L’ironia semplifica la vita: Ecco come coltivarla

Perché conviene essere ironici e come fare per diventarlo
Di Anna Fata

Una risata alleggerisce la vita e fa bene alla salute. In fondo, il vecchio detto “Il riso fa buon sangue” ha un fondamento di verità scientifica. Se l’ironia fa tanto bene ed è pure estremamente gradevole, perché non coltivarla attivamente?

 

Cos’è l’ironia?

L’ironia si fonda su una forma di contraddizione tra informazioni verbali e non verbali. Proprio questa incongruità è ciò che, a volte, determina possibili fraintendimenti nella sua interpretazione.
L’ironia riguarda la discrepanza tra ciò che si sta dicendo e ciò che non si dice.
E’ una forma di comunicazione che attiene specificamente agli esseri umani.

E’ un’espressione che deriva dal greco e che indica dissimulazione, finta ignoranza. Per esteso è diventata una figura retorica, una tecnica letteraria, o un evento in cui quello che appare alla superficie differisce radicalmente da ciò che è nella realtà. L’ironia socratica dei dialoghi di Platone nasce da questo contesto.

 

Ironici si nasce o si diventa?

Pare che la predisposizione all’ironia sia legata all’autostima e alle nostre preferenze di ciò che ci fa ridere. L’autostima delle persone e la loro apertura alle forme indirette di comunicazione predice quanto esse siano inclini all’ironia. Allo stesso modo se considerano l’umorismo come una forma educata di espressione la sanno interpretare come tale.

La capacità di recepire l’ironia si forma all’età di 5-6 anni e si fonda sulla capacità di distinguere le affermazioni letterali da quelle ironiche. Pare, inoltre, che le persone con quoziente emotivo più elevato siano in grado di cogliere più velocemente l’ironia.

 

L’ironia ha una base neurocerebrale?

Anche se Socrate è stato tra i primi che ha indagato e utilizzato ampiamente l’ironia, le prime ricerche neuroscientifiche sull’ironia si fanno risalire agli anni ’90 quando Antonio Damasio ha pubblicato il libro “L’errore di Cartesio: Emozione, ragione e cervello umano” in cui, tra le altre cose, ha messo in luce che un danno alla corteccia orbito-frontale impedisce di cogliere l’ironia. Tale area è anche quella che ci astiene dal compiere azioni insensate o imprudenti.

Da Damasio in poi numerose ricerche si sono susseguite le quali hanno ipotizzato che quando le persone con danno orbito-temporale ascoltano un messaggio ironico o sarcastico lo interpretano come falso o bugiardo.

Affinché un messaggio venga interpretato correttamente è necessario che chi ascolta abbia un modello della mente di chi parla, di cui è responsabile la corteccia orbito-temporale, che consenta di interpretare correttamente gli stati mentali altrui. Tale modello risulta assente in chi ha tale area danneggiata determinando l’incomprensione dell’ironia.

 

Come si coglie l’ironia?

Esistono diverse interpretazioni su come sia possibile cogliere l’ironia. Una di queste ipotizza che prima di tutto consideriamo il significato letterale di una frase, in seguito valutiamo l’ironia. Un’altra ipotesi propone che classifichiamo una affermazione come ironica non appena abbiamo l’evidenza che ci deriva dal tono di voce o dall’espressione del viso. L’accordo pare unanime sul fatto che fin dai 5-6 anni di età si riesca a cogliere l’ironia verbale.

In ogni caso cogliere l’ironia è una capacità complessa, sociale, cognitiva, emotiva, culturale, che si effettua tramite una rapida coordinazione delle informazioni e delle conoscenze acquisite in base ad un ampio spettro di possibilità interpretative.

 

Come rispondiamo all’ironia?

Le risposte all’ironia dipendono da diversi fattori: caratteristiche di personalità, abitudini di comportamento, educazione ricevuta, consuetudini storiche, sociali, ambientali, circostanziali, relazionali. Ci sono espressioni ironiche che non vengono recepite come tali, ad esempio, in differenti epoche, in diversi contesti religiosi, sociali, politici, culturali, in occasione di alcuni eventi, in base alla relazione tra le persone stesse e al grado di familiarità e confidenza.

 

Ironia e sarcasmo sono la stessa cosa?

Ironia e sarcasmo non sono la medesima cosa.
Il sarcasmo non necessariamente comprende l’ironia e l’ironia spesso non comprende il sarcasmo. Sono due concetti che possono essere legati, ma che vanno esaminati separatamente.

Il sarcasmo è diretto, significa esattamente quel che intende dire, ma in modo caustico, pungente. Lo psicologo Rod A. Martin nel suo libro “The psychology of humour” afferma che l’ironia si verifica quando il significato letterale è l’opposto di ciò che si intende, mentre il sarcasmo è una forma di umorismo aggressivo che intende divertire.

D’altro canto Lee e Katz sostengono che il ridicolo è un aspetto importante del sarcasmo, ma non dell’ironia verbale in generale. In questo senso il sarcasmo è un tipo particolare di criticismo diretto contro una persona o un gruppo che comprende anche l’ironia verbale.

Come fare per coltivare l’ironia?

Partendo dal presupposto che esiste un substrato di personalità, educazioni, fattori storici, sociali, culturali che predispongono ad essere più o meno ironici, considerati i benefici che un sorriso può portare alla salute personale e alle relazioni, forse potrebbe valere la pena cercare di essere, almeno talvolta, un po’ più ironici.

Qualche suggerimento pratico per diventare più ironici:

  • coltivare l’autostima
  • non cercare sempre l’approvazione e il consenso altrui
  • prendere le situazioni e se stessi con maggiore leggerezza
  • non considerare ogni situazione come un attacco, affronto o questione personale
  • evitare di considerarsi sempre al centro dell’attenzione, nel bene o nel male
  • praticare una tecnica di rilassamento che possa allentare lo stress della vita quotidiana
  • praticare la meditazione, che aiuta non solo a rilassarsi, ma ad essere più empatici, compassionevoli
  • praticare la gratitudine
  • allenarsi a vedere e valorizzare i lati positivi delle situazioni.

 

Per approfondire l’argomento leggi il libro: “99 Esercizi per il Benessere e la Felicità nella Vita e nel Lavoro

 

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