Quando decidiamo di essere onesti o meno
di Anna Fata
Tutti noi abbiamo dei principi, dei valori, una morale in base ai quale valutiamo come sia giusto pensare, parlare, relazionarci, decidere, agire. Alcuni di essi sono ampiamente soggettivi e circostanziati, altri hanno una portata maggiormente universale.
Tali principi consentono l’esistenza della società, la convivenza, il rispetto reciproco, la collaborazione, la cooperazione e in generale ogni forma di relazione.
La disonestà, d’altro canto, può insorgere quando invece violiamo tali norme, principi, valori e possiamo anche incorrere in punizioni o sanzioni esterne.
L’onestà nella vita quotidiana
Anche se, in teoria, magari possiamo conoscere molto bene norme, regole, principi, valori per il vivere onesto e civile, nella pratica della vita quotidiana e del lavoro tali concetti devono poter essere declinati nelle diverse situazioni in cui ci troviamo e non sempre l’osservanza di essi ci risulta facile o automatica.
Ad esempio, se quando siamo a casa ci accorgiamo di avere ricevuto 10 euro di resto in più per un pagamento effettuato in un negozio che è distante 20 chilometri dalla nostra dimora e che non frequentiamo abitualmente, quanto siamo disposti a tornare indietro per restituirli? E soprattutto, tra le nostre buone intenzioni magari di restituirli nel week end successivo, quando avremo più tempo, con quale probabilità lo faremo veramente e invece non troveremo altre priorità o semplicemente ci dimenticheremo?
Questi piccoli e grandi dilemmi si susseguono più volte nell’arco delle nostre giornate mettendoci nelle condizioni di perseguire i nostri interessi, oppure di seguire le regole etiche del vivere sociale.
Oltre 70 ricerche psicologiche hanno indagato fino a che punto siamo onesti o disonesti nelle situazioni. Questi sono i risultati.
Siamo spontaneamente onesti o disonesti?
Nel corso di un recente convegno tenutosi presso la University of Amsterdam sono stati delineati i risultati diametralmente opposti di numerose ricerche.
Secondo alcune noi siamo istintivamente onesti, è una inclinazione che ci sorge in modo naturale. Nello specifico, se ci viene ordinato di raccontare una bugia, noi abbiamo la verità nella mente e siamo costretti ad uno sforzo cognitivo per dire una falsità.
All’opposto, secondo altre ricerche noi siamo disonesti per natura. Soprattutto quando siamo stanchi, stressati, sotto pressione, distratti tendiamo a cadere nella tentazione di distorcere deliberatamente la realtà dei fatti.
Altre ipotesi, invece propendono per il potere determinante che ricopre il nostro intuito nel decidere a favore della cooperazione nelle situazioni. Si tratta soprattutto di capire se il nostro essere onesti o disonesti può nuocere alla vittima che ci fa decidere in un senso o nell’altro.
Come ci comportiamo nel concreto
Una ulteriore analisi delle numerose ricerche psicologiche effettuate sulla onestà condotta presso il Center for Research in Experimental Economics and Political Decision Making è giunta alla conclusione che intuitivamente tendiamo ad essere disonesti, ma a patto che questo non danneggi concretamente chi subisce la nostra disonestà.
Nello specifico, nei contesti in cui può vigere l’anonimato, in cui non c’è una vittima specifica della nostra disonestà, come può accadere ad esempio quando un nostro guadagno di denaro non corrisponde necessariamente ad una perdita corrispondente per un’altra persona ben definita, esortare le persone a decidere in base al loro intuito le porta a mentire di più.
Quando, invece, la propria disonestà lede degli individui ben precisi il nostro intuito non sembra indirizzarci verso la disonestà.
Questa differenza nei nostri comportamenti pare che sia dovuta alla euristica sociale – che consiste in una strategia cognitiva, una scorciatoia di pensiero che permette più rapidamente di elaborare dei giudizi – secondo la quale non si deve danneggiare il proprio prossimo. Essa pare in grado di farci superare i nostri egoistici interessi e la nostra disonestà.
L’onestà verso le persone
In conclusione, chi di noi può definirsi autenticamente onesto o disonesto?
Forse è una risposta che in via definitiva nessuno può veramente fornire, perché in ampia parte dipende da numerosi fattori, educativi, di personalità, culturali, sociali e ancora più situazionali.
La quasi totalità di noi, nelle dovute situazioni, può comportarsi in modo onesto, oppure disonesto. In linea generale, alla luce delle ricerche ad oggi effettuate, si può affermare che ciascuno di noi ha cura del proprio prossimo, in modo naturale e spontaneo.
E’ possibile accentuare tale rispetto per gli altri mettendo maggiormente in luce gli effetti negativi concreti che la nostra disonestà potrebbe comportare su persone ben precise. In questo modo si potrebbe contribuire a costruire, nel proprio piccolo, quella famosa società migliore in cui quasi tutti noi vorremmo vivere.