Come potenziare il sistema immunitario

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Intervista a Ethel Cogliani
di Anna Fata

Oggi più che mai, grazie al Web, ai Motori di Ricerca, ai Social possiamo avere accesso ad una quantità spropositata di informazioni, notizie, eventi in tempo pressoché reale e aggiornato. È facile in queste condizioni, nel giro di poco tempo, arrivare a sentirci “esperti” di una disciplina o di un’altra.

Quello che, però, a monte, non siamo sempre in grado di fare è di valutare l’attendibilità, la scientificità, l’esattezza di quello che leggiamo, anche a cominciare dalla affidabilità e credibilità della fonte, dei modi, tempi, contesti in cui tutto questo viene trasmesso.

Tra i temi che maggiormente stanno catalizzando la nostra attenzione ultimamente, complice anche l’emergenza sanitaria in cui stiamo vivendo da oltre un anno, vi sono quelli della salute, della medicina, del benessere, della prevenzione, della alimentazione e, non da ultimo, nello specifico, delle difese immunitarie.

Come posso proteggermi da ciò che conosco o che non conosco e che sembra non avere ancora una cura veramente efficace? Come posso tutelare, oltre a me stesso, anche i miei amati cari?

In realtà sono domande ben più ampie che coinvolgono la nostra intera salute, stile e qualità di vita. Il sistema immunitario è un complesso di cellule, molecole, mediatori chimici, organi che svolgono funzioni e processi specifici atti a riconoscere ed eliminare agenti estranei all’organismo come batteri, parassiti, funghi e virus, così come cellule infettate da agenti patogeni e cellule tumorali.

In generale, esso è attivo 24 ore su 24, anche se non ne siamo consapevoli, ma magari ce ne rendiamo conto quando reagisce ad attacchi estranei in modo più o meno eclatante, ad esempio con un rialzo termico, più o meno brusco, o anche un semplice starnuto.

Le finalità consistono nel cercare di mantenere l’omeostasi, l’equilibrio, il buon funzionamento psicofisico globale.

Di tutto questo ne parliamo con Ethel Cogliani, Nutrizionista, specializzata nel trattamento delle Malattie autoimmuni, infiammatorie e degenerative, Fondatrice del Metodo Immunoreica. Autrice dei libri “Dietro la Malattia” (2016), “Tiroide X-files” (2017), “Super-vivere nel XXI secolo” (2020), Paura (2020).

 

Intervista a Ethel Cogliani su sistema e difese immunitarie 

D: Nella sua accezione, potrebbe offrirci una definizione semplice e accessibile del “Sistema Immunitario” e del suo funzionamento?

R: Il Sistema Immunitario è il sistema grazie al quale il nostro corpo acquisisce la propria identità e riesce quindi a distinguere ciò che gli appartiene (Self) da ciò che non gli appartiene (non-Self).
Le 3 funzioni principali del Sistema Immunitario sono:

  • Combattere le infezioni
  • Smaltire le cellule malate, invecchiate, danneggiate
  • Riconoscere le sostanze in ingresso e valutarne la nocività o la loro qualità e mediarne l’ingresso.

La maggior parte delle malattie della nostra società hanno come base un mal funzionamento del nostro Sistema Immunitario e un errato svolgimento di queste 3 funzioni.

Se il nostro Sistema Immunitario non smaltisce in modo efficiente le cellule danneggiate si può sviluppare un tumore, se il Sistema Immunitario riconosce un nostro tessuto come un nemico nascono le malattie autoimmuni, se il Sistema Immunitario genera uno stato infiammatorio costante (infiammazione silente) si arriva alla degenerazione dei tessuti tramite un processo di ripristino dei tessuti incompleto che prende il nome di cicatrizzazione, che riduce progressivamente la funzionalità degli organi.
Se il Sistema Immunitario è ipereccitato ed iperstimolato si generano le allergie, se invece è basso e non responsivo si possono creare infezioni opportuniste che prendono il sopravvento.

Il Sistema Immunitario ha 3 componenti fondamentali:

  • Epiteli
  • Microbiota
  • Sistema Immunitario propriamente detto, ovvero il processo infiammatorio.

Il primo errore che si fa sul Sistema Immunitario è non considerare le prime due componenti.
In realtà sono le prime a funzionare e senza di loro il nostro corpo sarebbe sempre in allerta continua e quindi l’infiammazione impazzerebbe. Infatti il primo modo per combattere un nemico è non farlo entrare (attivazione barriere, ovvero gli epiteli, e le sentinelle, ovvero i microrganismi): solo dopo dovrebbe essere attivata l’artiglieria pesante (processo infiammatorio).

Il problema è che noi ci attiviamo mediamente solo quando il danno è fatto invece di prevenirlo, con tutte le conseguenze che abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi con un numero di malattie sempre crescente e di cui abbiamo difficoltà a tenere sotto controllo le variabili.

 

D: Perché a volte ci ammaliamo, nonostante la presenza di tali meccanismi di difesa, e soprattutto come la diversa vulnerabilità alle malattie può essere in funzione della costituzione individuale o del momento di vita che stiamo affrontando?

R: Perché ci ammaliamo?

Non c’è domanda più complessa a cui rispondere. Nessuno in realtà ha mai saputo dare una risposta univoca. Personalmente penso intanto che la genetica giochi un ruolo estremamente marginale sulla formazione delle malattie.

Sono uscita dall’università con una specializzazione in genetica e biologia molecolare e ho le mie buone motivazioni per dirlo. Diciamo che la genetica è estremamente sopravvalutata perché, se da una parte ci pone dei limiti a quanto possa essere alto il nostro potenziale, non ci pone limiti a quanto possiamo stare male.

Faccio un esempio banale ma non troppo per far capire il senso: la genetica definisce che siamo Esseri umani e che non potremo mai volare semplicemente sbattendo le braccia, ma la stessa nostra genetica ci permette di costruire diversi dispositivi più o meno complessi che ci permettono di volare. Insomma alla fine abbiamo conquistato tutti gli ambienti possibili grazie alla nostra genetica nonostante di base non siamo né uccelli né pesci.

Insomma la genetica ci dà quanto possiamo conquistare ma è la mente che ci limita in quello che realmente conquisteremo.

Ed è qui che voglio mettere un accento sulla natura delle malattie e su cosa le genera. “Il corpo fa ciò che la mente comanda” è questo il reale meccanismo per cui ci sono persone che si ammalano e persone che a parità di condizioni non si ammalano.

Perché ci ammaliamo più frequentemente nei periodi di stress? Ebbene, i meccanismi che si istaurano entrano nella sfera di quella che si chiama psico-somatica, che semplicemente spiega come il corpo reagisce ad uno stimolo.

Io per spiegare questo concetto faccio immaginare che per tutta la vita all’interno di noi viva un bambino di circa 2-3 anni. Questo bambino continua a pensare come un bambino di 2-3 anni anche quando il nostro corpo invecchia. Che caratteristica ha un bambino di 2-3 anni? Che è pura emozione. La razionalità ancora non ha preso il sopravvento e non ha messo filtri, e quindi, nel bene e nel male, non ha filtri verso la società e le sollecitazioni.

Questo da una parte è un bene, perché per far felice un bambino di 2-3 anni basta poco, da una parte è un male, perché con il passare degli anni non ci ricordiamo più cosa ci faceva sentire bene. E più cresciamo e più ci dimentichiamo di nutrirlo e più lui piange e più noi ci ammaliamo.

Diciamo che siamo tanto più malati quanto più ci allontaniamo dall’ideale di vita che desidera quel bambino di 2-3 anni che è dentro ciascuno di noi.

E non è una metafora New Age, ma semplicemente come funziona il nostro Sistema Nervoso rispetto agli stimoli che riceve. Il Sistema Nervoso riceve degli stimoli dall’esterno, e se non sono conformi alle specifiche esigenze del nostro Bambino Interiore, vengono registrate come stress.

Senso di abbandono, frustrazione, incertezza sono sensazioni presenti costantemente nella nostra società. Siamo letteralmente immersi. E questo attiva dei meccanismi di sopravvivenza (tramite l’attivazione del Sistema Nervoso Simpatico) che abbassano la risposta immunitaria del nostro corpo a tutti e 3 i livelli considerati, andandolo letteralmente a sedare.
È in queste condizioni, soprattutto se si prolungano nel tempo, che si insediano le malattie.

Se c’è una predisposizione alle malattie sicuramente è determinata più dalla nostra mentalità verso la vita che non dalla nostra genetica. La cosa positiva è che sul nostro modo di vedere e vivere la vita possiamo lavorarci attivamente e fare realmente la differenza per raggiungere il nostro reale potenziale. Ma c’è la società che ci dice costantemente che non possiamo essere pienamente felici, pienamente liberi pienamente sani… e molti ci credono, e si ammalano.

Più o meno poi, come se si dicesse a quel bambino che i suoi genitori lo hanno abbandonato.

 

D: Spesso, nella migliore delle ipotesi, il Sistema Immunitario è attivo anche se non ne siamo consapevoli. Quali possono essere, a suo avviso, gli indicatori di un buon funzionamento, prima ancora che possa intervenire attivamente, in modo manifesto, per difenderci da una patologia specifica?

R: Allora un buon funzionamento del Sistema Immunitario significa avere grande energia, buona digestione, buon sonno, risposte agli stimoli moderate… insomma, un’allergia è già sintomo di un mal funzionamento del Sistema Immunitario, un’insonnia regolare, una spossatezza costante, una digestione compromessa… tutte queste funzioni sono estremamente collegate le une alle altre.

Più si è attenti più si può intervenire precocemente, ma molte persone considerano “normalisintomi che in realtà sono già predittivi di qualcosa che non sta funzionando bene.

 

D: Il Sistema Immunitario di solito vanta elementi sia aspecifici, specifici contro determinati agenti patogeni, che intervengono nel momento esatto in cui entrano in contatto con tali fattori. Se e come possiamo potenziare sia i meccanismi e le strutture aspecifiche, sia quelle specifiche?

R: Gli elementi aspecifici sono gli epiteli e i microrganismi che bloccano tutte le sostanze in entrata e ne fanno un test di qualità prima di farle entrare, che la prima risposta a carico dell’infiammazione. I meccanismi specifici invece fanno parte solo delle componenti bianche del sangue e sono molto più tardive.

Entrambe le componenti in realtà vengono inibite dagli stessi fattori:

  • Stress (traumi e frenesia quotidiana)
  • Cattiva alimentazione
  • Radiazioni
  • Chimica ambientale
  • Vita al chiuso
  • Cattiva ecologia del sonno.

Ovviamente lavorare su queste sfere e andarle a migliorare una ad una è fondamentale. Non importa da quale inizi, scegline una ed inizia!

Sì, si pensa costantemente a quali studi all’ultimo grido dicono quale molecola è importante per stimolare il Sistema Immunitario, ma sono veramente tutte informazioni inutili se non consideriamo il nostro stile di vita.

Già l’ingrediente segreto è l’attenzione verso noi stessi: più siamo distratti da noi stessi più perdiamo la qualità delle varie sfere della nostra vita e più ci ammaliamo.
Di questo ne parlo ampiamente nei miei libri, ma in particolare in “Super-vivere nel XXI secolo”  che ho scritto a 4 mani con Stefano Andrade e in cui racchiudiamo tutta una serie di indicazioni pratiche per migliorare la vita partendo da OGGI. No, non domani, domani è un brutto giorno per iniziare, sempre.

Per alcuni verrà facile iniziare da uno strumento più che un altro, l’importante è iniziare.

 

D: Un importante ruolo nel Sistema Immunitario sembra essere svolto dall’intestino: se e come questo si esplica?

R: Il 70% del Sistema Immunitario fa parte dell’apparato digerente quindi direi che l’ecologia del nostro intestino sia abbastanza importante da mantenere per una buona funzionalità del Sistema Immunitario.

Il Sistema Immunitario Digerente serve a selezionare le sostanze in ingresso derivanti dal processo digestivo, è molto efficiente, ma la sua efficienza viene estremamente provata dalla nostra alimentazione: in primis perché mangiamo male e molte delle sostanze ingerite non sono neanche definibili commestibili, e poi perché mangiamo con una frequenza imbarazzante: 5 -6 volte al giorno è fuori dalla fisiologicità del nostro corpo e convoglia tutte le forze del nostro Sistema Immunitario nel processo digestivo non lasciando spazio alle altre funzioni estremamente più importanti, che ricordo essere lo smaltimento delle cellule danneggiate e lo smistamento delle risorse interne.

La digestione è uno dei processi più dispendiosi a livello energetico del nostro corpo e la distrazione di cotante risorse in un’attività che dovrebbe essere finalizzata a darci energia è un cane che si morde la coda, ed è questo il paradosso a cui siamo arrivati nella società moderna.

È il GALT la parte del nostro Sistema Immunitario coinvolto nella digestione e il suo compito è molto particolare: non far partire il processo infiammatorio ad ogni particella di cibo che passa. Esatto, immaginate che fatica. In realtà il cibo è non-Self quindi dovrebbe scatenare una reazione immunitaria. Questo non avviene proprio grazie e dei delicati e sofisticati meccanismi che bloccano in processo infiammatorio, ovviamente ogni volta che un cibo non è dannoso, in caso contrario parte la contraerea.

Immaginate in un mondo con cibo spazzatura quanto lavoro deve fare il nostro corpo, e immaginate quanto lavoro deve fare soprattutto facendolo continuamente e regolarmente 5-6 volte al giorno… non ha mai un minuto di riposo… penso che chiunque si licenzierebbe con un lavoro così… e infatti…

 

D: Nello specifico, come agisce il microbiota intestinale e come possiamo prendercene cura?

R: Intanto è fondamentale sapere che ogni distretto del nostro corpo + presidiato da un epitelio e dal suo microbioma (bocca, pelle, intestino, stomaco, polmoni…) questa cosa è importante perché ora va di moda il microbiota intestinale, ma tutti questi microbioti dei vari distretti corporei si parlano e si scambiano elementi.

Lo scambio di elementi da vari distretti corporei può comportare quella che noi chiamiamo infezione, come se questa venisse dall’esterno, ma in realtà spesso è semplicemente una migrazione di microrganismi da un distretto del corpo in cui erano residenti ad un altro in cui non dovrebbero esserci.

Il modo con cui ce ne possiamo prendere cura è sicuramente iniziare a mangiare coscientemente.

Troppe volte mi sento dire “Sento che mi fa male ma non ne posso fare a meno”, ecco già evitare questo sarebbe il top. Comunque la salute dei nostri microrganismi corrisponde alla nostra salute, quindi non posso che ripetere che tutti i fattori che ho indicato influenzare il Sistema Immunitario lo influenzano proprio andando ad alterare i vari microbiomi.

 

D: Nello specifico, che tipo di alimentazione potrebbe contribuire a rendere più funzionale e prestante il nostro Sistema Immunitario?

R: Sempre in “Super-vivere nel XXI secolo” ho fatto un decalogo di indicazioni di buon senso nell’alimentazione e non solo. Alcune di queste possono sembrare banali, ma assolutamente sono funzionali all’inserimento del cibo in un discorso regolatore.

Uno tra questi la frequenza dei pasti che non dovrebbe essere superiore a 2 pasti al giorno e contemplare dei giorni di digiuno di almeno 24 ore, ma anche il fatto di non mangiare troppo tardi la sera… insomma già queste due indicazioni potrebbero fare la differenza, ma ovviamente per molti, visto poi lo stato in cui hanno lasciato il corpo per una vita, non bastano e quindi potrei dare altre accortezze, ma che ovviamente hanno una valenza molto generica, ma servono per far capire che direzione deve prendere una persona se vuole realmente ricercare la salute:

  • non mangiare nessun cibo che si trovi in busta, scatola o barattolo, i cibi vanno mangiati freschi e di stagione
  • mangiare le cose più in purezza possibile: un frutto morderlo e non frullarlo, una carne mangiata cruda è meglio di una cotta, una cottura più semplice e senza troppi ingredienti è meglio di una più complessa…

Se vogliamo andare nello specifico di come la penso sull’alimentazione io penso che tutto si debba basare sempre sulla Natura: quindi l’orientamento di base è un approccio evolutivo, dove si escludono cereali latticini e legumi, quindi i derivati da agricoltura e allevamento intensivo, prediligendo carne da pascolo, pesce pescato, uova fresche e biologiche, frutta e verdura di stagione e frutta secca con moderazione e qualche amidacea in base alle necessità specifiche di ciascuno.

Ovviamente credo che le regole siano fatte per essere infrante e quindi credo che gli sgarri, fatti bene, valgano la pena, ma bisogna sapere cosa si vuole dal proprio corpo e non cedere ai compromessi della società, andando a degenerare con la scusa che “tutti fanno così”.

 

D: Oltre agli aspetti puramente materiali, concreti, il nostro Sistema Immunitario sembra risentire anche delle condizioni emotive, umorali, affettive, psicologiche di ciascuno di noi e del momento di vita che stiamo affrontando. Se e come possiamo prenderci cura di tali aspetti al fine di tutelare e potenziare il nostro Sistema Immunitario?

R: Prima ho parlato del nostro bambino emotivo non a caso. Le emozioni muovono il nostro corpo anche nelle sue funzioni involontarie attraverso il SNA (Sistema Nervoso Autonomo). Queste servono a regolare il nostro stato di allerta (SN Simpatico) e il nostro stato di rilassamento (SN Parasimpatico).

Cosa allerta il nostro corpo alla fine sono degli stimoli che il corpo legge come stress e ai quali quindi sente il bisogno di reagire. Ci sono dei modi per educare a non allertare in continuazione il nostro corpo e renderlo più efficiente nelle risposte in cui realmente serve il suo intervento e tra queste la prima in assoluto è la respirazione.

Nella seconda parte del libro “Super-vivere nel XXI secolo”, scritta da Stefano Andrade si parla proprio di questo e di come introdurre una respirazione consapevole durante tutta la giornata porta gradualmente ad un controllo sempre maggiore di moltissime funzioni corporee, compresa la digestione, il battito cardiaco… il tutto perché la respirazione è una sorta di tramite tra la mente e il corpo.

Sì, in qualche modo se respiriamo affannosamente aumenta il battito cardiaco diamo il messaggio di allerta e se respiriamo lentamente diminuisce il battito cardiaco e diamo un messaggio di rilassamento; per contro, se siamo agitati aumenta il battito cardiaco e la respirazione si fa più superficiale e se siamo calmi si abbassa il battito cardiaco e la respirazione rallenta.

Ovviamente questo rientra nel quadro della gestione dello stress e quindi agisce in modo diretto sulla funzionalità del nostro Sistema Immunitario.

 

D: Un aspetto di cui siamo forse poco a conoscenza riguarda il momento in cui il nostro Sistema Immunitario, in realtà, agisce contro sé stesso, aggredendosi e provocando sintomi e patologie di vario tipo. Ci può spiegare le ragioni di tali meccanismi, se e come prevenirli e/o curarli?

R: I meccanismi dietro il mal funzionamento del Sistema Immunitario sono sempre gli stessi che si tratti di malattie autoimmuni o di tumori. La differenza è che nelle malattie autoimmuni il corpo riconosce come non-self le cellule del suo corpo, andando ad autodanneggiarsi, spesso arrivando a far degenerare i tessuti, nei tumori invece non riesce a riconoscere come non-self le cellule “impazzite” permettendone la proliferazione. In entrambi i casi è una “distrazione” del Sistema Immunitario dai suoi compiti specifici.

Le malattie autoimmuni, tornando alla domanda, si innescano perché delle parti del corpo vengono riconosciute come nemiche. Questo accade a causa della presenza in natura di sostanze che sono molto simili alle componenti delle nostre cellule, in particolare magari a recettori, enzimi presenti o a piccole porzioni di queste.

Il meccanismo si innesca di solito a seguito di un’infezione o mangiando specifici cibi (cereali, latticini, legumi…) che presentano nel glutine, nelle lectine ma anche in altre componenti, delle somiglianze anche parziali con proteine delle nostre cellule. Questa somiglianza viene chiamata mimetismo molecolare.

Quindi, il corpo a piccole dosi riconosce queste molecole come self e non forma anticorpi, successivamente, di solito quando l’infezione degenera o quando l’uso di specifici cibi cade nell’abuso, comincia a formare anticorpi che riconoscono queste molecole. Per affinità gli anticorpi prodotti riconoscono anche le componenti del corpo andando a farsi un autogoal.

La prevenzione è sempre la stessa: cura per la propria alimentazione e stile di vita in generale, non fare in modo che le abitudini ci logorino e crearci una vita degna di chiamarsi tale. Spesso ci dimentichiamo cosa voglia dire vivere e ci trasciniamo in quella che chiamiamo vita, ma che alla fine è una prigione, fino alla morte.

Uno degli errori dell’approccio alle problematiche fisiche, ma anche psichiche, è che pensiamo che abbiamo diversi corpi e quindi in base ai problemi dobbiamo trattarli in modo diverso: certamente qualche variabile ci sarà in base al problema specifico ma le basi restano uguali, sempre. Capito il principio base, questo si può applicare in infiniti campi. Capito che il problema risiede nel Sistema Immunitario, basta (diciamo che non è facile) capire cosa influisce e come influisce su di esso e questo viene modulato in modo da orientare le sue risorse nel modo corretto, invece di fare danni.

 

D: Tra i temi più scottanti e dibattuti in questo periodo vi è quello dei vaccini. Ci può aiutare a fare chiarezza in materia in modo da poter decidere consapevolmente e responsabilmente che posizione prendere in materia, fondandoci su presupposti scientifici solidi e aggiornati?

R: I vaccini, mi vuoi far radiare dall’Albo dillo. È un tema molto scottante perché in realtà anche i più ferrati nell’argomento partono sempre da un presupposto dal mio punto di vista errato: che il nostro corpo ha bisogno di stimoli per far funzionare correttamente il suo Sistema Immunitario.

In realtà in Natura esistono tutti gli stimoli necessari per stimolare correttamente il Sistema Immunitario, ma poi se sterilizzi tutto, vivi perennemente al chiuso, bombardato da sostanze chimiche e radiazioni… beh sì solo il vaccino ti serve per salvarti perché hai impoverito talmente tanto il tuo Sistema Immunitario che devi andarci con il defibrillatore per farlo ripartire.

Ho scritto un articolo proprio su questo argomento sul mio blog penso sia un sunto dal punto di vista biologico abbastanza completo di come in realtà i vaccini diventano la soluzione solo se hai tagliato fuori qualsiasi altra strada, ed è quello che tende a fare la nostra società, purtroppo, nascondendo sotto l’etichetta di “normalità” delle aberrazioni rispetto alle reali necessità fisiologiche umane tanto da snaturare totalmente il suo ambiente e le sue abitudini e compromettendo così, in modo per fortuna non irreversibile, la salute umana e non solo.

 

D: Come si colloca questo periodo storico nell’evoluzione della specie Homo Sapiens?

R: L’evoluzione di ogni specie parte dalla sua comparsa su questa Terra alla sua estinzione. In mezzo c’è un equilibrio con l’ambiente che permette di sopravvivere attraverso le generazioni.
In questo equilibrio ci sono delle fluttuazioni determinate dai cambiamenti ambientali, naturali o artificiali, che determinano uno stress di popolazione che porta inevitabilmente ad una selezione naturale.

Abbiamo visto fino a 200 anni fa una progressione esponenziale della nostra specie, che è andata a conquistare ogni parte del globo terracqueo, ad oggi si è visto che la popolazione sta vistosamente crescendo molto più lentamente di prima, dimezzando la sua velocità ogni 50 anni, il che vuol dire che potrebbe cominciare a diminuire di qui a 100-200 anni, se siamo ottimisti.

Nel momento in cui la popolazione inizia a diminuire ci troveremo all’inizio della fase di ridimensionamento e quindi una possibile fase di estinzione se la nostra specie non riprende l’equilibrio con l’ambiente. Questo non vuol dire che vedremo la fine della specie umana né che la vedranno i nostri figli o i nostri nipoti, e penso neanche i bisnipoti, ma vuol dire che la fase di equilibrio della nostra specie con la Terra che la ospita si è esaurita.

Molte specie vivono in equilibrio con la Terra da oltre 100 milioni di anni, noi abbiamo spremuto l’ambiente a tal punto da aver rotto questo equilibrio in un tempo record.

Sì, siamo in un momento di estrema selezione, ne parlo spesso durante le lezioni con i miei pazienti, come anche durante le consulenze, quando i più curiosi mi fanno domande un po’ scomode sull’argomento.

Chi sopravviverà? Il più adatto, come sempre: sia che è adatto perché predisposto sia perché ha trovato delle strategie per arginare i danni dell’ambiente sul corpo. Nel mio scenario ideale c’è che i miei pazienti e la loro discendenza sia tra i premiati dalla selezione, ma queste sono solo manie di grandezza di una sognatrice folle.

 

D: Per concludere ci può offrire almeno tre suggerimenti concreti, pronti all’uso, da applicare quotidianamente per vivere sani e liberi dalle malattie, ammesso che sia possibile?

R: 3 suggerimenti concreti da applicare sempre? Si potrebbero fare diverse triadi molto efficienti allo scopo, ma ce n’è una che io penso possa essere la migliore possibile per garantire una salute di ferro nel lungo periodo:

  1. Mangiare con meno frequenza possibile durante la giornata 1-2 volte al giorno va benissimo. Ci iper-alimentiamo e questo fa affaticare il nostro Sistema Immunitario distraendolo nel difficile compito di selezionare continuamente i cibi da scartare e i cibi da assorbire. Voglio sottolineare che non ho detto mangiare meno, ma mangiare con meno frequenza. Spesso infatti si associa il mangiare con meno frequenza con il mangiare nettamente di meno, ma in realtà non è così o almeno non è sempre associabile. Quindi l’idea è di mangiare a sazietà durante i pasti principali per evitare di mangiare in continuazione e fare spuntini ad ogni ora del giorno, per iniziare.
  2. Respirare in modo corretto. Ora potrei fare un trattato, ma non essendo il mio lavoro non mi permetto di dare eccessivamente troppi suggerimenti. Personalmente io mi avvalgo degli insegnamenti di Buteyko e nel libro “Super-vivere nel XXI secolo” Stefano Andrade approfondisce bene degli esercizi da fare per introdurre la corretta respirazione nella quotidianità in modo che possano sostenere a accompagnare la nostra giornata aiutando a modulare la risposta del nostro Sistema Nervoso agli stimoli esterni. Posso solo accennare per non lasciare i lettori a bocca asciutta allo schema base da adottare: inspirare profondamente (4-5 secondi minimo) senza forzare il respiro, espirare lentamente (4-5 secondi minimo, trattenere in apnea per 4-5 secondi minimo o comunque finché ce la facciamo senza sforzo e poi riprendere a respirare seguendo lo stesso schema. Questo serve a calmare e a gestire gli stati ansiosi che si possono proporre durante la giornata.
  3. Stare all’aria aperta. A prescindere da come si svolge la nostra giornata dovrebbero essere contemplati dei momenti in cui stiamo e viviamo a contatto con la Natura. Essa ci fornisce tutta una serie di stimoli variabili di cui il corpo ha bisogno, caldo/freddo, sole, vento, pioggia… questi stimoli vanno a “solleticare” il nostro corpo portandolo a doversi adattare: un brivido di freddo porta il nostro termostato interno a funzionare meglio per mantenere la temperatura, il sole stimola la produzione di vitamina D se in esposizione nelle ore calde, ma anche la strutturazione dei tessuti se preso nelle prime ore del mattino o verso il tramonto… insomma la Natura è fonte di stimoli a cui il nostro corpo deve adattarsi regolandosi finemente, in assenza di questi stimoli il corpo si impigrisce.

 

Per approfondire leggi anche: “Come dimagrire senza (troppo) soffrire

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