Come la Meditazione può renderci più gentili

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Essere presenti qui e ora aiuta a sviluppare la compassione
di Anna Fata

Le relazioni sono fondamentali per la nostra vita, il lavoro e il nostro benessere psicofisico. “Nessun uomo è un’isola” recitava il poeta John Donne, ciascuno di noi è una parte di un tutto più ampio, ma questo non toglie che ciascuno conserva la responsabilità di se stesso e delle proprie azioni.

Quando qualcuno viene criticato, giudicato, condannato, ignorato o rifiutato socialmente il dolore interiore che ne deriva può essere lacerante e alla lunga può dare adito a veri e propri sintomi fisici, mentali, emotivi. Esso può sfociare in ansia, panico, stress, depressione oppure culminare in atti aggressivi da parte di chi si è sentito escluso.

 

Quando le relazioni fanno male: il bullismo

Queste dinamiche valgono sia per le relazioni sociali vis a vis, sia per quelle mediate dal computer o dallo smartphone, come può accadere nel Web, nelle Chat o nei Social Network. Uno degli esempi che attualmente viene riportato assai di frequente dalle cronache giornalistiche è il bullismo. Un numero crescente di persone ne è vittima, con grande dolore e sofferenza, sia per chi è coinvolto in prima persona, sia per chi assiste impotente a tali scene.

In genere, si è notato che tende ad intervenire a favore della persona bullizzata solo chi ha una relazione molto stretta e intima con essa, oppure chi si identifica con lei, condividendone una o più caratteristiche.

Le situazioni in cui una persona viene presa di mira dalle altre, però, può essere molto subdola. Si è notato, infatti, che quando assistono alla scena numerose persone, se queste non intervengono è meno probabile che si creda che la situazione necessiti di un intervento affinché cessi.

Una recente ricerca sulla Meditazione, e la Mindfulness in particolare, condotta da Daniel Berry e colleghi della California State University San Marcos, pubblicata su Journal of Experimental Psychology, ha messo in luce che essa può aumentare la probabilità di agire in modo prosociale verso gli estranei ostracizzati, facendo leva sull’empatia.

 

Cos’è la Meditazione

La Meditazione o Mindfulness consiste nell’attenzione al momento presente, senza alcun giudizio, azione, reazione. Si focalizza sull’essere. In questa condizione la mente si placa, si stabilizza, osserva le cose con chiarezza. Di fatto è la condizione fisiologica di base della mente quando non è agitata da pensieri né emozioni perturbanti. E’ uno stato che sorge spontaneo quando ci si ferma.

L’ipotesi della ricerca di Berry e colleghi è stata che quando siamo molto presenti a noi stessi, apertamente disponibili a ciò che accade di fronte a noi, è più probabile che osserviamo in modo aperto ciò che accade e che impegniamo in esso col cuore e la mente aperta.

 

La Meditazione come opportunità di empatia e compassione

Per verificare questa ipotesi sono state create delle situazioni sperimentali. In una di esse ai partecipanti è stato fatto eseguire un esercizio guidato di Mindfulness al fine di diventare più consapevoli e ricettivi di ciò che stavano provando momento per momento, nel corpo, nelle emozioni, nei pensieri. Successivamente le persone hanno partecipato ad un gioco di nome “Cyberball” in cui c’era una simulazione di un individuo che veniva ostracizzato.

Ai partecipanti è stato poi chiesto di scrivere una mail ai giocatori. Coloro che hanno effettuato l’esercizio di Meditazione prima del gioco hanno scritto delle mail con maggiore calore e gentilezza verso la vittima rispetto a coloro a cui era stato assegnato un altro esercizio.

In seguito anche gli osservatori sono stati invitati a giocare a Cyberball con coloro che avevano osservato. Coloro che hanno effettuato la Meditazione hanno lanciato la palla più volte a colui che in precedenza era stato escluso dal gioco.

Anche se tutte le persone erano estranee tra loro e non si erano viste in precedenza neppure in fotografia, pare che anche meditare solo per 9 minuti renda più empatici verso una vittima e a concretizzarla con gesti gentili nei suoi confronti. Inoltre, sembra che questo si verifichi senza che si crei un senso di rabbia in chi osserva, ma semplicemente accentuando il senso di presenza nei confronti dell’ostracizzato.

La Meditazione, quindi, pare essere capace di stimolare la compassione per una vittima, ma senza suscitare rabbia verso chi esercita un sopruso e senza vittimizzare la vittima stessa.

 

La Meditazione per diventare più gentili

I risultati di questa ricerca fanno ben sperare per il futuro, anche se resta da verificare se e quanto la Meditazione possa promuovere la gentilezza nella vita quotidiana concreta e soprattutto con gli estranei.

Attualmente viviamo in un’epoca in cui l’estraneo, il diverso suscita sensazioni non del tutto positive, rispetto alle quali la paura, l’ostilità, la chiusura tendono a prevalere. Nel dubbio, ciascuno di noi, nel suo piccolo, potrebbe provare a praticare un po’ di Meditazione ogni giorno, che in ogni caso numerose ricerche scientifiche hanno messo in luce che produce dei benefici mentali, fisici ed emotivi. Se poi ne comporta anche altri, può costituire un ulteriore vantaggio, per noi così come per chi ci sta intorno.

 

Per approfondire leggi il libro: “La vita professionale e la pratica meditativa”

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