Il gioco come strumento di crescita e di benessere
di Anna Fata
Il gioco non conosce età: in ogni fase della nostra evoluzione, dalla prima infanzia all’età adulta e anziana ciascun essere umano è portato a giocare. Cambiano le preferenze circa i giochi a cui ci si dedica, ma l’inclinazione all’attività ludica resta.
Il gioco si può definire come un’attività volontaria e intrinsecamente motivata. In quanto tale è il frutto di una libera scelta capace di creare gioia, godimento, piacere, in sé e per sé.
Il gioco può permettere l’evoluzione della personalità, può stimolare l’identificazione, la creatività, la collaborazione, la cooperazione, la competizione, il rispetto delle regole, l’elaborazione delle emozioni, delle ansie, delle paure, dello stress, l’espressione dei moti più profondi e autentici del nostro intimo.
Nella nostra società contemporanea i giochi destrutturati e creativi stanno lasciando sempre più il posto ad impegni schedulati e rigidamente organizzati dagli adulti, oltre che all’uso massiccio di dispositivi tecnologici che poco spazio lasciano al movimento, alle percezioni psicofisiche per limitarsi alle mere esperienze visive. Questo impone ai bambini ritmi, modi, tempi e attività che sono più simili agli stili di vita degli adulti che non a quelli dell’infanzia, con conseguente aumento di ansia, stress e a volte anche depressione.
Quali sono i benefici del gioco
Secondo una recente ricerca condotta dalla American Academy of Pediatrics il gioco ha un potere di protezione e cura. Giocare sia con i propri coetanei, sia con i genitori svolge un ruolo cruciale per un sano equilibrio psicofisico, per una crescita armonica, per lo sviluppo delle abilità sociali e per ridurre lo stress che si può presentare a qualsiasi età.
Nel libro “The Happy Kid Handbook: Hot to Raise Joyful Children in a Stressful World” di Katie Hurley si evidenzia che quando un bambino manifesta l’interesse per un’attività, essa diviene immediatamente l’elemento centrale della sua attenzione.
In modo particolare il gioco non strutturato, se praticato quotidianamente, può arrecare numerosi benefici sul piano dell’evoluzione:
- aumenta le abilità di problem solving
- migliora le abilità sociali come ad esempio: ascoltare, parlare rispettando il proprio turno, collaborare
- potenzia lo sviluppo dell’empatia
- permette di elaborare stress, ansia, paure
- stimola l’identificazione
- favorisce lo sviluppo del linguaggio
- incentiva l’evoluzione di un livello superiore di pensiero
- promuove i processi di rappresentazione simbolica
- rende più coraggiosi, creativi, assertivi
- permette di affrontare costruttivamente le emozioni e i pensieri negativi.
Il gioco come strumento di comprensione e relazione
Attraverso il gioco si può imparare a gestire le emozioni complesse, a diventare più pazienti, perseveranti, attenti, resilienti e rilassare le tensioni, Questi aspetti positivi si possono riscontrare ad ogni età, anche da adulti. Questo accade perché nel gioco si affrontano gli aspetti che generano stress, senza evitarli, sopprimerli né mascherarli.
Il gioco, se condiviso, può aiutare a creare nuove relazioni e a rafforzare quelle preesistenti. Stimola il rispetto reciproco, la collaborazione, la cooperazione, l’interscambio, l’empatia, l’assertività, la gestione del conflitto. Per questo motivo il gioco non solo fa parte del contesto dell’infanzia, ma è entrato da tempo a pieno titolo anche all’interno della formazione aziendale.
Condividere il gioco con una persona, e ancora più con un bambino, vuol dire avere accesso alla sua anima e alla sua parte più intima e profonda. Quando una persona ne invita un’altra a condividere un’attività ludica le sta permettendo di entrare nella sua sfera più prossima e recondita a cui può dare voce sul piano simbolico.
Il gioco come cura e terapia
Il gioco può anche avere un valore curativo delle proprie ferite maggiormente dolorose. Lo stress, le esperienze traumatiche si possono verificare ad ogni età. Quando accadono ad un bambino, specie se molto piccolo, che ancora non ha la piena capacità di verbalizzare i suoi pensieri ed emozioni, questi traumi non si riescono ad elaborare in modo sufficientemente sano e gli strascichi si possono protrarre per anni, magari finanche da adulti.
Il gioco, in questo senso, può aiutare a gestire ed elaborare stress, ansia, rabbia, tristezza, dolore della separazione, e altre emozioni e pensieri negativi. Attraverso il gioco è possibile dare un nome alle emozioni, ai pensieri, comprenderli, elaborarli, superarli.
Il gioco, soprattutto quello destrutturato, può migliorare tutto il funzionamento globale della persona. Si è visto che i bambini che trascorrono molto tempo durante la loro infanzia a praticare il gioco destrutturato da adulti hanno maggiori abilità sociali, un numero maggiore di amici, un rendimento accademico e professionale superiore, più empatia, compassione, capacità di rispetto degli impegni presi, delle regole, abilità verbali.
Il gioco come allenamento alla vita adulta
Attraverso il gioco da bambini ci si esercita ad entrare nel mondo degli adulti. Tramite i giochi di ruolo si costruisce quello che sarà il proprio mondo del futuro e ci si prepara ad esso.
Lo stesso linguaggio per i bambini è un gioco che se opportunamente praticato può rivelarsi assai utile e divertente anche da adulti.
Giocare, quindi, non è mai una perdita di tempo, né da bambini, né da adulti, ma un vero e proprio investimento sulla propria persona, un esercizio di vita e di lavoro che verosimilmente potrà portare ad essere persone, lavoratori e cittadini migliori.