Perché gli ottimisti sono più propensi agli investimenti a rischio
di Anna Fata
L’ottimismo è uno stile di pensiero in base al quale si crede che il futuro sia positivo, pieno di opportunità e come tale comporta altrettante dinamiche comportamentali finalizzate in modo attivo e costruttivo per la realizzazione dei propri obiettivi. Anche laddove possono verificarsi degli insuccessi essi vengono interpretati come incidentali e temporanei.
E’ un modo di vedere la realtà, di interpretarla, in quanto tale è una forma di pensiero in parte innata, in parte che si può coltivare ed è influenzata anche dal contesto familiare, sociale, culturale, in cui si vive.
In linea generale, numerose ricerche nel campo della Psicologia Positiva hanno messo in luce che l’ottimismo è correlato a numerosi benefici per la salute fisica e psichica. Le persone ottimiste non solo godono oggettivamente di migliore salute, ma si sentono anche tali, hanno una aspettativa di vita più lunga rispetto ai pessimisti, sono meno suscettibili allo stress, hanno relazioni di coppia più armoniche, hanno più successo al lavoro e nello sport.
Essere ottimisti, però, sembra che rappresenti uno svantaggio nel caso degli investimenti e della gestione finanziaria.
Perché gli ottimisti effettuano investimenti finanziari a rischio
E’ possibile continuare a restare ottimisti e godere dei benefici per la salute, il lavoro, le relazioni che esso comporta e al tempo stesso imparare anche a gestire le proprie finanze in modo oculato, evitando di cadere nelle pericolose distorsioni che l’ottimismo può creare quando si tratta con il denaro. Ecco come fare:
1. Gli ottimisti effettuano investimenti a rischio:
Diverse ricerche hanno messo in luce che gli uomini sono più inclini ad effettuare investimenti a rischio, mentre le donne tendono ad agire in modo più conservativo. Nello specifico, in uno studio condotto su oltre 20.000 uomini e donne con una media di 401.000 dollari di risparmi, le donne hanno investito per lo più in fondi pensione a basso rischio come quelli obbligazionari e meno nei piani azionari per i dipendenti aziendali che sono in genere più a rischio.
Queste diverse scelte di genere sembrano essere dovute al fatto che gli uomini tendono a provare meno avversione al rischio rispetto alle donne. Inoltre, secondo Ben Jacobsen, pare che anche l’ottimismo possa detenere il suo ruolo. Nello specifico le donne, in linea di massima, sono meno ottimiste rispetto agli uomini, atteggiamento che contribuisce a renderle più caute negli investimenti.
Gli investimenti a rischio, come nel caso delle azioni delle aziende, possono mettere a repentaglio i propri risparmi, ma sembra che differenziare il proprio portafoglio degli investimenti, almeno nel lungo termine, possa comportare dei benefici.
Secondo Vickie Bajtelsmit e Alexandra Bernasek gli investimenti che mirano prima di tutto a conservare il patrimonio portano dei ricavi finanziari anche molto inferiori rispetto a delle strategie maggiormente a rischio. Questo è vero, però, solo se i risparmi sono cospicui, se sono stati investiti in un portafoglio molto differenziato di rischio fin da giovani, e si passa gradualmente a modalità più conservative a mano a mano che si avvicina l’età della pensione.
2. Gli ottimisti giocano d’azzardo con l’intento di vincere denaro:
Può sembrare ovvio che la maggior parte di noi giochi per vincere – anche se, in verità, si può giocare anche solo per divertimento – ma il grande limite degli ottimisti è che si ostinano a persistere nel gioco anche quando continuano a perdere, perché nutrono aspettative positive circa il loro successo finale.
Come se non bastasse, gli ottimisti sono inclini a sovrastimare quanto hanno vinto in passato e anche per questo perseverano nel gioco.
Quando si combinano la tendenza agli investimenti a rischio con il gioco d’azzardo, la miscela può risultare esplosiva per i propri risparmi.
3. Gli ottimisti posticipano il risparmiare al futuro:
Tra tutti gli atteggiamenti controproducenti per il buon esito dei propri investimenti che nutrono gli ottimisti, che sortisce i suoi effetti soprattutto nel lungo termine, c’è il rimandare al futuro la decisione di risparmiare.
Una ricerca condotta da Leona Tam e Utpal Dholakia ha esaminato come l’ottimismo condiziona la propensione al risparmio, nello specifico quanto si risparmia e i periodi di tempo in cui si decide di compiere ciò.
Ad esempio, quando è stato chiesto alle persone quanto avrebbero risparmiato il prossimo marzo, o altri mesi futuri, oppure il successivo mese le risposte sono state molto diverse. Nel caso del prossimo marzo la risposta è stata 841 dollari, per il mese seguente 393.
Questa ampia disparità di risposte sembra sia dovuta al fatto che quando si pensa ad un futuro più distante le persone tendono ad essere più ottimiste, pertanto credono di poter accantonare più denaro. Quando però il momento effettivo arriva risparmiano meno di quanto avevano anche solo pensato il mese precedente.
La diversa concezione del futuro, che si può evidenziare anche a livello storico, sociale, geografico, culturale tra diverse nazioni, può influenzare pesantemente la propensione al risparmio. Ad esempio gli stessi ricercatori hanno anche scoperto che gli Americani, con la loro fiducia sconfinata nel progresso e nel successo, e nel fatto che il loro stipendio nel tempo continuerà a migliorare, tendono a rimandare continuamente l’epoca in cui risparmieranno. Questo atteggiamento, invece, non si evidenzia nel caso della popolazione cinese.
Come conciliare ottimismo e propensione al risparmio
Per poter conciliare ottimismo e propensione al risparmio e agli investimenti oculati la dinamica chiave consiste nell’essere orientati al presente. L’ottimista spesso ha uno sguardo positivo che spesso tende a rivolgersi al futuro. Se, però, pensiamo al futuro in materia di denaro questo può essere controproducente, soprattutto se si tratta di risparmiare, perché si tende a rimandare in momenti non meglio definiti.
Per poter tornare ad essere focalizzati sul presente si può prendere come esempio i Cinesi che adottano una sorta di mentalità ciclica che enfatizza gli aspetti della vita che si ripetono. Si è constatato che se anche altre popolazioni occidentali fanno proprio questo modello riescono a risparmiare di più.
Centrarsi sul presente, inoltre, non comporta vantaggi solo per le finanze, ma anche per l’ottimismo stesso. Essere nel qui e ora ci permette di prendere atto di quali benefici, vantaggi, opportunità, situazioni, strumenti, persone positive ci circondano e goderne ancora di più.
A quel punto anche la compulsione a spendere comincia ad affievolirsi perché ci si rende conto di non avere bisogno di altro per essere felici, in quanto lo si è già. Di riflesso, spendendo meno, diventa altrettanto naturale risparmiare di più. In questo modo si può creare un circolo virtuoso tra ottimismo, risparmio e crescita ulteriore di entrambi con grande soddisfazione e felicità per l’animo e per il portafoglio.