Creare le condizioni ottimali per lavorare al meglio
Di Anna Fata
Il lavoro è una delle attività in cui trascorriamo più tempo nella nostra esistenza. Per questo motivo è fondamentale che esso possa rappresentare un modo non solo per procurarci quanto ci serve per vivere, ma anche per realizzarci come esseri umani, per offrire un contributo al mondo, per sentirsi utili, valorizzati e riconosciuti nei propri talenti, impegno, potenzialità.
Svolgere un buon lavoro ci fa sentire orgogliosi, soddisfatti, pieni, ci fa crescere come esseri umani e come professionisti, ci valorizza, contribuisce a dare un senso al nostro fare e al nostro esistere.
D’altro canto, quando non stiamo bene al lavoro ci sentiamo inadeguati, frustrati, confusi, svalutati, e spesso col timore di perdere il lavoro stesso.
Come le aziende gestiscono i dipendenti
In genere le aziende si focalizzano su 4 aree principali per la gestione dei loro dipendenti:
- Abilità: che si esplicano tramite la valutazione delle competenze, la formazione, l’aggiornamento, il collocamento della persona giusta al posto giusto
- Risorse: la gestione del tempo, degli strumenti, dei sistemi, delle risorse
- Struttura: lo svolgimento di attività di organizzazione, progettazione, definizione degli obiettivi, delle strategie, l’allocazione dei budget, il monitoraggio dei processi, la valutazione dei risultati
- Sostegno: attività di consulenza, coaching, counseling, mentoring.
Se si desidera che le persone siano felici, serene, soddisfatte sul posto di lavoro è necessario metterle nelle condizioni ottimali per ottenere i migliori risultati. Questo, però, a volte non basta: ci sono persone che ottengono ottimi risultati al lavoro, ma non sono particolarmente felici.
Esiste una distinzione cruciale tra ottenere buoni risultati e sentirsi bene in relazione ad essi.
Quando le persone non si sentono a loro agio al lavoro questo si traduce in calo della motivazione, della creatività, della produttività, stress, burnout. Le aziende, quindi, è fondamentale che creino anche le condizioni affinché i loro dipendenti si sentano bene in relazione ai risultati che ottengono.
Come stare bene al lavoro
Esistono 3 fattori che possono aiutare a sentirsi bene in relazione ai propri conseguimenti professionali:
1. Il significato
Quando si lavora è fondamentale sapere cosa si deve fare, perché e come può aiutare qualcuno. Quest’ultimo aspetto conferisce al lavoro uno scopo e un significato.
Non è sufficiente che il proprio lavoro sia significativo per l’azienda, lo deve essere per la singola persona. Il proprio lavoro deve avere uno scopo in cui si crede che valga la pena impegnarsi.
Ad esempio, nella maggior parte delle aziende i dipendenti vengono valutati in base a quante chiamate, mail, richieste evadono, nell’azienda Zappos la valutazione dei dipendenti si basa su quanto sanno rendere felici i clienti. Il primo parametro ha valore per l’azienda, il secondo anche per i dipendenti perché mostra loro che sanno fare la differenza per i loro clienti.
2. L’autonomia
Quando si è liberi di svolgere il proprio lavoro in modo personale è più probabile che ci si senta orgogliosi dei risultati. Se, invece, il capo impone minuziosamente cosa fare, come, quando, dove, è meno probabile che ci si senta soddisfatti dei risultati perché non vengono percepiti come propri.
Nei limiti del possibile, sarebbe opportuno poter essere liberi di decidere su cosa lavorare, con chi, con quali metodi, quando, dove. Ad esempio, la Middelfart Savings Bank in Danimarca è uno dei luoghi di lavoro più felici in Europa. Qui è stato raggiunto questo traguardo lasciando il massimo livello di libertà e responsabilità nel lavoro.
3. L’apprezzamento
Ci sentiamo bene al lavoro quando veniamo riconosciuti per ciò che facciamo.
Teresa Amabile e Steven Kramer nel loro libro “The Progress Principle” affermano che tra tutto ciò che alimenta la motivazione, le emozioni e le percezioni durante la propria giornata lavorativa, la più importante è compiere progressi in un lavoro significativo.
Creare una cultura di feedback positivi in un’azienda è il modo più semplice e potente per fare percepire ai dipendenti l’importanza dei loro risultati.
D’altra parte, se si sente che si sta compiendo un ottimo lavoro, ma nessuno lo nota diventa difficile mantenere alta la motivazione, la soddisfazione, l’orgoglio, la perseveranza. In molte aziende è poco diffusa la pratica della lode, del riconoscimento, della gratificazione in caso di lavoro ben fatto, ma molto più diffusa è la consuetudine a sottolineare gli errori, spesso anche pubblicamente.
In sintesi: non è sufficiente mettere i dipendenti nelle condizioni di conseguire ottimi risultati, si deve anche aiutarli a sentirsi bene in relazione a ciò che fanno. Per essere felici al lavoro, oltre a questo, è necessario che le persone sentano che il loro lavoro abbia uno scopo, un significato, un’utilità, che siano libere nei modi, luoghi, tempi per il suo svolgimento. Migliorare il modo in cui ogni dipendente si sente in merito ai risultati conseguiti è di fondamentale importanza, per il benessere della persona, così come dell’azienda e la sua produttività nel tempo.
Per approfondire leggi il libro: “Vivere e lavorare meglio“