Il diradamento dei capelli come simbolo della perdita della propria identità
di Redazione ArmoniaBenessere
Perdere i capelli non è solo un fatto fisico, estetico, corporeo, ma anche e soprattutto emotivo. Con la perdita dei capelli è come se si smarrisse una parte di sé, della propria identità. Perdere i capelli ci costringe a confrontarci con una nuova immagine di noi che non abbiamo voluto, cercato, desiderato e in cui spesso fatichiamo a riconoscerci.
Perché perdere i capelli ci mette psicologicamente così tanto alla prova?
I capelli, nel senso comune, sono da sempre associati ad un’immagine di bellezza, di fascino, di potere, di virilità o femminilità. Anche nella storia si narra che Sansone aveva una forza particolare che risiedeva proprio nei suoi capelli e la cui caduta avrebbe coinciso proprio con lo svanire del suo potere.
La perdita dei capelli può avere diverse cause: genetiche, familiari, ambientali, alimentari, può essere legata ad una malattia in corso, ad un trattamento terapeutico che si sta seguendo o anche avere cause psicosomatiche associate ad esempio ad un periodo di grande stress, un lutto, un trasferimento, un aumento di responsabilità nel lavoro, il rifiuto della propria mascolinità o femminilità.
Quando le cause della perdita dei capelli è temporanea, come nel caso di una malattia, un trattamento farmacologico, un’alimentazione squilibrata o carente, è sufficiente rimuovere la causa della caduta e in genere in breve tempo i capelli tornano a ricrescere.
Quando, invece, la perdita è definitiva esistono delle soluzioni che in parte o in toto possono rimediare al disagio fisico ed emotivo che deriva dalla calvizie, quali ad esempio alcuni farmaci, l’infoltimento dei capelli, l’uso di parrucche con capelli veri e altri copricapi in linea con il proprio gusto e stile.
Anche in questi ultimi casi, però, il problema psicologico dovuto alla perdita dei capelli può in ampia parte restare.
Quali sono i disagi psicologici più comuni associati alla perdita dei capelli?
Ogni persona reagisce in modi del tutto personali e unici. Generalizzare è pressoché impossibile. Nonostante ciò, tra gli effetti psicologici che derivano dalla caduta dei capelli possiamo segnalare:
- La negazione del problema: a volte il dolore che deriva dall’accorgersi che i propri capelli stanno cadendo è talmente grande, improvviso, ingestibile che si preferisce negarlo, anche e soprattutto di fronte a se stessi. Questo atteggiamento non solo ritarda la ricerca di una soluzione al problema, ma aumenta la sofferenza che deriva dal tenersi dentro un peso che in quel momento sembra tanto ingente.
- L’ansia e il panico: spesso di fronte ad un fenomeno improvviso, non giustificabile, inatteso le reazioni più comuni sono l’ansia e il panico. Questi ultimi sono l’effetto della sensazione della perdita di controllo su se stessi e il proprio corpo. Non si sa cosa stia accadendo e non si sa come porre rimedio.
- La depressione: alcune persone reagiscono di fronte alla perdita dei capelli con rassegnazione, dolore, tristezza, apatia. Lo considerano un fatto ineluttabile, definitivo rispetto al quale sono totalmente impotenti. Per tale motivo non chiedono aiuto, si chiudono in se stesse e spesso riducono fortemente la loro vita sociale e magari anche quella professionale ne risente.
- La vergogna: i capelli hanno un grande valore estetico soprattutto oggi in cui viviamo in una società che pone grande enfasi sull’immagine. La perdita dei capelli in questi casi viene vissuta come una sorta di stigma sociale da nascondere, di cui vergognarsi, che suscita imbarazzo, che può essere fonte di derisione e che induce a ridurre le proprie frequentazioni sociali e ancora più i rapporti affettivi e di coppia.
- L’umiliazione: a volte si può arrivare a pensare che qualcosa o qualcuno ce l’abbia con noi e che sia responsabile della nostra condizione di scarsità di capelli. Questa convinzione tende ad essere confermata quando ci si confronta con gli altri che si finisce col credere che parlino continuamente di noi e che ci critichino e ci deridano finendo col perpetrare il nostro già intenso disagio.
- L’ossessione: alcune persone tendono a considerare la perdita dei capelli una vera e propria ossessione. Essa diviene il centro della propria esistenza. La ricerca delle cause, dei rimedi, diventa l’unico pensiero, l’unico oggetto di discussione, di attività a cui ci si dedica. Tutto il resto della vita in questi casi perde di importanza.
- L’isolamento: il disagio interiore e la mancanza di accettazione e apprezzamento della nuova immagine di sé con i capelli diradati porta a isolarsi socialmente, nel timore che gli altri possano a loro volta non gradire questo nuovo look. L’isolamento, però, a sua volta rinforza il senso di dolore, disagio, autosvalutazione e disistima che si sta vivendo.
- La gelosia: indistintamente uomini e donne possono provare gelosia verso altrettanti uomini e donne con una bella, lucente e folta capigliatura, soprattutto per il senso di fascino, il potere seduttivo, ammaliante che i capelli recano con sé. La scarsità di capelli è come se avesse deprivato della propria mascolinità o femminilità che sembrano essere intatti in tante altre persone.
Come fare per superare il disagio psicologico associato alla perdita dei capelli?
Arrivati a questo punto abbiamo capito che la perdita dei capelli non è un mero fatto che attiene al corpo, ma che ha anche delle forti ripercussioni e a volte anche delle concause psicologiche.
Per questo motivo in molti casi può essere utile un approccio integrato volto alla risoluzione o alla attenuazione del disagio sul piano sia fisico, sia emotivo.
Per risolvere o attenuare la perdita dei capelli è fondamentale risalire alla causa del problema e per fare questo è indispensabile rivolgersi a dei professionisti appositamente formati allo scopo, capaci di individuare le forme di terapia, cura o trattamento più idonee. Oggi esistono diverse possibilità, dall’infoltimento dei capelli, al trapianto, all’uso di farmaci, all’impiego di tecnologie laser, ad alta frequenza. Quando, invece, le cause sono strettamente psicologiche la figura di riferimento principale potrà essere uno psicologo capace di aiutare il cliente a prendere consapevolezza del disagio alla radice del sintomo fisico e i vissuti associati ad esso. Anche quando il sintomo ha causa primariamente organica in ogni caso il supporto di uno psicologo può essere utile ad affrontare e superare il momento di disagio che questo disturbo fisico sta creando.