Quando le persone decidono di commettere il suicidio

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I momenti dell’anno e del giorno in cui si decide di suicidarsi
di Anna Fata

E’ un tema delicato, scottante, ma molto attuale, che ripetutamente salta agli onori della cronaca, locale e nazionale. Secondo i dati della Organizzazione Mondiale della Sanità si calcola che nel mondo ogni anno vi siano oltre 800.000 persone che muoiono a causa del suicidio. I tentati suicidi, invece, sembra che siano 20 volte in più rispetto a quelli realizzati. Questi ultimi sono maggiori tra le donne, mentre quelli realizzati sono più tipicamente maschili.

Pare che nell’Europa settentrionale vi sia il maggiore tasso di suicidi (20 casi all’anno ogni 100.000 abitanti), seguita da quella orientale. Nell’Europa meridionale, Italia compresa, il tasso è relativamente medio-basso. In Italia il Nord-Est è la zona in cui si assiste al maggior numero di suicidi; il minimo si riscontra al Sud ed è più frequente nella prima metà dell’anno.

Si stima che nel mondo ogni 40 secondi si verifica un suicidio, ma quello che maggiormente preoccupa è il fenomeno che del contagio emotivo che questi episodi possono suscitare, specie tra i giovani.

Il suicidio rappresenta la dodicesima causa di morte nel mondo e la terza per persone di età compresa tra 15 e 44 anni. Depressione clinica, abuso di sostanze stupefacenti, grave malattia fisica sono tra le concause che spesso concorrono a questa tragica decisione.

 

Cos’è il suicidio

Con il termine suicidio si intende l’atto deliberato di togliersi la vita. E’ un gesto autolesionistico che può essere indotto da diversi fattori personali, situazionali, sociali. Può essere frutto dell’emulazione, come nel caso del cosiddetto “Effetto Werther”, che si riscontrò per la prima volta in concomitanza con la pubblicazione del romanzo “I dolori del giovane Werther” di Goethe.

Malattie mentali, malattie fisiche, abuso di sostanze, fattori genetici, situazioni culturali, familiari, sociali, economici possono concorrere a determinare questa decisione in una mescolanza unica che caratterizza ciascun individuo. Essere divorziati, separati, single espone a maggiore rischio di suicidio.

Impiccagione, soffocamento, uso di pesticidi, armi da fuoco, gas di scarico, annegamento sono tra gli strumenti più frequentemente utilizzati per togliersi la vita. Assunzione di farmaci e taglio dei polsi sono più ricorrenti nel caso del tentato suicidio.

Nonostante una mancanza di prevedibilità assoluta del suicidio, esistono modi per prevenirlo, soprattutto riducendo la facilità di accesso ai mezzi, luoghi e strumenti per commetterlo, cercando di ridurre o neutralizzare i fattori di rischio, in particolare malattie mentali, fisiche, ed esaminando attentamente i periodi in cui si verifica una maggiore incidenza.

 

Cos’è il tentato suicidio

Il tentato suicidio è un comportamento suicida non letale, che non culmina con la morte. Di fatto è considerato un atto autolesionistico. E’ più frequente tra le donne, mentre il suicidio realizzato è più ricorrente tra gli uomini.

In termini psicologici viene considerato, in realtà, una forma di richiesta di aiuto.

D’altro canto c’è stato chi come N. Kreitman ha proposto di definirlo un parasuicidio, inteso come un atto non letale mediante il quale un individuo deliberatamente si produce lesioni o ingerisce sostanze in dosi superiori a quelle previste o generalmente riconosciute come terapeutiche.

Nonostante in questo caso il tentativo non sia riuscito, esso espone ad un aumentato rischio di morte successiva per tale causa, soprattutto nei successivi sei mesi.

 

Conoscere i tempi per prevenire il suicidio

Alcune tra le strategie basilari più efficaci per cercare, nei limiti del possibile, di prevenire il suicidio è conoscere i periodi in cui statisticamente si verifica più di frequente.

Una ricerca condotta da Tian e Colleghi, pubblicata su Archives of Suicide Research ha esaminato gli schemi stagionali, settimanali, giornalieri dei suicidi commessi in 18 stati americani, che complessivamente comprendono una terzo della intera popolazione americana, in base ai dati molto dettagliati contenuti nel U.S. National Violent Death Reporting System (NVDRS).

Dei circa 100.000 suicidi esaminati in un decennio si è constatato che la maggior parte delle persone decedute sono state uomini, di 20 anni ed oltre.

Relativamente alla tempistica sono stati rilevate le seguenti ricorrenze:

  • mensile:
    il tasso di suicidi inizia ad elevarsi a marzo, raggiunge il suo culmine a settembre. Il minimo lo tocca a dicembre. Questa tendenza si rileva sia tra gli uomini, sia tra le donne, dai 18 anni in poi.
    Tra i ragazzi di 10-17 anni, invece, il tasso di suicidio declina significativamente in estate, soprattutto da maggio a luglio, probabilmente a causa del minore stress causato dagli impegni scolastici;
  • settimanale:
    pare che il suicidio venga commesso più di frequente durante la prima settimana del mese tra gli uomini di età compresa tra 18 e 64 anni. Si ipotizza che ciò sia causato da scadenze contrattuali, conti da pagare, questioni professionali, soprattutto nel caso di individui già sotto pressione per questioni economiche e finanziarie.

Tra le donne, forse meno coinvolte nel bilancio economico familiare, questa tendenza temporale non si rileva.

  • giornaliera:
    è stato constatato che tra gli uomini di 18-64 anni i suicidi avvengono maggiormente all’inizio della settimana e meno nel week end. Forse questo è indotto dallo stress e dalla competizione professionale, mentre la fine della settimana in famiglia o con gli amici può favorire un rilascio delle tensioni e una maggiore tranquillità;
  • oraria:
    determinare l’orario esatto in cui si commette un suicidio non è sempre facile, per questo tale parametro è stato meno studiato. In base ai dati disponibili si contata che il pomeriggio è il momento della giornata maggiormente a rischio. Per coloro che hanno 65 anni e più, invece, il momento più delicato è la mattina, mentre per i ragazzi di 10-17 anni la sera. Sembra che questo sia da correlare ai momenti in cui è più probabile che ci si trovi da soli.

 

Conoscere e prevenire il suicidio in parte è possibile

Dai dati analizzati nel presente studio si può concludere che i momenti più delicati e a rischio di suicidio sono: il pomeriggio, all’inizio della settimana, a inizio mese, in primavera e in estate.

In ogni caso, la variabilità è profondamente soggettiva, correlata a numerosissimi fattori biologici, genetici, familiari, sociali, psicologici, economici, culturali, professionali, culturali, ambientali e difficilmente si possono conoscere, prevedere, controllare tutti, anche se molte opere di conoscenza, divulgazione, promozione e cura, volendo, si possono realizzare, agendo sui fattori di rischio.

 

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