Interpretare il linguaggio del corpo per comprendere se si è nevrotici
di Anna Fata
Tutti noi abbiamo le nostre peculiarità nel nostro modo di comportarci, agire, muoversi, relazionarci al prossimo e interagire col mondo. Ogni parola, gesto, comportamento, azione, reazione va sempre decodificata in relazione alla persona, al contesto, alle circostanze, all’educazione ricevuta, alle abitudini e molto altro. In questo senso il linguaggio non verbale può essere ancora più eloquente rispetto a quello verbale, ma risulta molto complesso e sovradeterminato nella sua interpretazione e comprensione.
Come comprendere dal linguaggio non verbale, ancora più che da quello verbale se una persona è nevrotica? Prima ancora, quali sono le caratteristiche di una persona nevrotica?
Chi è la persona nevrotica
Nella psicologia clinica una persona si definisce nevrotica se è affetta da un insieme di disturbi psicopatologici, in genere scaturiti da un conflitto inconscio, il cui sintomo trasversale di base è costituito dall’ansia.
Nel loro complesso tali disturbi danno luogo ad un quadro clinico chiamato nevrosi. Nelle nevrosi, a differenza delle psicosi, le funzioni cognitive sono per lo più conservate e la persona è cosciente delle proprie limitazioni e dei propri sintomi. Ansia, ossessioni, fobie, inquietudine, stress, senso di colpa, insicurezza, disturbi dell’umore, sono tra i sintomi più ricorrenti.
La persona con elevati gradi di nevrosi fa fatica ad adattarsi all’ambiente, si sente a disagio, spesso si mostra irrequieta, e lo manifesta apertamente con movimenti del corpo.
Cosa significa mangiarsi le unghie e agitare le gambe
Una ricerca condotta da Atsushi Oshio della Waseda University ha scoperto che alcune abitudini comportamentali molto comuni e diffuse come mangiarsi le unghie e scuotere di continuo le gambe possono essere dannose per la salute.
Mangiarsi le unghie può provocare infezioni alle dita, alle unghie e danneggiare i denti, mentre scuotere ripetutamente le gambe in alcune culture, come ad esempio quelle orientali, è considerato sconveniente. Ad esempio, nei colloqui di lavoro viene sconsigliato di agitarsi quando si è seduti, perché può trasmette ansia, stress, impazienza, insicurezza, nervosismo, instabilità emotiva o altre dinamiche inconsce non immediatamente codificabili.
In altri contesti sociali agitare le gambe può non essere considerato negativamente, ma può trasmettere a chi ci osserva il proprio stato interiore, oppure può indicare una patologia più seria come ad esempio la sindrome di Tourette, un disturbo da deficit di attenzione, un disturbo dello spettro autistico, la sindrome di Parkinson.
In genere quando si diventa adolescenti l’abitudine di mangiarsi le unghie tende a scomparire, mentre in altri casi si trasforma in altri comportamenti ripetitivi come ad esempio masticare una gomma, o arricciarsi i capelli. Quando, invece, si persevera nel mangiarsi le unghie il comportamento può sfociare nel disturbo ossessivo compulsivo e in altri disturbi correlati.
Come le abitudini comportamentali si correlano alla personalità
Per comprendere meglio queste abitudini comportamentali e come eventualmente possono indicare una condizioni di nevrosi Oshio ha esaminato un campione di 5328 adulti giapponesi, di cui il 40% donne con una età media di 50 anni, a cui sono state poste delle domande sul loro reddito, grado di istruzione, indice di massa corporea.
Poi sono state poste due domande chiave da valutare su una scala a 5 punti:
1. Sono incline a agitare le gambe
2. Sono incline a mangiarmi le unghie.
Circa la metà dei partecipanti ha registrato un punteggio tra 2 e 4 ad entrambe le domande, mentre un 2% ha riscontrato il punteggio di massimo accordo, cioè 5.
Successivamente, per capire come queste abitudini comportamentali influiscono sulla percezione della nostra stabilità emotiva da parte chi ci osserva, Oshio le ha messe in relazione con i cosiddetti Cinque Grandi Fattori della Personalità (I Big Five), Nevroticismo, Estroversione, Apertura all’Esperienza, Amicalità, Coscienziosità.
Come capire se una persona è nevrotica dai movimenti del corpo
Dai risultati della ricerca è emerso che agitare continuamente le gambe è fortemente correlato ad alti livelli di nevroticismo negli uomini, mentre l’estroversione ha una maggiore correlazione con il mangiarsi le unghie tra gli uomini che non tra le donne. Gli uomini più introversi e meno amichevoli risultano più inclini a mangiarsi le unghie, al pari delle donne più aperte alle esperienze.
In relazione all’età, più essa aumenta, più tendono a diminuire tali abitudini. In merito al genere, gli uomini appaiono più propensi ad avere queste abitudini.
Nello specifico, in riferimento alla nevrosi e allo stress come possibili cause di tali comportamenti si è visto che gli uomini li utilizzano proprio per fronteggiare i momenti di tensione e disagio. Pare che gli uomini siano meno sensibili alle norme sociali rispetto alle donne, almeno nel contesto asiatico, in cui è stata svolta la ricerca, per questo sono meno inibiti nel comportarsi in modi che socialmente potrebbero non essere approvati.
Da questa ricerca si può ipotizzare che agitare ripetutamente le gambe e mangiarsi le unghie possono avere cause sia neurofisiologiche, sia sociali, soprattutto tra gli uomini, mentre per le donne pare che le norme sociali abbiano un influsso più marcato, rispetto a quelle neurofisiologiche, in particolare in merito al mangiarsi le unghie.
Si deve precisare che questa ricerca si è basata su risposte auto riferite dai partecipanti stessi. Sarebbe interessante capire se e come potrebbero eventualmente cambiare i risultati se si analizzassero le osservazioni di chi assiste a tali scene scene dall’esterno, oltre che come queste possano cambiare nei diversi contesti socioculturali.
Come capire se stessi e gli altri dal linguaggio del corpo
Per concludere: non esistono regole valide in assoluto per comprendere cosa si nasconde dietro uno o più comportamenti di una persona. Non solo non lo possiamo capire osservando una persona dall’esterno, ma la persona stessa, a volte, non solo non è del tutto consapevole di quello che il suo corpo sta compiendo, perché magari è un gesto automatico, ma lo è ancora meno delle motivazioni interiori, consce o inconsce, che tali modalità simbolicamente possono significare.
Per tali motivi può valere la pena di evitare di giudicare se stessi e il prossimo da quello che appare, ancora di più se abbiamo di fronte uno sconosciuto. Osservare se stessi, incrementare la consapevolezza dei propri aspetti fisici e psichici può essere una buona base di partenza per comprendere quali messaggi si stanno trasmettendo a chi ci sta di fronte.
Al tempo stesso ci si può allenare ad osservare il prossimo, senza però pretendere di avere tutte le risposte, senza credere di avere un elenco di comportamenti simbolici con cui decodificare in modo rigido l’altro, ma cercando il più possibile di chiedere, ascoltare, ed evitare di incasellare l’altro in modo univoco e definitivo.
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