Nostalgia: come può renderci felici o tristi

Nostalgia

In che modo la nostalgia può farci stare bene

di Anna Fata

E’ un’emozione dolce-amara, un vissuto di delicatezza, di assenza, di vuoto, di mancanza, di assenza di qualcosa che in passato c’era, ma ora non vi è più. Chi più, chi meno, almeno una volta nella vita l’abbiamo provata. Può essere durata un periodo più o meno prolungato, per qualche istante ci ha ricatapultati in un passato che abbiamo considerato ormai irrimediabilmente perduto e di cui ci manca la presenza. Stiamo parlando della nostalgia.

Cos’è la nostalgia

La nostalgia – letteralmente, sul piano etimologico, rimanda all’andare a casa, all’abitare, al dolore e alla tristezza connessi al desiderio di poter rivedere i luoghi cari dell’infanzia, ma che nel presente sono lontani o inaccessibili – è un desiderio melanconico, un rimpianto di qualcosa di passato o lontano non più disponibile attualmente. Rimanda ad emozioni in parte contrastanti tra loro: in essa possono convivere infatti anche felicità e tristezza, quest’ultima per la brama di qualcosa che non c’è più, mentre la prima per la gioia di rivivere qualcosa che faceva stare bene.

La compresenza di inizio e fine di momenti felici, dunque, si intreccia e rende lo stato d’animo contrastante.

Nelle diverse arti, nella poesia, nella prosa, nella musica, così come nella storia, nella medicina, nella politica grande spazio è stato dedicato alla nostalgia, con anche una vena eroica, epica, drammatica, romantica, mitologica. La nostalgia è anche ciò che ha animato numerosi movimenti di immigrazione, un ritorno a casa carico di grande valenza sul piano simbolico, che però non sempre hanno trovato un corrispettivo concreto nella realtà.

Sicurezza, consolazione, rifugio, radicamento, sono alcune tra le numerose sensazioni che si accompagnano al tentativo di superare la nostalgia facendo ritorno ai luoghi, agli oggetti, alle persone care.

La nostalgia ci rende felici o tristi?

La letteratura scientifica si è più volte interrogata in merito alla nostalgia, cos’è, come si declina, cosa la anima, quali emozioni sottende, se e come si può superare, specie nel caso non ci faccia stare bene.

Una recente ricerca pubblicata su Journal of Personality and Social Psychology di David Newman e Colleghi ha investigato tale vissuto sotto diversi aspetti.

In una prima fase è stato chiesto ai partecipanti di ricordare un evento passato rispetto al quale provavano nostalgia. Da ciò è emerso che questo tipo di situazione può fare stare bene le persone.

Per comprendere meglio, però, come la nostalgia si interfaccia e si riflette nella vita quotidiana lo studio è proseguito secondo due diverse modalità.

In primo luogo è stata creata una breve scala di misura delle differenze di grado in cui gli individui provano nostalgia. Le domande poste sono state: “Quanto ti senti nostalgico?” e “ Fino a che punto ti senti sentimentale verso il passato?”.

Inoltre sono stati valutate le emozioni complessivamente positive e negative, il grado in cui ci si sentiva ispirati nella vita e l’avere un senso dell’esistere. Oltre alle misurazioni relative alla nostalgia è stato fatto compilare il noto questionario di personalità Big Five e il grado in cui le persone erano focalizzate su obiettivi finalizzati a raggiungere risultati positivi, oppure per evitare conseguenze negative.

Dai risultati è emerso che la tendenza a sperimentare la nostalgia è correlata all’evitamento della negatività e al tratto di nevroticismo della personalità. In generale, inoltre essa si correla a emozioni negative, depressione, rimpianto, ricerca di un senso per la vita.

In concreto, quindi, coloro che si definiscono nostalgici tendono ad avere esperienze interiori più negativi dei meno nostalgici.

La nostalgia nella vita quotidiana

La nostalgia ha un impatto nel breve, medio, lungo termine. Per comprendere come essa si declina e influisce nella vita quotidiana i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di compilare un diario giornaliero in cui hanno registrato il loro livello di benessere specifico e quanto esso li facesse sentire bene o male.

Specificamente, i giorni in cui le persone si sentivano sole tendevano a indurre nostalgia nel successivo, oltre che pensieri ed emozioni negative nei seguenti. Questa scoperta sembra fare propendere per la conclusione secondo la quale la nostalgia viene innescata da vissuti di solitudine e isolamento e induce vissuti negativi successivi.

Per capire perché la nostalgia può offrire l’opportunità di vivere sia momenti di felicità, sia di tristezza si è posta l’attenzione sui fattori che la scatenano e che possono influire sulle emozioni concomitanti associate.

Nella fase sperimentale finale è stato domandato alle persone di pensare ad un evento che li ha resi nostalgici. Dopo la sua descrizione è stato fatto valutare anche il loro benessere complessivo. In aggiunta tale valutazione è stata fatta ripetere su base giornaliera per sette giorni all’interno di un diario in cui veniva anche riportato un evento che poteva avere indotto nostalgia quel giorno. Lo stesso evento veniva fatto descrivere accuratamente.

Dall’analisi dei risultati è scaturito che chiedere agli individui di pensare ad una situazione nostalgica accentua la positività interiore e riduce la negatività, molto di più di quanto può accadere quando invece il ricordo si verifica spontaneamente nella quotidianità.

Sollecitare la nostalgia per essere più felici

In pratica: la nostalgia è un vissuto dalle diverse e in parti contrastanti sfaccettature. Se tentiamo attivamente di rievocare il passato alla ricerca di eventi nostalgici in genere ne ricaviamo un senso globale di positività che ci può rendere felici e contenti. Se, al contrario, sono le circostanze ad indurci a riflettere sul passato, l’attenzione tende a scivolare maggiormente su ciò che non è positivo e che come tale influisce sul nostro benessere, contribuendo ad abbassarlo anche nei giorni a seguire.

La lezione che ne possiamo trarre è che può essere utile, di tanto in tanto, soffermarci sul passato, positivo, nostalgico, benefico, sia per il benessere che ne deriva nel presente, sia nel futuro, ma evitare di farlo se spinti dalle circostanze esterne, perché in tal caso possono portare con sé anche sentimenti e pensieri poco piacevoli, sia nell’immediato, sia nel futuro prossimo e remoto.

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