Il fascino del tradimento

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Conflitti intimi di fronte alla possibilità di tradire
di Anna Fata

 

Sarà capitato a chiunque, prima o poi ciascuno di noi, a suo modo, ne è protagonista.

Quel che cambia è il modo di viverlo, il senso, la chiave di lettura che se ne attribuisce.

Quell’uomo (o quella donna) che incontriamo ripetutamente sul treno e con cui un giorno troviamo il coraggio di avviare un dialogo, quel nickname tanto attraente nel mezzo di una stanza chat, dietro il quale si scopre uno scenario umano inimmaginabile, i super frequentati Social Network, in tutti cercano di apparire al meglio di sé, o, più semplicemente, il vicino di casa, il collega d’ufficio, il parrucchiere che, tutto d’un tratto, notiamo che ci guarda con occhi ‘diversi’ (oppure siamo noi a sentirci ‘diversi’?) dal solito.

Improvvisamente scatta qualcosa, qualcosa dentro di noi si accende, qualcosa di sopito da più o meno tempo, o semplicemente qualcosa che non ci siamo mai concessi la possibilità di vivere.

Ci sentiamo pronti per questa nuova esperienza, e quelle persone, non casualmente, hanno incrociato il nostro percorso di vita.

Quel che all’inizio poteva essere un gioco di parole, sguardi, sfioramenti, ha la possibilità di diventare ancora più intenso, forse serio, sconvolgente. Siamo pronti a mettere in discussione tutto, comprese eventuali relazioni già in corso, ma soprattutto.. noi stessi?

Già, perché tradire, dal latino ‘tràdere’, è un mettere in mano, un consegnare, nonché un venire meno alla fede. Cosa si consegna a tradimento se non se stessi, prima di tutto?

E per fede cosa si intende? Cosa c’entra col tradire? La fede è un concetto assai complesso, lo testimonia la sua etimologia assai sfaccettata.

La fede è un credere come veri determinati assunti, concetti, in base ad una autorità o convinzione personale. Implica la persuasione, ed è connessa al legame, e alla capacità di mantenere una promessa, quindi all’essere leali.

Quando si tradisce si infrange un legame in cui si credeva.

Torniamo al punto di partenza: siamo noi in prima persona responsabili del legame, il fatto che implichi qualcosa di esterno, una persona, un ideale, diviene secondario. Il tradimento viene perpetrato prima di tutto da parte nostra nei nostri confronti. La fedeltà è nei nostri confronti, prima ancora che verso una persona esterna. La fedeltà all’altro da sé scaturisce da quella verso di noi, in modo naturale e fisiologico, mai viceversa.

Non si è fedeli perché sposati, fidanzati, perché non si vuole ferire il partner, i figli, né deludere amici e parenti. Questa è una forma di prigionia, di totale mancanza di libertà, la libertà e la responsabilità di essere se stessi.

Ci si sposa, ci si fidanza perché si è fedeli, perché si tiene fede a sé, ai propri vissuti, sentimenti, di cui l’altro è destinatario. In questo c’è una componente enorme di libertà.

Quando decidiamo di tradire un legame si spezza, quello che tiene unita quella parte di noi, che a sua volta era legata all’amato. Da qui deriva un senso di rottura interna che talvolta diventa particolarmente insopportabile. Spesso il dolore del tradire è tanto forte, se non a volte più dell’essere traditi. I sensi di colpa, la vergogna, l’imbarazzo, se presenti, arrivano solo dopo, prima prevale il dolore.

Quando siamo attratti da una persona che non è il nostro partner abbiamo a disposizione una grande opportunità che solo noi possiamo decidere se e come vivere. In questo ci si può ricollegare indirettamente al concetto di fede.

In esso è presente un ulteriore aspetto, che è legato al conoscere. E’, forse, quest’ultimo che può portare a fare ‘buon uso’ di tradimento e fedeltà, intesa come costanza negli affetti e nell’amore.

Dare un senso all’attrazione per uno sconosciuto, o quasi, individuare, da una parte, ciò che ci piace in questo potenziale amante e che non troviamo nel nostro compagno, e ancor più dall’altra quel che riusciamo a vivere con questa persona e che non ci concediamo col partner. E’ su quest’ultimo aspetto che dovremmo soprattutto lavorare.

Abbiamo l’opportunità di conoscere meglio noi stessi, di metterci alla prova, e allo stesso tempo di rinnovare il rapporto su un nuovo piano con il partner attuale, oppure possiamo decidere di de-viare dal nostro cammino e di rivoluzionare completamente la nostra vita. Sta solo a noi decidere cosa sentiamo più opportuno per noi in quel determinato momento di vita, senza perdere mai di vista la fedeltà a noi stessi.

Evitiamo di celarci dietro le apparenze, le scelte di comodo, i moralismi, non censuriamo i desideri, ma riconosciamoli, senza condannarli: solo così possiamo essere veramente liberi di decidere come viverli.

In caso contrario, qualunque decisione prenderemmo, cedere alla ‘tentazione’, oppure rassegnarsi ad una vita ormai troppo piatta che non ci soddisfa più, ne saremmo schiavi. Essere consapevoli per essere liberi, questa può essere la chiave di volta.

 

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