Come proteggersi dai rischi della solitudine

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La solitudine fa male alla salute: ecco come sconfiggerla
di Anna Fata

Secondo un recente ricerca condotta da Cigna Corporation, su un campione di oltre 20.000 Americani dai 18 anni di età in poi il rischio di solitudine risulta molto elevato. Se ci si pensa bene, in un’epoca di interconnessione, scambio, dialogo, grazie anche al Web e ai Social Network che permettono di entrare in contatto con persone in tutto il mondo con interessi, passioni comuni, ma anche molto diversi da noi e che altrimenti non avremmo mai potuto diversamente intercettare, parlare di solitudine percepita può essere paradossale.

Da questa ricerca pare che circa il 46% degli intervistati abbia riferito di sentirsi solo qualche volta o regolarmente, il 27% sente di non avere alcuna persona che lo capisca veramente, il 43% sente di non avere relazioni veramente significative. Anche se convivere con qualcuno pare possa contribuire a ridurre la percezione della solitudine, sembra che non sia sempre sufficiente per non sentirsi soli.

La cosiddetta “Generazione Z”, composta da persone tra 18 e 22 anni di età, sembra essere quella che riferisce maggiori vissuti di solitudine.

In realtà la percezione della solitudine è un vissuto molto complesso e multideterminato che non sempre risulta di immediata comprensione, soprattutto relativamente ai fattori che possono scatenarla, che contribuiscono al suo mantenimento e a quelli che possono aiutare ad alleviarla o anche prevenirla.

 

La solitudine fa male alla salute

Quello che pare essere certo ad oggi, come testimoniato da diverse ricerche scientifiche in merito, è che la solitudine percepita può fare male alla salute. Un conto è scegliere di trascorrere ampia parte del proprio tempo da soli e sentirsi pienamente a proprio in agio in tale condizione, un altro è subire questa condizione, oppure avere delle relazioni o convivenze in cui ci si sente soli, nonostante la presenza di altre persone con cui, però, non si sente di avere rapporti soddisfacenti, profondi, autentici, di scambio, sostengo, comprensione reciproca.

I vissuti di solitudine pare vadano di pari passo con un aumento del rischio di sintomi di ansia, stress, depressione, irritabilità, calo delle difese immunitarie e maggiore suscettibilità a piccoli e grandi malanni di origine infettiva, patologie cardiovascolari, riduzione dell’aspettativa di vita. Pare che la solitudine possa essere tanto nociva per la salute quanto il fumo di 15 sigarette al giorno ed essere più pericolosa dell’obesità.

La solitudine percepita, quindi, può danneggiare sia salute fisica, sia quella emotiva.

In questi casi il rischio maggiore è che si cada in un circolo vizioso: le persone sole tendono a loro volta a connettersi con persone sole, perpetrando e diffondendo tali vissuti reciprocamente. I vissuti di solitudine, quindi, pare siano contagiosi: i pensieri, le emozioni, i comportamenti sembrano dilagare tra le persone che si sentono sole consolidando tale condizione.

Che il problema sia molto serio e pervasivo, anche in Europa, ne è testimonianza anche la recente nascita in Inghilterra lo scorso 17 Maggio 2018 del Ministero della Solitudine, che cerca di fronteggiare la piaga di questa condizione che pare essere particolarmente diffusa tra le persone di oltre 75 anni e che raggiunge il suo apice nella stagione invernale.

 

Come prevenire e curare i rischi associati al sentirsi soli

Per prevenire i vissuti legati alla solitudine e per attenuare quelli già in corso sono possibili diverse strategie, anche a seconda delle inclinazioni e preferenze personali. Alcune tra queste possono essere:

Le relazioni

Dedicare ogni giorno almeno 20 minuti alla coltivazione di una relazione in corso oppure all’avvio di una nuova, tramite i Social, al telefono o meglio ancora di personale.

Gli hobby

Coltivare i propri hobby, le passioni, magari iscrivendosi a corsi, gruppi di discussione, in modo da poter incontrare e conoscere persone con interessi affini.

Approfondire i rapporti

Tra le persone che si conoscono dedicare particolare tempo e attenzioni proprio a coloro con cui ci si sente maggiormente in sintonia, in modo da approfondire il rapporto, l’intimità, il senso di connessione, il legame e sentirsi riempiti, nutriti, soddisfatti da essi.

Lo sport

Praticare attività fisica, ancora meglio se in gruppo, per poter beneficiare sia dello sport in sé, delle endorfine, della serotonina e di altre sostanze benefiche che si sprigionano nel corpo e influenzano anche lo stato d’animo, sia dello scambio sociale che si viene a creare.

Il sonno

Dormire a sufficienza. Dormire un adeguato numero di ore fa bene alla salute del corpo e della mente e influenza positivamente lo stato d’animo. Uno stato di benessere psicofisico può predisporre meglio alla socializzazione e al contatto con gli altri.

Le relazioni con i colleghi

Coltivare le relazioni al lavoro. In ufficio si passa un grande numero di ore, per questo è fondamentale poter avere dei rapporti armonici, sereni, rispettosi, collaborativi, capaci non solo di facilitare il lavoro, ma anche di fare stare bene umanamente.

Il lavoro

Lavorare quanto basta. Il sovralavoro sottrae tempo, energie, mina la salute psicofisica e mette a rischio il buon funzionamento dei propri rapporti sociali nonché la loro stessa presenza.

Il bisogno degli altri

Prendere atto che tutti abbiamo bisogno di tutto e di tutti. Nessun uomo è un’isola, ogni essere umano è intrinsecamente predisposto a sviluppare legami sociali. Non investire in questa direzione, alla lunga inaridisce l’animo, danneggia la salute e priva di possibili importanti occasioni.

 

In conclusione, anche se ciascuno di noi può avere una personalità più o meno socievole, tutti abbiamo bisogno di un minimo di interazioni sociali. Dedicare ogni giorno una quota del proprio tempo e delle proprie energie in questa direzione può essere un ottimo investimento per stare bene in salute, essere sereni, imparare qualcosa di nuovo e donare qualcosa al nostro prossimo.

 

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