Come fare il regalo perfetto

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Psicologia dei regali per ogni occasione
di Anna Fata

Fare regali è antieconomico. Un atto del tutto irrazionale e inutilmente dispendioso.
E’ quello che hanno scoperto due economisti americani Tore Ellingsen e Magnus Johannesson della Stockholm School of Economics.

In base alla ricerca da loro condotta è emerso che acquistare regali implica il rischio di comprare qualcosa che il ricevente non vuole e come tale non gli dà valore. Il denaro contante, invece, consentirebbe al ricevente di acquistare esattamente ciò che desidera o necessita. Inoltre, il processo di scelta e di acquisto implica dispendio di tempo e di energia, mentre invece dare denaro permette di risparmiare tutto questo, compresa un’ampia quota di stress.

Inoltre, si è visto che i riceventi sarebbero disposti a ricevere in dono somme di denaro assai inferiori a quelle che si sarebbe disposti a spendere per acquistare un regalo. In termini economici, pertanto, le persone sprecano molto tempo, denaro ed energie. Un prezzo molto alto per i sentimenti, gli affetti, le relazioni.

 

Per quali motivi compriamo regali, anziché elargire denaro?

Secondo gli economisti difficilmente diamo denaro perché è suscettibile di associazioni negative, spiacevoli, incluso l’egoismo. Inoltre, si è rilevato che la mera presenza di denaro induce le persone a comportarsi in modo sconsiderato e che si è più generosi quando si ha la possibilità di offrire tempo piuttosto che soldi.

Pare che le donne siano più attive in merito ai doni, soprattutto a Natale, che costituiscano circa l’84% di tutti i doni elargiti, mentre risultano riceventi per il 61%. In questo senso pare che le donne siano le principali responsabili del mantenimento delle relazioni. Le donne tendono a suddividere in modo equo i doni tra uomini e donne. Sono solo il 16% gli uomini che si occupano dei regali senza l’aiuto delle donne e molti dei loro doni sono rivolti alle donne stesse. Solo il 4% scambia doni tra uomini, mentre il 17% delle donne scambia regali tra loro.

In tale prospettiva elargire denaro anziché un regalo acquistato verrebbe percepito come una forma di trascuratezza per la relazione, anche se sarebbe una scelta efficiente e razionale sul piano economico.

Anche la stessa scelta del ricevente, quando sollecitata, di rado ricade sul denaro contante proprio per evitare di apparire materialisti. Questo conferma ulteriormente che la natura dello scambio di doni è prevalentemente psicologica.

 

Quali dinamiche psicologiche sono alla base dei regali?

Esistono diverse ricerche psicologiche che negli anni hanno cercato di delineare i meccanismi psicologici alla base dell’acquisto e dello scambio dei doni:

 

I regali per le feste comandate

  • Per vivere delle feste felici, in primis Natale, secondo Tim Kasser e Kennon Sheldon è essenziale focalizzarsi non sugli aspetti materiali, il consumo, i doni, ma sugli aspetti immateriali, familiari, affettivi, relazionali, religiosi. Pare che gli uomini siano più felici delle donne, così come le persone più anziane
  • Le feste del Natale pare che generino maggiore benessere nei Cattolici, che non in persone di altre culture o filosofie che possono sentirsi urtate

Regali sgraditi e regali monetari

  • Quando si riceve un regalo sgradito da una persona cara la relazione ne risente, perché ci si aspetta di essere conosciuti e compresi dalle persone più intime. Le donne in questo senso hanno molte pretese di essere corrisposte alla perfezione nelle loro aspettative, gli uomini, invece parlano molto apertamente del loro eventuale dissenso
  • Elargire denaro al posto di un dono materiale rischia di rimarcare eccessivamente le disparità di status sociale e come tale crea disagio in chi riceve. Le uniche eccezioni sono i bambini, mai agli adulti
  • I doni che sembrano voler evitare il rischio di errore, i classici, fiori, cioccolatini tendono ad essere percepiti in modo negativo come poco inclini ad essere ricordati come significativi e deresponsabilizzazioni chi li fa
  • I doni dell’ultimo minuto non sembrano altrettanto apprezzati, perché non riescono a convogliare l’idea di regalo grandioso

Come fare bella figura con un regalo

  • Per impressionare positivamente qualcuno Dan Ariely ha compreso che si deve rischiare, nello specifico si dovrebbe offrire qualcosa a cui la persona stessa non ha pensato. Ad esempio, nella fattispecie egli ha scoperto che se si offre una gift card da utilizzare ovunque, il ricevente potrebbe tendere ad acquistare beni di cui ha necessità, rendendolo ordinario, poco personalizzato e senza sensi di colpa per chi sta spendendo la card. Se invece si opta per una gift card per un luogo o attività o servizio specifico come nel caso di una spa, che il ricevente magari non si potrebbe permettere, contribuisce a rendere memorabile il complesso dell’esperienza del dono
  • Il regalo “perfetto” non sembra possa esistere

Il regalo come esperienza e buona intenzione

  • Quello che conta pare essere più l’esperienza che non il possesso. In particolare Ryan Howell ha riscontrato che il possesso rende un oggetto ordinario, di uso quotidiano, che ne fa perdere il fascino. L’esperienza, invece, continua a generare piacere, grazie al ricordo: da quanto più tempo si è ricevuto il dono, tanto più cresce il valore emotivo ed affettivo associato ad esso. La piacevolezza dell’esperienza si applica non solo a chi riceve, ma anche a chi dà e alla fase dell’acquisto. Quello che conta in tale processo è quanto bene si conosce il ricevente e il legame con esso. Si tratta di offrire esattamente quel che la persona vuole
  • D’altra parte, Yan Zhang e Nicholas Epley hanno evidenziato che quando si dedica tanto tempo a riflettere per trovare il regalo più adatto ad una persona, se si sbaglia chi lo riceve pensa molto alle nostre intenzioni e non si spiega tale errore. Il ruolo delle buone intenzioni, quindi, sembra che conti più per chi offre il dono che non per chi lo riceve. Questo pare smentire il detto che “basta il pensiero”

Come fare contento l’altro

  • Sembra che in molti casi, di fronte alla scelta di un dono, ci si trovi al cospetto di un bivio non sempre facile da scegliere: si tratta di decidere quale felicità massimizzare, se la propria o quella di chi riceve. Se si privilegia la felicità di chi riceve, si opta per ciò che maggiormente piace al ricevente; se si privilegia la propria si scegliere quel che piace di più a chi dona. A volte, nel dubbio, sembra che la scelta migliore sia propendere per qualcosa che rispecchi la personalità del donatore
  • Nel caso di una coppia, offrire doni molto costosi all’inizio di una relazione può fare salire le aspettative in chi dona ed eventuali successivi regali di minore valore possono fare sorgere dubbi sulla relazione stessa

I regali per le feste comandate

  • Le feste, e ancora più Natale, sono focalizzate sul dare più che sul ricevere. Spendere denaro per gli altri è la vera forma di felicità, più che spendere per se stessi
  • Attenzione alle decorazioni che si espongono: se sono abbondanti, vistose, pare che indichino un temperamento aperto, socievole, incline a nuove conoscenze. Il rischio, se si eccede, è di essere additati come troppo eccentrici e come tali da evitare
  • Le peculiarità dei giorni di festa: esistono non solo suoni, colori, ma anche odori che contribuiscono a creare lo scenario complessivo di tali giorni e favoriscono il processo di acquisto e scambio dei doni
  • Ascoltare le canzoni tipiche delle festività induce le allucinazioni e le fantasie tipiche di tali periodi e ad agirle, ivi compresi gli acquisti
  • Esiste un vero e proprio “spirito natalizio” che sembra sia caratterizzato da: buonismo, inclinazione alla gioia, rituali, shopping, un pizzico di sconforto
  • In merito al mito di Babbo Natale, pare che esso scompaia mediamente intorno agli 8 anni per i bambini. In loro tale rivelazione non sembra crei grande dispiacere, al contrario per i genitori è fonte di maggiore tristezza.

 

Per concludere, considerato che il “regalo perfetto” non sembra esistere, che le variabili in gioco sono assai numerose, che i fattori affettivi e emotivi sono prevalenti, ma anche l’aspetto economico, temporale, circostanziale non sono da trascurare, potrebbe essere opportuno imparare ad ascoltare il proprio cuore, la persona che abbiamo di fronte e cercare una modulazione, un equilibrio tra le nostre possibilità e i desideri di chi ci è caro in modo da rendere tutto il processo del dono piacevole e memorabile per tutti gli attori coinvolti.

 

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