Meditare su alcune delle 927 verità eterne
di Anna Fata
Il pensiero orientale in ampia parte ha la capacità di permetterci di vedere noi stessi, gli altri, la realtà circostante in modo a volte anche molto diverso da quello occidentale a cui siamo abituati.
La nostra epoca, la nostra società, la nostra cultura sono figlie di un approccio profondamente razionale e scientifico, che nulla può, però, di fronte alle intense e improvvise ondate emotive che ci possono travolgere sia sul piano individuale, sia sociale. In quei momenti perdiamo completamente la lucidità, l’oggettività, la razionalità.
Forse è anche per questo che molti di noi oggi mettono ferocemente in discussione la scienza, i suoi presupposti e i professionisti che se ne occupano.
Forse abbiamo investito la scienza di aspettative, sogni, desideri, che non sono stati soddisfatti, anche perché, probabilmente, non alla sua portata o, in generale, irrisolvibili in sé e per sé. Alla scienza abbiamo chiesto, tra le tante cose, di migliorarci la vita, di renderci felici, in salute, sereni, di risolvere i numerosi problemi quotidiani personali e del mondo, di rispondere alle fatidiche domande che ci animano da millenni, “Chi sono, cosa ci faccio in questo mondo, che senso ha la vita?“.
Probabilmente, imparare a discriminare ciò a cui si può dare risposta, e ciò a cui non è possibile, comprendere che spesso le risposte sono sempre provvisorie, adattare i modelli interpretativi e renderli sempre più in grado di offrirci le soluzioni che cerchiamo potrebbero essere delle valide strategie.
In questo senso l‘apertura, il confronto, l’integrazione con diversi modelli interpretativi della realtà può consentirci di trovare nuove risposte ai problemi e ai dubbi di sempre.
Il modello orientale
Il modello orientale tende ad essere più inclusivo, complessivo, unitario, rispetto a quello altamente scientifico occidentale che seziona, scinde, per poi avere difficoltà ad avere una visione d’insieme. Ne è un esempio, tra i tanti, la medicina che al di là degli indubitabili progressi, è diventata sempre più parcellizzata e orientata alla cura del singolo distretto corporeo finendo per dimenticare l’essere umano nella sua totalità e la sua interazione con l’ambiente.
Ritagliarsi del tempo per riflettere e meglio ancora per praticare un po’ di Meditazione su alcune delle 927 verità eterne tratte dal libro “Se incontri il buddha per la strada, uccidilo” di Sheldon Kopp, ad esempio, può essere un utile esercizio per provare a cambiare alcuni schemi mentali che abbiamo creato nel corso degli anni al fine di osservare come cambia la percezione di noi stessi, degli altri e del mondo:
- È tutto qui!
- Non ci sono significati reconditi.
- Non puoi arrivarci da qui, e inoltre non c’è alcun altro posto dove andare.
- Siamo tutti già moribondi, e saremo morti per molto tempo.
- Nulla dura per sempre.
- Non c’è alcun modo per ottenere tutto ciò che si vuole.
- Non puoi aver nulla a meno che non lasci la presa.
- Puoi conservare soltanto ciò che dai via.
- Non c’è alcuna ragione particolare per cui non hai ricevuto alcune cose.
- Il mondo non è necessariamente giusto. L’essere buoni spesso non viene ricompensato e non c’è alcuna ricompensa per la sventura.
- Nondimeno hai la responsabilità di fare il tuo meglio.
- È un universo casuale a cui noi apportiamo significato.
- In realtà non controlli nulla.
- Non puoi costringere nessuno ad amarti.
- Nessuno è più forte o più debole di te.
- Tutti sono, a modo proprio, vulnerabili.
- Non ci sono grandi uomini.
- Se hai un eroe, dagli un altro sguardo: in qualche modo hai diminuito te stesso.
- Tutti mentono, ingannano, fingono (sì, anche tu, e certamente io).
- Tutto il male costituisce una vitalità potenziale bisognosa di trasformazione.
- Ogni parte di te ha il suo valore, se solo l’accetti.
- Il progresso è un’illusione.
- Il male può essere spostato ma mai cancellato, dal momento che tutte le soluzioni generano nuovi problemi.
- Tuttavia è necessario continuare a lottare verso una soluzione.
- L’infanzia è un incubo.
- Ma è così difficile essere un adulto indipendente, autosufficiente, consapevole di dover badare a se stesso poiché non c’è nessun altro a farlo.
- Ciascuno di noi è in definitiva solo.
- Le cose più importanti, ciascuna persona deve farle da sé.
- L’amore non basta, ma certamente aiuta.
- Abbiamo soltanto noi stessi, e la fratellanza che ci unisce gli uni agli altri. Forse non è molto, ma non c’è altro.
- Che strano che tanto spesso, tutto sembri valer la pena.
- Dobbiamo vivere nell’ambiguità di una libertà parziale, di un potere parziale e di una conoscenza parziale.
- Tutte le decisioni importanti devono essere prese sulla base di dati insufficienti.
- Tuttavia siamo tutti responsabili di tutti i nostri atti.
- Nessuna scusa sarà accettata.
- Puoi fuggire, ma non puoi nasconderti.
- È importantissimo trovarsi senza più capri espiatori.
- Dobbiamo imparare la forza di vivere con la nostra impotenza.
- L’unica vittoria importante sta nell’arrendersi a se stessi.
- Tutte le battaglie significative vengono combattute all’interno del sé.
- Sei libero di fare qualunque cosa vuoi. Devi soltanto affrontarne le conseguenze.
- Cosa sai con sicurezza, ad ogni modo?
- Impara a perdonare te stesso, più e più e più e più e più volte.