Perché le persone seguono dei leader autoritari

Leader autoritario

Come l’autoritarismo dilaga nella società attuale

di Anna Fata

Probabilmente sarà evidente a molti di noi che stiamo vivendo in clima sociale, politico, economico, comunicativo sempre più incentrato su toni gridati, imposti, violenti, non giustificati, scarsamente razionali, molto emotivi, e soprattutto dispotici, belligeranti e autoritari.

Attualmente sembra l’unico modo possibile di procedere nel governo, nel controllo, nella gestione delle persone, a prescindere dal loro ruolo, dal contesto, dalla finalità.

Ciò che pone maggiormente dei dubbi, però, è come mai le persone tendono a seguire, quasi ipnotizzate queste nuove figure di leadership, senza rendersi conto o solo scarsamente, di quanto sta accadendo, dei meccanismi che si verificano, delle finalità più o meno inconsce che sottostanno a questi meccanismi di rinnovato autoritarismo.

Per certi versi c’è del vero nel luogo comune secondo il quale la storia tende a ripetersi, ancora più se non adeguatamente conosciuta, compresa, metabolizzata. Per certi versi questi meccanismi e processi basati sull’autoritarismo a periodi alterni nella storia si sono sempre affermati e tra i più recenti, dilaganti e catastrofici, ad esempio, possiamo ricordare gli effetti dell’Olocausto.

5 Ragioni per cui le persone seguono i leader autoritari

Tra le numerose ragioni per cui si tende a seguire dei leader autoritari, senza o quasi opporre alcuna resistenza ad essi vi possono essere:

1. Il potere stesso dell’autoritarismo

Il noto esperimento di Milgram in cui alle persone veniva imposto di somministrare una scarica elettrica, potenzialmente fatale, a chi stava nella stanza adiacente ogni volta che sbagliava risposta ad una domanda, ci può aiutare a chiarirci almeno in parte le idee. Nonostante le urla, il dolore, le suppliche delle vittime un’ampia maggioranza delle persone, l’82,5%, ha obbedito all’ordine della punizione. Perché?

Pare che la stessa cultura imperante che esalta queste figure autoritarie sia sufficiente per legittimarne il ruolo e fare in modo che chi osserva le riconosca come tali e obbedisca fedelmente e e ciecamente ai loro ordini.

Un successivo esperimento di Burger, più rispettoso dell’etica delle persone coinvolte, ha confermato che circa il 70% delle persone sono disposte a continuare a somministrare la scossa elettrica nonostante le grida e le lamentele di chi le riceve. Questo pare che sia dovuto a tre fattori chiave: le informazioni limitate in merito a quanto stia veramente accadendo, un aumento graduale delle richieste di tortura, l’evitamento della propria responsabilità personale. In pratica, se obbedisco ad un ordine, sono verosimilmente legittimato a compierlo.

2. Il potere dell’informazione limitata

Negli esperimenti sopra citati di Milgran e di Burger i partecipanti disponevano di un numero relativamente limitato di informazioni, nonché in una situazione del tutto nuova rispetto alla quale non sapevano esattamente cosa aspettarsi. Per questo motivo l’unico elemento su cui potevano contare era la figura stessa del leader autoritario.

Questa ipotesi suffraga per certi versi il comportamento di molti di loro che celano volutamente, oppure distorcono, informazioni, fatti, circostanze, eventi sostituendoli con una pura propaganda dispotica e impositiva.

3. Il potere delle richieste incrementali

Così come negli esperimenti sopra narrati il comando di somministrare le scosse elettriche era di intensità crescente, molti leader autoritari elevano progressivamente l’entità delle loro richieste, comandi, imposizioni ai loro seguaci. In questo modo si produce una sorta di assuefazione, di modellamento progressivo del comportamento fino ad ottenere quello finale desiderato dal leader. Tutto questo senza che i seguaci se ne accorgano, o solo blandamente.

4. Il potere dell’evitamento della responsabilità personale

Quando si obbedisce ad un ordine, in linea generale, ci si affida e si delega la propria responsabilità nelle mani del capo stesso. In tal modo si evita di pensare, di interrogarsi e si è legittimati potenzialmente su tutto quanto viene prescritto, etico o non che sia. Questo è un meccanismo che accade più di frequente di quanto si possa pensare nella vita quotidiana, in ogni contesto in cui viviamo dalla famiglia, all’ufficio, alla guida dell’auto, alla pratica dello sport. Troppo spesso tendiamo a non riflettere abbastanza sulle conseguenze e gli effetti delle nostre azioni, specie in determinate circostanze, semplicemente perché motivate da leggi, regole e norme varie.

5. Il potere della paura

Ultima, ma non ultima ragione, è la paura. Non è mai un caso che i leader autoritari creino un clima di minacce e terrore. Questo a sua volta induce chiusura, dipendenza, ansia, angoscia, circospezione, paralisi, polarizzazione, che possono minare fortemente la libertà sociale e individuale.

Le ricerche neuroscientifiche hanno contribuito a spiegare molto bene la natura e l’entità dei meccanismo sottostanti alla paura.

La paura in modo particolare può rappresentare uno dei meccanismi più potenti di cui si avvale l’autoritarismo. Essa può influenzare massicciamente il modo in cui analizziamo le informazioni. In condizioni normali tendiamo ad essere moderatamente equilibrati, lucidi, razionali, logici, Anche se  gli stimoli arrivano, ci influenzano, non arrivano a sommergerci e sovrastarci come quando siamo impauriti.

Quando non disponiamo di sufficienti informazioni, invece, si attiva in modo diretto l’amigdala e reagiamo immediatamente con stress, ansia, timore. Questo meccanismo a sua volta induce con maggiore probabilità reazioni automatiche, immediate, perché riteniamo di dover fronteggiare una subitanea minaccia.

Quando un leader autoritario accende in noi la paura e soprattutto la esercita per lunghi periodi, generando in noi un clima cronico, questo si imprime stabilmente nella nostra memoria inducendo in noi la dimenticanza delle informazioni più oggettive, essenziali, utili per affrontare le situazioni in  modo sereno, autonomo e costruttivo. In pratica, la neocorteccia comincia ad agire meno e noi siamo può vulnerabili e manipolabili. In tal modo tutte le parole e i comportamenti di un leader autoritario possono avere la massima fascinazione, presa ed efficacia su di noi.

Non tutte le persone, però, sono suscettibili all’ipnosi che molti leader autoritari possono esercitare. E’ possibile resistere alle manipolazioni sviluppando la consapevolezza e il coraggio.

Come resistere al fascino dei leader autoritari

Per resistere alla circonvenzione che molti leader autoritari mettono in atto continuamente per attirare e mantenere un ampio seguito di folla è possibile potenziale la consapevolezza e il coraggio. Si tratta di potenzialità insite in ciascuno di noi che con i dovuti strumenti e strategie si possono coltivare.

La Meditazione e la Mindfulness, ad esempio, pare essere un ottimo antidoto contro la fascinazione, per lo più inconsapevole, che certe forme di leadership autoritaria innescano. Essa è in grado di addestrare le aree cerebrali che riguardano le funzioni cognitive più evolute ed elevate, la regolazione delle emozioni, e in generale l’equilibrio interiore.

Il risultato permette di riconoscere ed etichettare le emozioni nel loro sorgere, senza farsi sovrastare da essere, riduce il predominio della amigdala, delle reazioni istintive, l’uso lucido e ponderato del linguaggio e del pensiero, la possibilità di prendersi delle pause di riflessione, la calma e la consapevolezza del respiro e delle funzioni corporee, la gestione dello stress, dell’ansia, il rilascio delle paure.

Lo sviluppo del Coraggio Esistenziale, come descritto dallo psicologo Salvatore Maddi, sembra essere un ulteriore strumento capace di fronteggiare le manipolazioni autoritarie. E’ una forma di resistenza che fa leva su impegno, controllo, sfida, che si sviluppa grazie al senso di presenza, controllo e focalizzazione. Quello che conta, pertanto, non è quello che accade fuori, ma come lo viviamo noi dentro.

Se viviamo le situazioni come continuo problemi, sfide, lo stress è destinato inevitabilmente a crescere; al contrario, il coraggio esistenziale ce le può fare apparire come delle utili lezioni da cui apprendere e grazie alle quali crescere come individui.

La buona notizia consiste nel fatto che ciascuno di noi ha dentro di sé, in modo latente, queste potenzialità, che si possono coltivare a qualsivoglia età e momento di vita, grazie al tempo, all’impegno, alla pratica.

In questo modo è possibile sviluppare discernimento, comprensione, fiducia nelle proprie percezioni e con esse maggiore immunizzazione alle lusinghe autoritarie.

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