è noto che l’accorciamento delle ore di luce ha un ruolo scatenante nella genesi del DAS, diversi approcci terapeutici si basano sulla luce artificiale, in particolare al mattino. Sono disponibili scatole luminose che emettono uno spettro luminoso completo, simile alla luce solare. I sintomi del DAS possono essere alleviati dal sedersi di fronte a tale sorgente luminosa specialmente al mattino, nel periodo autunnale-invernale.

Norman Rosenthal, psichiatra del National Institute of Mental Health nel 1984 ha pubblicato per primo uno studio sull’impiego della fototerapia nel trattamento del DAS.

 

Vitamina D

Diversi studi scientifici hanno confermato che bassi livelli di vitamina D sono associati a depressione. Bassi livelli sono dovuti ad insufficiente apporto con la dieta e scarsa esposizione al sole. Infatti, in inverno chi vive oltre 33 gradi di latitudine nord o sud rispetto all’equatore non è in grado di sintetizzare la vitamina D. Molte persone con DAS hanno insufficienti livelli di vitamina D e recenti studi hanno suggerito che assumere 100.000 UI al di’ può aiutare a prevenire le forme depressive.

 

Psicoterapia

La psicoterapia può fornire un utile supporto a persone con DAS. Uno studio ha evidenziato che 6 mesi di terapia cognitivo-comportamentale in sessioni collettive di 90 minuti due volte a settimana sono efficaci come 30 minuti di fototerapia ogni mattina.
La psicoterapia pare sia utile per modificare i pensieri negativi e i comportamenti disfunzionali e per imparare a gestire correttamente lo stress.

Possono anche essere utili misure dietetiche, esercizio fisico e inserimento sociale, attività all’aria aperta.

Sappiamo che una dieta equilibrata, il ridurre l’assunzione di caffeina e fare un po’ di esercizio fisico possono aiutare, come anche il trascorrere più tempo possibile all’aria aperta, perché anche quando è nuvoloso la luce è sempre superiore che al chiuso.

 

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