Come comprendere quando una relazione va conclusa oppure continuata
di Anna Fata
Nella mia pratica ultraventennale di psicologa e coach ho notato che la questione delle relazioni affettive insieme a quella legata al cibo e al lavoro sono tra quelle più sentite, discusse e volte turbolente che ci possono riguardare. Per intenderci: sono alcune tra quelle sfere della nostra esistenza a cui teniamo maggiormente, intorno a cui impostiamo la nostra vita, ma anche tra quelle che più di frequente ci creano dei grattacapi.
Perché le relazioni sono così importanti per noi?
“Nessun uomo è un isola, completo in se stesso”,
scriveva John Donne, ma a tempo stesso affermava:
“Che i nostri affetti non uccidano noi, né muoiano essi”.
Se è vero che tutto è in relazione con tutto e che non possiamo fare a meno di relazionarci, con noi stessi, il nostro corpo, la nostra interiorità, gli oggetti, i luoghi, le persone che ci stanno intorno, che non possiamo neanche solo pensare di chiuderci, perché come ci insegna la fisica un sistema chiuso è un sistema morto, è altrettanto vero che esiste un come nel nostro modo di relazionarci e questo dipende da noi, dalla nostra personalità, dalle abitudini, dalle consuetudini, dall’educazione che abbiamo ricevuto, dal contesto culturale in cui viviamo. Tutto questo così come lo abbiamo acquisito, volendo, possiamo in parte impegnarci a modificarlo, al fine di vivere relazioni più sane e costruttive per noi e per chi ci sta intorno.
Alcuni di noi nelle relazioni tendono ad assumere comportamenti molto dipendenti dall’altro, mentre al contrario altri di noi propendono per atteggiamenti e comportamenti molto più indipendenti. E’ chiaro da questo esempio che nel proprio cammino personale all’interno di una relazione la prima persona potrà magari imparare ad essere più autonoma, mentre la seconda ad affidarsi maggiormente.
Ogni situazione è a sé, nonostante ciò alcuni elementi accomunano il procedere delle relazioni, soprattutto quelle affettive.
Le fase delle relazioni
L’esplorazione
Nelle relazioni, in particolar modo in quelle affettive, c’è una prima fase di esplorazione, all’inizio ci guardiamo con interesse, curiosità e timore al tempo stesso. Non sappiamo chi abbiamo di fronte, e l’altro non sa quasi nulla di noi. Eppure c’è la voglia di esplorare, indagare, conoscersi, avventurarsi in un terreno vergine che sembra presentare, almeno a prima vista, qualcosa che potrebbe suscitare emozioni, coinvolgimento mentale, fisico, o qualsiasi altra cosa che possa interessarci e arricchirci.
In questa fase si resta un po’ guardinghi, si compiono piccoli passi in direzione dell’altro, si sta a osservare la reazione dell’altro, mentre questo, nella migliore delle ipotesi, a sua volta prova a svelarsi quanto può e/o vuole.
Il procedere della conoscenza
Passo dopo passo l’avvicinamento, lo svelamento di sé crescono, e con essi l’entusiasmo, le emozioni, e magari anche le passioni. Si prendono piccoli elementi che si conoscono dell’altro, che ancora sono una minima parte rispetto all’intera sua esistenza, presente e passata, si colmano i vuoti conoscitivi, quasi senza accorgersi, finendo per costruire un castello di sabbia, secondo il nostro gusto e desiderio.
Le relazioni iniziano così, con le migliori intenzioni, con più o meno aspettative. Magari la passione di una notte, magari una relazione per una vita. In entrambi i casi che sia intenso, coinvolgente, appassionato. Se poi sarà per una sera, un giorno, un mese, una settimana, una vita, poco conta. O forse no.
La quotidianità
Con il procedere della frequentazione, la conoscenza si approfondisce, di tanto in tanto un po’ di quel castello di sabbia si sgretola, si consuma sotto il peso della quotidianità, dell’uso, del tempo, della distanza. Ci si trova, così, a sostituire parti di quel sogno con sempre più elementi presi dalla realtà. A volte lo scenario che si staglia non è dei migliori.
Piccoli tic, abitudini, comportamenti, parole, umori, odori, di quello che sta per diventare a tutti gli effetti un partner sono alla luce del sole, e brillano nella loro implacabile nudità. Non solo possono essere anni luce diversi dal nostro bel castello di sabbia che con tanta cura, dedizione, entusiasmo e soprattutto velocità avevamo eretto, ma sono anche molto meno affascinanti e intriganti rispetto a quanto ci eravamo illusi.
A quel punto ci troviamo inesorabilmente ad un bivio: procedo nella relazione o fuggo?
Dalla passione all’amore: è sempre possibile?
Se la passione, l’innamoramento scaturiscono spesso in modo inatteso, repentino, prorompente, concitato, altrettanto rapidamente possono a volte svanire. Dipende da tanti fattori, chimici, di disponibilità di tempo, energia, di apertura emozionale e mentale, di distanza geografica e mille altri elementi squisitamente soggettivi per ogni persona.
E’ sempre possibile riuscire a passare dalla passione all’amore, o meglio, integrare la passione nell’amore, renderla matura e completa all’interno di un quadro più vasto, dal sapore esistenziale, per ogni coppia?
Dipende.
Non credo sia possibile una risposta valida per tutti e in ogni circostanza.
Credo che la risposta sia molto soggettiva, che sia legata alle persone stesse, al momento di vita che stanno affrontando. Scelte che possono rivelarsi valide a 30 anni per una persona, possono non essere quelle più opportune anche a 50 anni, ad esempio.
Da ogni situazioni di vita credo che si possa imparare qualcosa, ritengo sia questa la chiave che ci permette di scegliere se impegnarci nel costruire una relazione, oppure troncarla sul nascere o ad un suo stadio più avanzato.
Come capire se proseguire una relazione
A seguire alcune domande chiave che ci si può rivolgere in queste situazioni:
- Cosa sento di avere imparato dalla situazione che sto vivendo?
- Sento di avere ancora qualcosa da imparare da questa relazione?
- Come mi sento emozionalmente, mentalmente e fisicamente quando sto con questa persona?
- Quali sono i pensieri che attraversano la mia testa quando non sto con questa persona?
- Quali sono le mie aspettative all’interno di questa relazione?
- Esistono degli obiettivi comuni all’interno della coppia, nel caso quali sono e quali strategie sono state definite per poterli raggiungere?
- Come mi vedo in questa relazione tra 5 o 10 anni?
- Se mi sento fortemente a disagio in questa situazione, ci sono altri modi altrettanto formativi per me che posso scegliere al di fuori di questa relazione?
Per approfondire leggi il libro: “Amore Zen“