Come le storie ci aiutano a dare un senso alla nostra vita

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Le storie come fonte di benessere nella vita e nel lavoro
di Anna Fata

Chi più, chi meno, ogni essere umano ama parlare di sé, raccontare la propria storia, il proprio passato, il presente, il futuro, dare una interpretazione di ciò che ha vissuto, trovare un senso, un filo rosso capace di imprimere una direzione alle vicende che sono state vissute.

Le nostre storie sono un elemento fondamentale della nostra identità, la costituiscono, la rappresentano, narrano i nostri sogni, le nostre speranze, le attese, le delusioni, i successi. Possiamo raccontare infinite storie su di noi, tutte a loro modo vere, credibili, autentiche, sensate. Il senso deve essere valido prima di tutto per noi e al tempo stesso deve potere essere validato da chi ci ascolta. Il significato della nostra storia, della nostra identità ha un valore quando viene riconosciuta da un’altra persona. Altrimenti rischia di diventare un monologo.

Le storie sono importanti per conoscere non solo noi stessi, ma anche gli altri e il mondo intero di cui siamo parte costitutiva. Le storie sono ciò che accomuna l’intera umanità fin dall’antichità. Non sono solo un patrimonio sociale, culturale, ma anche biologico. La University of Southern California in una recente ricerca ha identificato le aree cerebrali coinvolte nella narrazione che sono risultate le medesime in tre diversi gruppi etnici: Americani, Cinesi, Iraniani.

 

Come le storie influenzano il cervello

Esiste un’area del cervello chiamata “Default Mode Network” (DMN) che coinvolge, in realtà, diverse strutture corticali e sottocorticali, ippocampo, giro para-ippocampale, corteccia prefrontale mediale, regioni temporali laterali e temporo-parietali, cortecce posteriori mediali, corteccia cingolata posteriore e precuneo, che si attivano quando riposiamo, quando fantastichiamo con la mente, quando ricordiamo il nostro passato, quando riflettiamo e valutiamo gli stati mentali nostri e altrui, quando viviamo emozioni legate a situazioni sociali, nella contemplazione, nello Storytelling.

L’attività del DMN è molto più intensa di quanto si possa credere: pare che il 47% delle nostre attività mentali da svegli riguardano proprio il vagare della mente e i sogni ad occhi aperti. Inoltre, queste attività sono strettamente legate alla creatività.

Nello Storytelling, in particolare, si è visto che l’attività di queste aree cerebrali diventa molto intensa quando le storie contengono solidi valori morali.

 

I benefici dello Storytelling

Fin da piccoli ci viene insegnato a raccontare storie, dai pensierini scritti durante la scuola elementare, al diario segreto dei ricordi, talvolta condiviso con l’amica del cuore, diverse sono le forme che lo Storytelling della nostra vita quotidiana può assumere.

Sono tutti modi attraverso i quali cerchiamo di costruire un senso per la nostra vita e delle esperienze che viviamo. Come in un film in cui ogni fotogramma è legato all’altro, anche nei nostri racconti siamo animati dalla necessità intrinseca di trovare un filo conduttore ad eventi ed esperienze che, magari, talvolta sembrano completamente slegati tra loro o insensati.

E’ un meccanismo prezioso per la nostra salute psicofisica, per il nostro adattamento sociale, per la nostra realizzazione come esseri umani e come professionisti. In questo senso lo Storytelling può anche contribuire ad alimentare la propria resilienza, fenomeno evidente soprattutto nel caso di eventi molto impegnativi, sfidanti o imprevisti come una malattia, un grave incidente, un lutto precoce, la perdita del lavoro, un divorzio tumultuoso.

Lo Storytelling ci consente di trasformare informazioni ed eventi in elementi per certi versi simbolici, che hanno un valore, una lezione intrinseca, un significato per noi e che magari a prima vista, in sé, non avevano.

 

Le storie come strumento di unione tra generazioni e popoli

Le storie trascendono il linguaggio e le culture. Sono capaci di unire le persone al di là delle differenze di razza, sesso, età, cultura, localizzazione geografica. Esse contribuiscono ad accrescere l’autoconsapevolezza, l’integrità etica e morale, la capacità di identificazione, comprensione, empatia. Le storie forniscono modelli esemplificativi, virtuosi, esempi di vita che incarnano potenzialità, risorse, valori. Essere ispirano, innalzano, stimolano l’identificazione. In un momento storico e sociale come quello attuale in cui sembra che regni l’assenza di valori, i giovani sembrano essere particolarmente ricettivi allo Storytelling in quanto sono fortemente orientati verso una nuova ricerca di senso aderente alla realtà molto complessa e frenetica che stanno vivendo oggi e per la quale necessitano di strumenti di lettura e decodifica al passo coi tempi.

Gli adulti possono aiutare i giovani in questo percorso discutendo con loro la visione di film, la lettura di libri, l’ascolto di storie personali di vita vissuta.

 

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