Pensiero critico: come capire se chi parla sta mentendo

Il pensiero critico contro la menzogna

Il Pensiero critica come antidoto alla menzogna

di Anna Fata

Oggi più che mai siamo immersi in un flusso pressoché incessante di comunicazione. Esso ci proviene da innumerevoli fonti, in diversi formati, modi, tempi, soggetti e districarsi tra tutto ciò non è sempre facile. Non solo ci mancano per lo più il tempo e l’attenzione, ma anche talvolta i mezzi per comprendere se quanto siamo ascoltando corrisponde ai dati di fatto oppure se si tratta di distorsioni o, al limite, di vere e proprie menzogne.

Si può ingannare deliberatamente l’altro? Si può mascherare in toto o in parte la realtà per portare l’altro a credere ciò che vogliamo noi? Come avvengono i processi tramite i quali si viene ingannati? Come capire se chi parla ci sta mentendo? Come difendersene? Se e come il Pensiero Critico ci può aiutare a informarci in modo chiaro e trasparente?

La misinformazione e la disinformazione

Oggi, più che aperta e deliberata menzogna, tendiamo ad imbatterci sempre più di frequente nella misinformazione, che – contrariamente alla disinformazione, che consiste nella diffusione di notizie false o errate, al fine di influenzare il prossimo, oppure nella carenza di informazione su cose di cui si dovrebbe essere al corrente – consta nella diffusione di notizie manipolate, distorte, false, in modo intenzionale, ma senza intento malevolo.

Con l’uso, e talvolta anche l’abuso, del Web e soprattutto dei Social, disinformazione misinformazione oggi stanno dilagando sempre più e non sempre è facile riconoscerli e difendersene. Di frequente anche la distinzione stessa tra disinformazione e misinformazione non è del tutto semplice né immediata da cogliere.

Non esiste settore della vita e del lavoro che sia totalmente al riparo da questi fenomeni, né persona che si possa definire del tutto immune dall’esserne vittima e magari, suo malgrado, divulgatore.

Il Pensiero Critico in questo senso può rappresentare un ottimo strumento per districarsi in questo complesso reticolo tra fatti e notizie, tra realtà e manipolazione.

Il Pensiero Critico

Il Pensiero Critico si può definire come:

“”un pensiero razionale e riflessivo focalizzato a decidere cosa pensare o fare”  Robert H. Ennis

Implica riflessione, esercizio intellettuale, addestramento costante al fine di individuare non solo errore, lacune, manchevolezze, ma anche elementi di esattezza, correttezza, fiducia, possibilità di condivisione.  E’ un processo le cui fondamenta si possono in parte ereditare, ma che va continuamente affinato e perfezionato, al fine di saper comprendere come opinioni, stereotipi, pregiudizi, convinzioni, credenze possono influenzare il nostro modo di vedere, analizzare, comprendere, divulgare, condividere la realtà.

Il Pensiero Critico pare che possa trarre le sue origini dal metodo socratico descritto da Platone nel quale si fa leva sul dialogo tra maestro e allievo, nel quale si aiuta l’allievo a individuare il proprio punto di vista, a riconoscerne la fallibilità e ad argomentare correttamente. Con questa strategia si consente all’allievo di riconoscere che la propria verità è solo un’opinione che va sottoposta a verifica.

Come allenare il Pensiero Critico

Al fine di esercitare e perfezionare sempre più il proprio Pensiero Critico ci si può avvalere di alcune strategie:

  • Discriminare la presenza di ironia, satira, parodia, esagerazioni: talvolta, specie nella comunicazione scritta, si perde o si travia la qualità emotiva dei contenuti. Ironia, sarcasmo, parodie, esagerazioni, freddure possono non venire colte e condurre alla convinzione della serità del contenuto.
  • Cercare più fonti di informazione: quando si è in dubbio circa la correttezza di una informazione e/o sulla affidabilità di una fonte può essere altamente consigliabile effettuare ulteriori ricerche per trovare altre fonti e verificare l’attendibilità di un fatto. Meglio uno scrupolo in più che non cadere in errori di valutazione.
  • Discernere la differenza tra fatti, opinioni, interpretazioni: la mente di ciascuno di noi è altamente intrisa di opinioni, valutazioni, convinzioni, credenze, pregiudizi di lunga o recente data. In molti casi è difficile scalfire tali pensieri e tutto viene interpretato e filtrato alla loro luce. Tutto questo universo interiore, però, non ha a che fare con i dati di realtà da cui deve potere essere discriminato e tenuto accuratamente separato. I fatti, i dati di realtà sono potenzialmente neutri, il modo in cui li percepiamo, li valutiamo, li comunichiamo, li interpretiamo sono soggettivi.
  • Individuare tesi e antitesi pro e contro la realtà dei fatti: quando si valuta la realtà dei fatti sarebbe opportuno valutare tutti gli elementi che li condizionano e come influiscono su di essi.
  • Cogliere le contraddizioni più o meno esplicite nei fatti: la realtà spesso non è tutta bianca o nera, ma rappresenta l’insieme di numerose sfumature, a volte anche contraddittorie. Riconoscere, collocare, accettare, posizionare, rispettare correttamente tali contraddizioni può aiutare a delineare un quadro concreto, realistico e rispettoso dei fatti.
  • Attribuire un peso differente a seconda delle tesi e delle antitesi nei fatti: non tutto ciò che influisce e determina i fatti ha lo stesso peso. Definire e rispettare le differenze è fondamentale per avere un quadro realistico dei fatti.
  • Differenziare deduzioni logiche, razionali, da sensazioni, intuizioni, che non si basano strettamente su argomentazioni: in tutti noi, nelle nostre menti, coesistono fattori percettivi, sensoriali, emozionali, cognitivi. Tutti insieme determinano il quadro di realtà che percepiamo, siamo immersi, viviamo. Saper cogliere tutti questi aspetti, rilevare il loro singolo contributo e discriminarlo accuratamente può evitare di farci cadere vittime delle distorsioni.
  • Sospendere il giudizio prima di una valutazione finale: ultimo, ma non ultimo, può essere assai determinante il fattore tempo. Concedersi del tempo per sospendere il giudizio prima di una valutazione finale può rappresentare la chiave di volta per un processo informativo veramente critico, preciso, puntuale, corretto, sia per se stessi, sia a propria volta come fonte noi stessi di divulgazione.

 

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