E’ ancora tempo di lettere d’Amore?

lettera amore

 

di Anna Fata

Si avvicinano le feste comandate della tradizione cattolica. Per chi più, chi meno, qualche aspettativa, nel profondo, c’è sempre. Allora, che fare per non restare delusi? Che fare per aspettarsi doni che non arrivano o sono differenti rispetto alle attese?

Forse un buon modo potrebbe essere partire dalla cura, dal rispetto, dall’ascolto di se stessi. E con esso l’Amore. Verso di sè e per esteso verso il mondo. Si potrà entrare così in un circuito auto alimentante che va ben oltre i giorni strettamente preposti alle feste per innescare un processo di crescita e espansione per ogni giorno dell’anno.

Come fare concretamente? Un ottimo strumento concreto potrebbe essere la scrittura di una lettera. Prima di tutti a se stessi.

La più bella lettera d’amore è quella che nessuno ci ha mai scritto, quella che è rimasta imprigionata in una tastiera di un computer o nel calamaio di un inchiostro essiccato.

La più bella letta d’amore è quella che abbiamo atteso per anni e che non è mai arrivata.

Non è quella che abbiamo trovato sul cuscino al risveglio dopo una notte d’amore, non è quella segretamente intrufolata nella nostra borsetta o nella ventiquattrore.

La più bella lettera d’amore è quella che noi stessi possiamo scriverci giorno dopo giorno.

E’ quella che elogia i pregi, ma sa accettare e trova amabili anche i difetti.

E’ quella che con sano realismo sa cosa deve essere accettato e cosa è possibile cambiare.

E’ quella che possiamo recitarci ogni mattina e ogni sera di fronte allo specchio, guardandoci con passione negli occhi, ammirando la perfezione che sta dentro e fuori di noi.

E’ quella che costruiamo con i piccoli gesti di attenzione e di rispetto che compiano nei nostri confronti.

E’ quella che sa soccorrerci quando ne abbiamo bisogno, che lenisce le nostre ferite, come un balsamo prezioso.

E’ quella che seda i bollenti spiriti, che ci riporta alla concretezza, che ci fa sognare, ma anche ragionare con lucidità.

Sapere scrivere una lettera d’amore a noi stessi è il primo passo per poterne scrivere una anche a chi amiamo. E chi la riceverà si renderà conto del dono prezioso, autentico che siamo riusciti a confezionare.

Chi la leggerà, se sarà stato in grado di fare altrettanto con sé, resterà stupito, meravigliato di un dono così grande e inatteso. E non chiederà di più. Non ci bersaglierà con nuove pressanti richieste, non vorrà il bis, il tris, ma lo considererà un di più, un dono inatteso in grado di alimentare quell’amore che già egli sa offrire a se stesso e che lui stesso è in grado di estendere anche a chi sta intorno.

Donare e ricevere sono strettamente legati: non si dà l’uno senza l’altro.

E il saper ricevere è un ulteriore dono che ci concede a se stessi così come al donante.

E’ ciò che consente il ri-conoscimento di noi e del nostro interlocutore, è qualcosa che arricchisce, che fa crescere, che alimenta le nostre riserve di energia.

L’amore alimenta l’amore, in un circolo virtuoso senza fine che potrà coinvolgere chiunque sarà disposto a farne esperienza. Amatevi e sarete amati.

 

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