Come non farsi ingannare dalle percezioni dei sensi
di Anna Fata
Oggi va molto di moda la convinzione secondo la quale la percezione è la realtà. Per lo più si basa sul presupposto in base al quale le percezioni derivano dal contatto con la realtà. In genere vi si fa appello per giustificare le proprie convinzioni e per assumerle come oggettivamente fondate, reali e vere.
In realtà, però, le cose non stanno esattamente in questo modo.
Le percezioni NON sono la realtà. Esiste un divario, a volte anche ampio, tra la percezione e la realtà.
Cosa sono le percezioni
Le percezioni sono processi intuitivi, psichici, intellettivi che sintetizzano i dati sensoriali in forme dotate di significato. Le sensazioni derivano dagli effetti immediati degli organi di senso a contatto col mondo esterno, mentre le percezioni sono l’organizzazione complessa di tali dati al fine di elaborare delle informazioni sensoriali per l’organismo.
Cos’è la realtà
La realtà si può definire come ciò che esiste in sé e per sé, concretamente, oggettivamente, in modo non soggetto alle decisioni o convenzioni umane.
La realtà si differenzia dalla percezione – che invece si verifica solo nella mente, tramite un lavorio interiore – perché esiste al di fuori e non si può manipolare.
La percezione, quindi, NON è la realtà, ma in alcuni casi per qualcuno può diventare tale perché la percezione può avere un potere molto intenso di influenzare il modo in cui guardiamo la realtà. In psicologia e in psichiatria, inoltre, sono noti anche i disturbi sensoriali e percettivi che possono alterare l’intero processo di esame della realtà.
Come funzionano le percezioni
Le percezioni agiscono come delle lenti, dei filtri attraverso i quali osserviamo la realtà. Il potere delle nostre percezioni può essere immenso, perché influisce non solo sul modo di osservare, ma anche di analizzare, interpretare, comprendere, ricordare, sintetizzare, decidere, reagire, agire nella realtà.
Spesso di questi meccanismi siamo poco consapevoli per cui tendiamo a fidarci molto delle nostre percezioni senza mettere in dubbio il loro grado di fedeltà alla realtà.
Tuttavia, i filtri percettivi sono il risultato complesso di elementi genetici, familiari, educativi, culturali, sociali, storici, emotivi, cognitivi che possono deformare ampiamente il senso della realtà.
Le distorsioni cognitive
Daniel Kahneman è stato un grande studioso delle distorsioni cognitive, i modi sistematici con cui ci creiamo una realtà soggettiva che si distanzia da quella oggettiva.
Le distorsioni cognitive sono prospettive parziali di pensiero che ciascuno di noi ha su se stesso, gli altri, il mondo. Sono pensieri irrazionali, convinzioni, credenze a cui siamo giunti e che spesso inconsciamente rinforziamo nel tempo, finiamo con il pensare che siano vere e crediamo ciecamente in esse.
Spesso sono pensieri sottili, che sfuggono alla nostra attenzione e consapevolezza. Sono talmente radicati in noi al punto da connotare la nostra stessa persona. Vi è una identificazione totale con essi. In questo modo diventano difficili da identificare ed, eventualmente, mettere in discussione e cambiare.
Come se non bastasse, gli stessi sensi possono limitare l’esperienza diretta della realtà. Se non percepiamo un dato di realtà perché un nostro senso ha un deficit, come può accadere alla vista, ad esempio, non significa che quello che non riusciamo a vedere non esista. In questo senso le moderne tecnologie possono supplire le carenze dei nostri deficit, come potrebbe fare un buon paio di occhiali per compensare la vista mancante.
Le implicazioni sociali dei limiti percettivi
Alla luce di quanto detto finora, quindi, tutti noi, in misura maggiore o minore, siamo vittime di illusioni e limiti percettivi. Non solo la gran parte di noi subisce le cosiddette “illusioni positive” in base alle quali sopravvaluta le proprie capacità di percezione, con susseguente rischio non solo di errore, illusione, menzogna, ma anche di delusione, ma questo comporta anche delle ripercussioni sull’intera nostra società.
Questo si verifica, ad esempio, quando grandi gruppi sociali sviluppano e cominciano a credere a percezioni che non hanno alcun fondamento su basi reali. Si può trattare di argomenti più disparati: questioni legate alla salute, alla sanità, al clima, all’economia, alla politica che possono sfociare nella paralisi, nell’ostilità, nella disgregazione socio istituzionale o in vere e proprie guerre.
Pertanto, una delle più grande sfide che dobbiamo affrontare sui piani individuale e sociale consiste nel fare in modo che le percezioni restino il più aderenti ai dati di realtà. Questo allineamento è fondamentale per il buon equilibrio individuale, sociale, istituzionale, politico, economico.
Come conciliare le percezioni con la realtà
- Per fare in modo che le nostre percezioni restino il più possibili aderenti e fedeli alla realtà potrebbe essere utile tenere presenti alcune linee guida:
- Non confondere le percezioni con la realtà
- Rispettare le percezioni altrui
- Non aggrapparsi eccessivamente alle percezioni, restare disponibili a metterle in discussione
- Riconoscere le distorsioni cognitive a cui si può essere soggetti
- Sfidare le proprie percezioni
- Cercare le prove di validità delle proprie percezioni da esperti e persone di fiducia e credibili
- Restare aperti a cambiare le percezioni se i dati di realtà le disconfermano
- Non prendere le percezioni altrui come verità assoluta.