Essere pigro come strumento per avere migliori performance nella vita e nel lavoro
di Anna Fata
La cultura occidentale tende sempre ad esaltare l’essere attivi, produttivi, energici, performanti, competitivi, vincenti. Eppure agire di più non significa sempre né necessariamente produrre di più e neppure meglio.
L’obiettivo principale sarebbe lavorare meglio, non di più. Per fare questo un pizzico di pigrizia può aiutare.
Il cervello non è programmato per mantenere un’attenzione focalizzata costante per ore ed ore. Esiste un fenomeno chiamato “decremento della vigilanza” che causa il calo dell’attenzione nel lungo periodo. Secondo il professor Alejandro Lleras dell’Università dell’Illinois l’attenzione dovrebbe essere alternativamente deattivata e riattivata, introducendo delle pause nel corso delle proprie attività in modo da restare costantemente focalizzati.
Il fatto che l’attenzione non sia costante lo si può notare quotidianamente: si smette di ascoltare per qualche istante nel corso di una lunga conversazione, dopo un po’ di tempo non si sente più un odore, nonostante continui ad essere presente, non si percepiscono continuamente i vestiti che ricoprono il proprio corpo, ad esempio.
Questo accade perché il cervello è programmato per rispondere al cambiamento. Deattivando e riattivando l’attenzione su un’attività crea proprio quel quantum necessario di novità per rinnovare l’attenzione e renderci più produttivi.
Come la pigrizia può renderti più produttivo
A seguire alcune tecniche che possono essere utili per avvalerci dei vantaggi di un pizzico di pigrizia nella propria vita e nel lavoro:
La tecnica del pomodoro
E’ una tecnica di time management sviluppata negli anni ’80 che consiste nel frammentare il lavoro in intervalli di 25 minuti chiamati pomodori, come il timer che si trova in alcune cucine. Dopo avere lavorato per 25 minuti si pone un segno su un foglio: se si hanno meno di 4 spunte, tra un pomodoro e l’altro ci si ferma per 3-4 minuti, dopo la quarta spunta ci si può fermare per 15-30 minuti e resettare il timore.
Il percorso di 90 minuti
Sse ci si sente più inclini a lavorare più a lungo in modo continuato si possono impostare dei blocchi di 90 minuti. Questa è la strategia maggiormente utilizzata dai guru della produttività. E’ una tecnica che è stata sviluppata dai ricercatori sul sonno William C. Dement e Nathaniel Kleitman basandosi sui cicli cerebrali di 90 minuti dei maggiori e minori livelli di allerta. Essi hanno notato che i manager più produttivi non lavoravano più di 90 minuti consecutivi per non stancarsi troppo e per massimizzare l’attenzione. Tra un ciclo di 90 minuti e l’altro si possono introdurre 15 minuti per rilassare il corpo e la mente, ad esempio praticando la Meditazione o limitandosi a rilassarsi a occhi chiusi.
Muoversi
Fare una breve passeggiata può aiutare a rilassare la mente e il corpo, rende più produttivi, creativi fino all’81%, spingendo il sangue al cervello. Il massimo dell’efficacia di questa strategia si ottiene camminando all’aperto, meglio ancora se in mezzo al verde e alla natura, anche un piccolo parco cittadino può essere efficace in tal senso.
Osservare qualcosa di bello
Guardare belle immagini, ad esempio animali domestici, fotografie o video della natura incontaminata, suscita emozioni positive e può aumenta la produttività e la sua qualità, commettendo meno errori. I meccanismi mentali sottostanti a tale correlazione cerebrale non sono al momento noti, si ipotizza che tali immagini suscitino la tendenza innata al prendersi cura, che ci rende più attenti e vigili.
Oziare online
Pare che trascorrere del tempo ad oziare navigando nel Web possa essere una pausa produttiva migliore rispetto, ad esempio, a scrivere messaggi o intrattenersi in conversazioni telefoniche. Si tratta di staccare la mente dall’attività in corso per un po’ per poi tornare a rifocalizzarsi sul lavoro.
In conclusione: essere un po’ pigri, contrariamente al senso comune, può essere un ottimo modo per essere più produttivo. Prendersi delle sane pause fa bene alla mente e al corpo. Attribuire il giusto valore a se stessi, la famiglia, il lavoro può aiutare a vivere più serenamente e, paradossalmente, a raggiungere con più efficacia i successi che tanto si agognano.
Per approfondire, leggi il libro: “Vivere e lavorare meglio“